Capitolo 19

1.4K 61 1
                                    

Oliver

Mi svegliai all'alba, dieci minuti prima della sveglia e, rigirandomi tra le lenzuola, i miei occhi non poterono che ricadere sulla splendida ragazza che dormiva accanto a me.

Ancora non capivo come la sera prima fossimo passati dal quasi litigio a baciarci come liceali sul divano di casa sua. Era stata la serata pizza con film migliore della storia. Mi sentivo leggero quando stavo con lei. Come se i problemi che affliggevano le mie giornate venissero improvvisamente meno. Avevo così tanto bisogno e voglia di far parte della sua vita, che avrei accettato tutto. Anche i suoi repentini cambi d'umore.

Tirai da parte le coperte e le avvolsi la vita da dietro con un braccio. Le lasciai un bacio sul collo prima di sussurrarle <<Buongiorno>>.

Un dolce sorriso si fece largo sul suo viso. <<Buongiorno>> borbottò facendosi più piccola tra le mie braccia. Sembravano essere diventate il suo rifugio, come se temesse di lasciarmi andare. <<Che ore sono?>>.

<<Presto>>.

<<E già te ne vai?>>.

<<Devo andare a casa a cambiarmi. Lavoro, sai?>>. Cercai di addolcirle la pillola facendole dei grattini sull'addome ma servì a poco.

<<Anch'io lavoro, signor "reporter">>.

<<Non mi prenda in giro, pasticcera da strapazzo, che mi offendo>>. Mi misi seduto a fissarla e quasi mi persi nel suo sorriso. Ero pazzo di lei, come ero riuscito a starle lontano per così tanti giorni?

<<Leggo davvero i tuoi articoli, sai? Anche se non mi importa un fico secco della ristrutturazione del vecchio circolo>>.

Mi guardò con quei suoi occhietti adorabili che mi facevano sciogliere e sorrisi come un ebete.

<<Beh, è una pessima cittadina di Old River, signorina Mayer...>>. Le lasciai un bacio a fior di labbra per tornare a guardarla negli occhi. <<Però grazie>>. Mi fiondai nuovamente sulle sue labbra senza darle il tempo di ribattere.

Era la cosa più dolce che qualcuno avesse mai fatto per me. Pensavo che a leggere i miei articoli fossero solo mia zia e gli anziani del quartiere. Mi faceva piacere che lei si interessasse a me sino a quel punto.

<<O-ora devi andare che io devo prepararmi per il lavoro>>.

Sorrisi notando che fosse accaldata. <<Mi stai cacciando?>>.

<<Senza rancore>>.

<<Ad una condizione>>.

Con una mano percorse i miei addominali fino a raggiungere il tatuaggio che avevo sul petto. Il tocco della sua mano mi fece rabbrividire ma tentai di dissimularlo.

<<Sarebbe?>> domandò con voce sensuale.

<<Ci rivediamo appena possibile>>.

<<Perché? Pensavi di sparire un'altra settimana? La pizza non sarebbe bastata>>. Era ironica ma sapevo che si fosse segnata quel piccolo particolare. Se solo avesse saputo quanto mi fosse mancata.

<<Pensavo più ad una cena, solo tu ed io>>.

Fece una smorfia rammaricata. <<Potrebbero vederci, lo sai>>.

<<Vero ma potrei sempre prenotare fuori città>>.

<<Saresti molto carino. Ma lo faresti con piacere?>>.

Chiedimi Qualsiasi CosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora