Evelyn
Sdraiata sul letto a fissare il soffitto recentemente ritinteggiato, attendevo che mia sorella si decidesse ad uscire dalla doccia. Era sabato e i miei mi avevano invitata a pranzo con un giorno d'anticipo sapendo che il giorno successivo non mi sarei presentata. Mancavano pochi giorni al Ringraziamento ma, come ogni anno, non poteva mancare la mega festa di compleanno che David tendeva ad organizzarsi. Dove con "mega" si intendeva che io e lui saremmo andati a ballare e a sbronzarci fino a dimenticarcelo quel compleanno. L'avevo capito solo dopo anni che fosse quello lo scopo del mio amico e, nonostante non rientrasse tra le cose da fare prima di un giorno di tanta rilevanza spirituale, non avevo mai pensato di negarglielo. Era importante per lui quindi lo era anche per me.
Isabelle uscì dal bagno con i capelli ricci che bagnati le ricadevano sulle spalle. Non avevo mai capito perché tendesse sempre a lisciarseli quando usciva di casa. Avessi avuto io la fortuna di dovermeli malapena pettinare quando dovevo uscire. Non aveva la più pallida idea del potere che avessero.
<<Ci hai messo solo quaranta minuti>> constatai ironica fissandola dal basso verso l'alto.
<<Non ti godi i piaceri della vita>>.
<<No, è diverso. Io pago le bollette. Cosa che tu ancora non hai iniziato a fare>>.
Izzy fece una smorfia sedendosi sul letto con le gambe incrociate. Era pensierosa. Giocherellava in silenzio con le dita senza guardarmi direttamente. E mia sorella era una delle persone più loquaci che conoscessi.
<<Tutto bene? È successo qualcosa?>>.
Scosse il capo e forzò un sorriso che però non coinvolse i suoi enormi occhi azzurri. <<Non c'è niente, figurati. Va tutto bene. Piuttosto... Stasera vai a ballare con David, no?>>.
Isabelle non mi stava dicendo tutto. Paradossalmente, durante il periodo del liceo non eravamo così unite. Avevamo cominciato ad andare d'accordo quando me n'ero andata di casa. Tuttavia sapevo quando aveva qualcosa che non andasse ma, ancora di più, sapevo quando fosse il caso di lasciarle i suoi spazi. Con lei bisognava aspettare che si aprisse di sua spontanea volontà.
Per questo lasciai correre.
<<Già, aspetto questo momento da tutto l'anno>> esclamai ironica alzando gli occhi al cielo.
<<Vedi di goderti la serata, eh. Non essere noiosa>>.
<<Mi sbronzerò come se non ci fosse un domani. Promesso>>. Scoppiammo a ridere. Sapevamo entrambe che stavo scherzando. Non ero affatto il tipo di ragazza che amava ubriacarsi e ballare fino all'alba.
<<E faresti bene! L'altro giorno è venuto zio Luke. Ha detto di aver visto spesso Tu-Sai-Chi in giro per la città>>.
<<Voldemort è arrivato ad Old River? Certo che questa città mi sorprende ogni giorno di più>>.
Volli forzare un briciolo di ironia. Odiavo parlare di lui. Non meritava neppure che lo nominassimo. Infatti era stato battezzato così da praticamente tutte le persone che ci conoscevano.
Isabelle mi fissò a lungo per niente divertita. Sbuffai.
<<È naturale con tutto quello che sta succedendo in questo periodo. È il suo lavoro, no?>>. Non aveva mai manifestato altro interesse all'infuori di quello. Col senno di poi, non ero mai rientrata neppure io tra i suoi interessi. O forse ero troppo codarda per ammettere che fosse tutta colpa mia se era finita in quel modo. Non sarebbe stato tanto assurdo guardando a quei giorni con un pizzico di oggettività.
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Chiedimi Qualsiasi Cosa
RomanceInfatuarsi della propria vicina è stata una svista adolescenziale. Ma riscoprirsi innamorato della sorella della propria ragazza è da considerarsi un vero e proprio problema per Oliver. Laureatosi recentemente a Yale con il massimo dei voti, è ad Ol...