Capitolo 14

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Evelyn

-HO GIÀ ATTESO TROPPO... QUINDI CHE COSA SI FA A CAPODANNO?-

Mancavano due settimane a Natale e mi era parso strano che David ancora non avesse cominciato a tartassarmi con quella domanda. Il suo nuovo amante doveva averlo preso parecchio per averlo fatto tardare tanto. Gli altri anni di quel periodo avevo già freddato le idee malsane del mio amico almeno quattro volte. 

-CHE TU CI CREDA O MENO MI È VENUTA UN'IDEA-

In realtà erano state le ragazze il Giorno del Ringraziamento a farmela venire. Dopo diversi giorni a pensarci ero però sempre più sicura che fosse un piano geniale. Avevo bisogno di staccare un po' con la città e le persone che ci vivevano. Così avrei approfittato della chiusura della pasticceria a cavallo tra l'anno vecchio e quello nuovo per fuggire qualche giorno.

-HAI ATTIRATO LA MIA ATTENZIONE-

Sorrisi controllando che nel locale non ci fosse bisogno di me. C'era aria di festa. La gente era completamente impazzita come ogni anno. Il locale era minuziosamente addobbato. Con Charlotte, avevamo fatto un ottimo lavoro. Era tutto perfetto. Anche i dolci a tema andavano a ruba e Clara sembrava sempre più rilassata. Ero davvero felice.

-CHE COSA NE DIRESTI DI ANDARE IN MONTAGNA? LA MIA FAMIGLIA HA UNA BAITA. È BELLISSIMO LI', SOPRATTUTTO QUANDO NEVICA-

-MI AVEVI CONVINTO A 'ANDARE'. CI STO, NON ASPETTAVO ALTRO. POSSO INVITARE GENTE?-

Scossi il capo divertita. Con "invitare gente" sapevo benissimo che cosa intendesse. Però la curiosità di vedere finalmente chi avesse preso tanto il mio amico da fargli scordare una ricorrenza così importante per lui come Capodanno, era più forte. In fondo, solo noi due ci saremmo di certo annoiati.

Scrissi una risposta affermativa, chiedendogli di non esagerare, e misi il cellulare in tasca. Raggiunsi un paio di clienti con un bimbo piccolo che pregava per un biscotto a forma di Babbo Natale. 

<<Abbi un attimo di pazienza, la signorina sta arrivando>>. La madre lo rimproverò con dolcezza ed io sorrisi.

<<Buongiorno! Mi è sembrato di capire che qualcuno qui voglia un buonissimo biscotto a forma di Babbo Natale>>.

Al bambino si illuminarono gli occhi e con le dita indicò il suddetto con entusiasmo. <<Sì! Io!>>.

Adoravo come durante quella festa tutto pareva acquistare un sapore magico, più dolce. Lo stesso che provavo da bambina. E lavorare in pasticceria era come ritornare a quei tempi. I maleducati c'erano in ogni periodo dell'anno ma il sorriso di un bambino entusiasta, valeva più di mille adulti fuori di testa.

Clara andò via verso le sei, mentre io e Charlie ci intrattenemmo per sistemare il locale e preparare alcune cose per il giorno seguente. Erano giorni davvero stancanti ma almeno ci facevamo compagnia l'un l'altra.

Erano appena passate le nove quando spesi le luci del laboratorio.

<<Se vuoi andare, finisco io>>. Dovevo solo tirare su alcune sedie e la mia collega sembrava sul punto di entrare in coma.

<<Sicura che non ti dispiaccia?>>.

Le sorrisi. <<Affatto. Una decina di minuti e sono fuori anch'io. Vai pure>>.

<<Sei un angelo, davvero. Prometto che domani ricambio>>.

<<Per così poco? Non preoccuparti>>. Era una ragazza davvero adorabile ma sapevo che per lei la pasticceria non fosse una priorità. Lavorava per pagarsi gli studi e distrutta com'era non ero certa che sarebbe riuscita ad aprire un solo libro quella sera.

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