Ansia da prestazione ~parte 1~

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Ecco che l'ansia, per la demo da consegnare, prende il sopravvento facendomi aprire gli occhi. Lo spettacolo che mi ritrovo, però, è molto gratificante: i suoi occhi serrati dal sonno profondo con una ciocca di quei raggi solari sulla fronte. Ecco sorgere quel sorriso da ebete sulle mie labbra. Ancora qualche minuto ad osservarlo, prima di alzare lentamente il suo braccio dal mio corpo per dirigermi in bagno. Esco da quest'ultima stanza in punta di piedi e lo vedo ancora dormire nella posizione in cui l'ho lasciato pochi minuti fa, mi dirigo in cucina per prepararmi una camomilla, l'unica bevanda che mi calma. Sto rovistando tra i cassetti ben forniti fino a quando trovo quello che cercavo. Mi chiedo: come mai ha i mobili zeppi di tutto, se poi non mangia mai qui? L'acqua bolle così procedo con l'infusione, dirigendomi alla vetrata che dà sulla spiaggia di Miami Beach. Lascio che il calore del primo sorso mi avvolge mentre ammiro dall'alto del Hotel i primi raggi solari toccare la spiaggia, il vento mattutino muovere leggermente le foglie degli alberi e le rondini sorvolare il mare. Posso solo immaginare quei rumori al di là del vetro insonorizzato dell'hotel. Il silenzio, rotto solo da qualche ticchettio dell'orologio, è il solo rumore che rimbomba nelle stanze di questa casa. Crogiolarmi di questo momento è quello che mi serve ora, prima di affrontare un'altra stressante giornata: tra la demo da consegnare a Jimmy Star e l'aiuto da dare ad Adéle, che verrà questo pomeriggio; non so proprio come sopravvivrò.
Due mani calde stringono il mio bacino e trovo il suo volto sulla mia spalla. Inclino leggermente il capo sul suo.
<< Che ci fai sveglia a quest'ora? È domenica >> mi sussurra.
<< Sono un po' agitata per la demo da consegnare. E tu? >> rispondo nello stesso sussurro.
<< Il letto si è fatto freddo. >> con un gesto mi gira portando il mio viso contro il suo petto << vedrai che andrà bene >> aggiunge.
<< Avevo pensato di fargliela ascoltare dal vivo, ma sono terrorizzata >> dico con tono dubbioso.
<< A me sembra un'ottima idea >> ribatte.
Io alzo leggermente il capo per raggiungere il miele dei suoi occhi << Cosa farai ora? >> chiedo riferendomi alla sua "disoccupazione".
<< Non lo so. >> respira profondamente e poi continua << Oggi porterò i documenti a mio padre, quelli per cedergli le mie quote. >> continua.
<< Le lasci a lui? >> chiedo
<< Gliele restituisco per la precisione. >> dice.
<< Va beh! Che ne dici se ci vestiamo e raggiungiamo Trish e Dez al negozio? >> affermo cambiando discorso. Entrando in stanza, mi rendo conto che sarò costretta ad indossare di nuovo l'abito del ricevimento, lo afferro << Oh no! >> esclamo sconsolata.
Lui sorride divertito << Ally tu mi sottovaluti >> dice afferrando il cellulare,poi digita un numero e inizia a parlare << Buongiorno Terence......mi servirebbero degli abiti per la signorina Dawson.......tra quaranta minuti va benissimo......nessuna preferenza......ok. A tra poco >> conclude la telefonata.
<< Ma Terence ce l'ha una famiglia? È sempre a tua disposizione 24 ore su 24 >> chiedo curiosa.
<< Certo che ce l'ha, per questo lavora >> scherza. << Ally sceglieresti tu i miei abiti casual? Sai non sono molto abituato a vestirmi così, io nel frattempo mi faccio una doccia. >> dice indicandomi una porta accanto a quella del bagno. Io annuisco e dopo avermi lasciato un leggero bacio sulla fronte si dirige in bagno e io verso la porta.
La apro e trovo una stanza grande almeno quanto la mia camera. È divisa in due: a sinistra su due stendi verticalmente separati ci sono, sotto i pantaloni classici e sopra le giacche. A destra ci sono, sotto appese con cura tutte le camicie, sopra molte t-shirt di vario colore. Dritto di fronte a me un enorme cassettone. Apro i cassetti: nel primo ci sono dei jeans, nel secondo i calzini divisi per lunghezza, nel terzo l'intimo e nell'ultimo alcuni indumenti femminili tra mutandine, magliettine e gonne super corte. Non oso immaginare come li abbia; aggrotto la fronte al pensiero. Sto scegliendo i vestiti quando << Hai scelto? >> la sua voce mi distrae. Io mi volto con la fronte crucciata << Perché hai mandato Terence a prendermi qualcosa se avevi un bel assortimento? >> chiedo in una domanda provocatoria.
<< Ally.... Quelle cose non sono adatte a te. Dirò a Janet di buttare via tutto. >> dice frettolosamente per schivare il discorso, ma io non voglio. << Che significa esattamente che non sono adatte a me? >> chiedo ancora. Lui esce con in mano i vestiti che gli ho scelto. << Significa che tu non hai niente a che fare con le proprietarie di quegli indumenti >> dice.
<< Quante donne sono state a letto con te? >> chiedo curiosa.
<< Lo vuoi davvero sapere? >> chiede.
<< Sì >> esclamo decisa anche se dentro sto morendo di gelosia.
<< Tante >> a quella sua affermazione non riesco più a nascondere il fastidio. << Perché continui a fare domande se poi ti infastidisce? >> chiede aggrottando la fronte e alzando gli occhi al cielo.
<< Non lo so. >> rispondo un po' stizzita sedendomi sul letto. Austin si avvicina divertito, si china per baciarmi << Tu non sei compresa nelle "tante" >> sussurra in un sorriso che io ricambio.
Il rumore dell'ascensore attira la nostra attenzione.
<< Signor Moon è qui? >> la voce chiara e forte di Terence ci porta in salone.
<< Eccoci >> esclama il mio biondo dirigendosi in salone dove io lo seguo << No tu resta qui >> mi ordina.
<< Perché? >> chiedo contrariata.
<< Perché sei mezza nuda >> dice autorevole poi va in salotto. Io non ho alcuna intenzione di farmi impartire degl'ordini da lui.
<< Buongiorno Terence >> esclamo, ricevendo uno sguardo truce dal biondo.
<< Signorina che piacere vederla >> dice lo chauffeur ammiccando un sorriso.
<< Mh mh! Terence hai portato ciò che ti ho chiesto? >> esclama Austin.
<< Sì. Ecco >> mi porge la busta << Spero sia di suo gradimento >> aggiunge.
Tiro fuori una gonna blu alta in vita, una camicetta bianca con la rauche, un paio di ballerine beige del mio numero e un completino intimo nero di pizzo raffinato.
<< Terence io non avrei saputo fare di meglio >> esclamo entusiasta, e del resto è vero; di solito è Trish a consigliarmi nello shopping.
<< Vi aspetto giù >> dice l'autista.
<< Terence dì a Dallas di farti accompagnare a casa e lascia le chiavi della Bugatti lì. Prenditi una giornata di riposo >> dice Austin ammiccando l'occhio e indicando lo svuota tasche sul pianoforte. Mi ha lasciata senza parole e non sono l'unica, anche Terence lo è, infatti annuisce e prende al volo l'occasione quasi timoroso che il biondo cambi idea.
Ci vestiamo e scendiamo giù per metterci in macchina.
Quando arrivo al negozio abbracciata al mio "capelli di sole" vedo tutti lì.
Trish impartisce degli ordini a Dez, che lucida una batteria in fondo al negozio; Dallas dietro al bancone che parla con Cameron e Sally dall'altra parte di esso.
<< Che ci fate tutti qui? >> esorto restando sull'uscio. Tutti arrestano le loro attività rivolgendo lo sguardo a me.
<< Eravamo passati per un saluto >> dice Sally abbracciandomi.
<< Poi Trish ci ha detto che forse firmerai un contratto con la Star Record >> continua Cameron, mentre io lancio uno sguardo di rimprovero alla riccia, che lo schiva. Sento di nuovo l'ansia salire, ora saranno tutti presenti alla mia esibizione.
<< Ragazzi lasciatela in pace >> interviene Dallas abbracciandomi << Vai e vieni dal mio hotel eppure se non vengo io..... stai bene? >> sussurra intimamente e io annuisco. Entro del tutto, seguita dal mio cavaliere.
<< Ecco la traditrice >> ci mancava solo Nelson che sta scendendo le scale << Ti fai il fidanzato e io sono l'ultimo a saperlo >> esclama fingendosi offeso.
<< E tu che ci fai qui? Anche tu per un saluto? >> dico ironicamente.
<< Sì, visto che, grazie a te devo frequentare il doposcuola punitivo, ho solo la domenica disponibile >> dice.
<< Trish potrei parlarti un attimo? >> chiedo portandola in disparte. Devo dirle che arriverà Adéle. Spero solo che non si arrabbi. Non le piace parlare del periodo in cui anche lei era cicciottella. Periodo in cui era presa di mira dai bulli della scuola, lo stesso in cui decise che mai più nessuno l'avrebbe trattata in quel modo. Tirò fuori tutta la forza necessaria per non farsi uccidere psicologicamente e raggiungere la sua vendetta. Mi sento un po' in colpa. Dare aiuto ad Adéle significherà, per lei, ricordare tutte le umiliazioni subite, tutto lo sconforto in cui spesso si ritrovava. Giurò a se stessa che non si sarebbe più sentita così, per questo quando le spiego tutta la situazione lei risponde << NO! NO! E NO! >> categoricamente.
<< Lo so che ti chiedo tanto, ma come farei io a darle l'aiuto che merita? Io che, come dici tu, credo ancora nelle favole. >> cerco di convincerla, sbattendo un po' le palpebre e sorrido.
<< Non ti prometto niente. Ah! Se questa ragazza accenna, anche solo per un attimo, a fare la snob, non se ne fa più nulla >> esclama forzosamente, io la abbraccio << Ma che fai? >> dice scrollando le spalle. Dimenticavo che a lei non piacciono queste moine.
Mi volto verso l'orologio e noto che manca poco all'arrivo di Jimmy, così ansiosa vado a chiudermi nella sala musica. Devo stare un po' da sola.

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