Il ricevimento! ~parte 2~

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Pov Ally
Siamo in macchina e io sono tremendamente agitata, sarò tra gli imprenditori più importanti del paese che parleranno di affari mentre le loro compagne di moda e brillanti; non sono ancora arrivata e già mi sento fuori luogo. Come posso fare per smaltire l'ansia, oltre continuare a torturare i pollici?
Austin si accorge della mia agitazione e mi prende la mano con cui stavo stringendo, con forza, il pollice sinistro.
<< Perché ti agiti? >> chiede
<< Perché non conosco nessuno e questo non è il mio mondo >> rispondo
<< Conosci me e credimi sono il più importante della festa >> dice ironicamente
<< Ti senti così importante? >> chiedo contrariata
<< Non era un vanto. Ogni anno vengo qui coni miei genitori e ogni anno fanno scommesse su di me e la mia vita sentimentale. Soprattutto Susan Mcfly >> dice seccato.
<< Susan Mcfly? >> chiedo infastidita
<< Non essere gelosa. È la moglie di Robert Mcfly, il ricco petroliere. Sono uscito un paio di volte con la figlia, Caren,  tutti credevano che presto ci saremmo fidanzati e unito le nostre aziende, soprattutto lei e mia madre che ancora scommettono su questa storia >> spiega con scioltezza. Io sono un po' infastidita da questa storia e non so se devo ascoltare il consiglio di non essere gelosa o dare ascolto alle mie emozioni. Forse non c'è da preoccuparsi, infondo sono tutte oche, lo ha detto lui.
<< Devo avvertirti che il padrone di casa, il signor Leeds, è molto affabile, ma parla a ruota libera. Le uniche che riescono a zittirlo sono sua moglie e sua figlia. >> continua io annuisco e da come ne parla, sembrano più matti degli americani, mi volto verso il finestrino, ma lui continua << Ah! Quasi dimenticavo.  Stasera si festeggerà il fidanzamento di due persone: Adèle Dornan e.... >>
<< Siamo arrivati signore >> la voce di Terence lo interrompe, così Austin senza aspettare che lo faccia lui si precipita ad aprirmi la portiera.
All'uscita mi ritrovo su un vialetto e di fronte un enorme prato rotondo fiancheggiato da due vialetti illuminati che si fondono in un tutt'uno fino ad arrivare ad un cancello. Deve essere quello che abbiamo attraversato senza che me ne sia resa conto.
<< Entriamo >> dice Austin. Io mi giro e mi ritrovo una scala in pietra bianca che porta ad una maestosa entrata con archi e colonne, caratteristica delle case in stile coloniale come questa. Ad aprirci è un cameriere ben vestito che fa spazio per farci entrare dopo aver salutato Austin. Io resto scioccata dalla bellezza e il lusso di quella casa. Ci ritroviamo in una sala decorata con marmo bianco due scale che partono da entrambi i lati della stanza per poi ritrovarsi in cima, entrambe le scale hanno il passamano in legno antico come quel tavolino e le sedie della stanza. Continuo ad alzare la testa e noto un lampadario di Swarovski.

<< Volete porgerci i vostri sopr'abiti? >> chiede gentilmente il cameriere. Io e Austin lo facciamo.
<< E' arrivato quello che avevo chiesto? >> chiede Austin deciso. Mentre io ammiro ancora la sala.
<< Sì, signore mi segua >> risponde l'uomo facendo strada in una stanza sulla destra dove c'è una piccola sala, la attraversiamo e ci conduce in una'altra sala adiacente alla precedente.
<< Attenda qui. Abbiamo dovuto metterla nell'altra cassaforte >> annuncia, Austin annuisce, mentre io non capisco di cosa parlano.
<< Cosa significa? >>  chiedo
<< Ally guardati intorno >> mi dice, io obbedisco e noto una serie di gioielli in esposizione, alcuni dei quali noti. << Sono riproduzioni di alcuni gioielli ? >> dico ancora confusa
<< Non sono riproduzioni, ma originali. Ricordi quando ti ho detto che questa è un'occasione per sfoggiare la propria ricchezza? >> chiede e io annuisco << Bene. Ogni anno vengono ordinati alcuni dei gioielli più importanti e disponibili del mondo per essere indossati, naturalmente il tutto dietro un corrispettivo. >> spiega ancora. Io resto incredula.  << E tu cosa hai ordinato? >> chiedo curiosa
<< Lo vedrai >> risponde.
<< Signore ecco a voi >> il cameriere ritorna con un cofanetto di velluto blu alto almento dieci centimetri e ugualmente largo. Austin lo prende e mi porta di nuovo nella prima sala, mentre io cerco di capire quale collana abbia ordinato per me, del resto ha pensato a tutto tranne a quell'accessorio. Ci dirigiamo su per le scale per immetterci in un corridoio nell'ultima stanza sulla destra si vedono già le luci e si sente la musica in lontananza. Voglio avanzare, ma Austin, mentre sto per girarmi sento le sue mani sulla mia testa che cercano di mettere qualcosa tipo pettine tra i capelli. Mi tocco con cautela mi accorgo che è una tiara spalanco la bocca << m-ma....m..ma? >>  balbetto. Lui allora mi prende per le spalle e con delicatezza mi porta di fronte ad un maestoso specchio lungo.
<< Voglio che questa sera tutti ti vedano come ti vedo io: la principessa che regna il mio cuore >> sussurra stando dietro di me. Io mi ammiro  per la prima volta e una piccola lacrima mi riga il viso poi incrocio il suo sguardo riflesso nello specchio gli dono un sorriso e mi giro per baciarlo.
È arrivata l'ora di entrare. Al nostro ingresso tutti si voltano incuriositi di sapere chi è arrivato e restano per qualche minuto su di noi. Io inizio a sentire l'agitazione e il disagio.
<< Perché ci stanno guardando tutti? >> dico stringendo i denti.
<< Per due motivi: invidia e stupore. Stupore, perché non si aspettavano divedermi arrivare con te; invidia perché indossi una tiara di 300000 dollari >> mi risponde tra i denti. Io spalanco gli occhi e mi rivolgo a lui. << 300....mila dollari? >>
<< Sì. Questa è la tiara Mountbatten. È appartenuta a Edwina Mountbatten, moglie di Louis Mountbatten, gli ultimi vice re e vice regina dell'india prima della partizione. Questa tiara la fece foggiare Louis per Edwina. Alla morte della madre Pamela la mise all'asta e fu venduta ad un austriaco, ora l'ho comprata io. >> spiega esaurientemente, mentre avanziamo verso quelli che sembrano i suoi genitori.

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