Un party da organizzare

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POV Austin.

È tornata. È tornata.
Dio...
Quante volte l'avrò sognata?
Quando ho sentito una voce parlare con Colin credevo di aver avuto un'allucinazione, ma quando mi sono spinto nella sala era lì....
Non sapevo cosa fare se entrare o aspettare che andasse via poi, l'attore mi ha posto l'entrata su un piatto d'argento: lei è dannatamente bella. Bella da farmi esplodere il cuore nel petto, ero sicuro di poterlo vedere mentre pulsava.
Adesso sì che la mia espressione è più morbida, sorridente. Era davanti a me in tutto il suo splendore. Quella pelle perfetta e candida, un corpo più dimagrito ma bello e sinuoso come sempre, il manto di capelli ondulati con le punte d'oro e ....lo sguardo....
Lo sguardo che tempo fa mi rapì accendendo il fuoco dell'amore dentro me. Quello in cui mi specchiavo e vedevo il vero me stesso....il suo sguardo!
Lo stesso che cerco in ogni passante di questa città mentre tranquillo bevo il mio caffelatte al solito bar perché ora lei è sotto il mio stesso cielo. Le sensazioni, però , non sono tutte piacevoli, i suoi occhi ieri erano gelidi, taglienti come una lama che ti trafigge il cuore. Le sue parole erano la prova del male che le ho fatto quando ho rinunciato al suo amore. Era odio.
Ora mi sento sottosopra: è tornata e il mio cuore la rivuole con sé, ma la mia testa dice che la metterei in pericolo. Come dovrei comportarmi?
<< Austin! >> la voce del rosso che è appena entrato nel bar mi distoglie dalle mie riflessioni. Lo saluto con una alzata di mano mentre lui si avvicina e si side al tavolo con la sua solita disinvoltura.
<< Come sapevi che ero qui? >> gli chiedo.
<< Sono passato al tuo ufficio dove Gill mi ha detto che preferivi fare colazione al bar e che amico sarei se non sapessi il tuo bar preferito? >> la sua domanda retorica fa sorgere un sorriso sulle mie labbra. Il nostro rapporto in questi due mesi è cambiato: è più intenso. Certo, litighiamo, ma pare che il rosso ora sappia mettersi anche leggermente nei panni degli altri. O forse è stata la mia sofferenza a far contenere il suo menefreghismo. Ordina un cappuccino con cornetto.
<< Vedo che non hai fame >> dico sarcastico per poi fare un sorso al mio caffellatte.
<< Com'è andata con i sindacati? >> so perfettamente perché mi pone questa domanda, che ne nasconde un'altra: ti sei calmato? Sapeva che ero determinato a prendermela con il mondo per farla pagare al mostro, tra cui i miei operai, però dalla settimana scorsa ho cercato in tutti i modi di evitare di essere..... meno bastardo. Di sicuro ho compreso le parole di Ally e di sicuro ho capito che il mondo non c'entra. La questione è con il mostro. Per questo ieri ho trovato un accordo e rinnovato un regolamento più flessibile e più giusto all'interno della fabbrica.
<< Bene. Sono riuscito a trovare un accordo >> rispondo velatamente, lui annuisce appagato mentre addenta il cornetto caldo.
<< Come va con Trish? >> non so perché gli ho fatto questa domanda, ma voglio sapere se è già andata a sbandierare il nostro piccolo incontro. Lascia andare il cornetto sul piattino e si lascia andare sullo schienale con un sospiro.
<< Ho toccato un brutto argomento? >> incalzo.
<< Diciamo. >> fa una breve pausa e ricomincia << Il fatto è... da due mesi usciamo, io sto bene con lei e sento che anche lei sta bene con me... >> il rosso si sta affannando e non riesce a trovare le parole, questo mi lascia un po' sconcertato. Non lo interrompo, ma si accorge della mia espressione accigliata così tira un profondo respiro << In poche parole.... Per Trish il nostro rapporto di sesso- che francamente adoro ed è assolutamente appagante- è perfetto così come è, senza implicazioni sentimentali. Non fraintendermi anche a me piace non avere legami, eppure a volte ci comportiamo proprio come una coppia. Per non parlare del fatto che adesso ho una paura matta che possa tradirmi. >> tira un respiro profondo in segno di evidente frustrazione.
<< Scusa, ma perché non le parli. Almeno cerchi di capire. >> dico con ovvietà, ma il rosso rotea gli occhi come se stesse parlando con un ottuso. E dopo aver dato l'ultimo morso al cornetto e un sorso al cappuccino continua.
<< Credi che non ci abbia provato?! Ma ogni volta che metto in mezzo il discorso, lei lo evita. Ieri ad esempio volevo parlarle proprio di questo, invece, quando l'ho chiamata, era furiosa perché aveva litigato con Ally. >> alla sua informazione mi stranisco e mi agito un po'. Subito mi salta alla mente l'incontro di ieri sera e le mie preoccupazioni in un attimo passano dal rosso a Ally. Una strana sensazione mi dice che sono io l'oggetto della loro lite.
<< Perché? >> chiede fingendo indifferenza.
<< Non lo so. >> il rosso nota la mia finzione << Ma tu perché sei agitato? >> chiede indagatore. Cavolo! Avevo dimenticato che il rosso è terribilmente perspicace quando si tratta di me. mi conosce meglio delle sue tasche.
<< Perché ieri sera l'ho rivista. Era al mio teatro. >> butto lì. Il rosso rimane a bocca aperta per la sorpresa.
<< Come mai? >> chiede ancora.
<< Deve comporre le musiche per Collin. >>
<< E tu mi hai lasciato parlare per tutto questo tempo senza dirmi niente? >> scuote la testa offeso, senza perdere il sorriso. Poi si fa serio e chiede << Com'è successo? Che ti ha detto? Insomma... Come stai? >> il suo tono è un misto tra preoccupato e curioso. Gli racconto tutto e sembra già essersi dimenticato della frustrazione.


Pov Ally

Il ritorno non è stato per niente tranquillo, sono qui da ieri pomeriggio e già sono successe mille cose. Quello che più mi preoccupa è sapere di dover lavorare nel teatro di Austin. Oddio! Sopravvivrò?
Stamattina mi sono svegliata un po' intontita dalle lacrime, ma ero nel mio letto e nel silenzio totale senza le voci delle mie migliori amiche. Però mi mancano da morire e io a loro. Per questo abbiamo deciso di fare colazione insieme ed è per questo che ora sono davanti al bar del centro commerciale ammirandole mentre aspettano me sedute al tavolino. Adèle indossa stranamente un jeans e un top nero, il bacio con Paul l'avrà scombussolata così tanto che ha rinunciato al vestito, ma non ai tacchi. Trish è di fronte a lei intenta a commentare qualche notizia sul settimanale di gossip in uno short, stivale beige e canotta bianca. Speriamo che non sia ancora arrabbiata con me, perché non ho alcuna intenzione di dirle scusa. Credo ancora che avrebbe dovuto informarsi.
Mi avvicino a passo svelto e mi posiziono nel mezzo posizionando la borsa dietro la sedia.
<< Buongiorno >> esorto. Solo la mora alza lo sguardo, la riccia continua a scrutare il giornale. Brutto segno.
<< Abbiamo ordinato anche per te: un succo di frutta con cornetto alla crema. Vuoi cambiare? >> mi informa Adèle, scuoto la testa con decisione. In pochi minuti il cameriere porta tutto ciò che hanno ordinato le miei amiche.
<< Mi passi lo zucchero per favore >> Trish mi rivolge la parola senza alzare lo sguardo dal giornale, in più il suo tono è freddo e distaccato.
<< Certo >> le rispondo con lo stesso tono. Adèle, invece, ci guarda sbigottita.
<< Che avete voi due? >> chiede mentre posa la spremuta che ha appena assaggiato.
<< Niente, a parte il fatto che la signorina mi ha apertamente accusato di aver architettato una commedia per farla incontrare con Austin >> dice tutto d'un fiato e risentita.
<< Ok. Forse ho esagerato, ma tu avresti potuto controllare a chi appartenesse il teatro >> ribatto con tono provocatorio e poi addento il mio cornetto.
Lei posa il cappuccino << Te lo ripeto, non lo sapevo che era lui il misterioso compratore del teatro. Io ho parlato solo con Colin >> controbatte seccata e solo ora mi guarda negli occhi.
<< Mi fate capire che cosa è successo e cosa c'entra Austin ? >> giusto, Adèle non ne è al corrente e vuole saperne di più ovviamente. Le spiego tutto quello che è accaduto, dall'incontro con Colin all'entrata in scena di Austin.
<< Ally andiamo! Come puoi pensare che Trish abbia potuto architettare tutto? >> mi dice canzonatoria. << E tu... >> si rivolge alla riccia che già stava issando la bandiera della vittoria. << non puoi biasimarla. Non ci dimentichiamo che adesso sei una fan dell'amore >>
Entrambe abbassiamo lo sguardo e un silenzio imbarazzante cade. La mora ha ragione. Come sono stata stupida. Maledetto Austin Moon! È stato capace di tirare il peggio di me in due secondi.
Guardo la riccia e lei guarda me, ci sorridiamo; un sorriso sincero di scuse reciproche che esprime tutto il bene e la sofferenza di queste poche ore di litigio.
<< Scusa non so che mi è preso >> le dico
<< Ok. Le accetto, ma la prossima volta ti lascio a piedi >> tutte e tre cadiamo in una fragorosa risata. Non ce la facevo più a sostenere la freddezza di Trish. Odio litigare con lei.
<< Ok >> interrompo le risate << Adèle ci vuoi dire cos'è successo? >> le chiedo.
Improvvisamente si fa cupa e mette il broncio. << Già..... vi faccio un riassunto. >> Guizza e poi continua << Primo: Mio padre ieri sera mi ha comunicato che forse cadremo in disgrazia e quindi devo cercarmi un lavoro. Due: Paul mi ha baciata mentre mi aiutava con le valigie e io invece di allontanarlo l'ho assecondato. Mi è piaciuto e ora sono molto, molto ma molto confusa >> con disinvoltura torna a bere la sua spremuta.
<< E che lavoro pensi di fare? >> chiede Trish
<< Non lo so. >> risponde abbattuta.
<< Perché non vedi se ti assumono in un salone di bellezza? Le basi ce l'hai. Con Paul.... >> vengo interrotta da Trish. << Forse dovresti dargli i famosi cinque minuti >>
<< No! >> sbotta Adèle << non ho voglia di vederlo. Se in due minuti mi ha baciata figurati cosa succederebbe in cinque minuti. E io non posso assolutamente permetterlo. >>
<< E sì, credo proprio che i tuoi sentimenti sono confusi >> rifletto, lei annuisce.
<< Una confusione che però rimanderò a lunedì. Questa sera ho intenzione di fare una festa. Voi vi ricordate di Pablo? >> chiede emblematica,noi annuiamo mentre la seguiamo con entusiasmo e curiosità << Ho deciso di dare una festa di benvenuto alla mia casa sulla spiaggia. Stasera. Ho già preso tutto l'occorrente e tra poco andrò a prenderlo a l'aeroporto >> ecco il suo smagliante sorriso, sembrava strano che stesse ancora rimuginando sull'accaduto. Beata lei io non riesco a capacitarmi di averlo visto.
<< Ho organizzato tutto: dormiremo lì così non facciamo le corse e soprattutto non rischiamo di fare incidenti in preda all'alcool. Ally puoi venire da me diciamo.... nel pomeriggio? >>
<< Credo di sì. Passo a prendere il copione a teatro e poi vengo da te >>
<< Bene. E mentre vieni compra anche il latte per domani, l'ho dimenticato. Così io tu e Pablo partiamo insieme per preparare la casa. >> spiega.
<< Scusa e io? >> chiede infastidita Trish.
<< Tu e Dez potete mandare gli sms per gli inviti? >> chiede innocentemente. La riccia allora sospira e annuisce.
<< Bene. Allora è tutto organizzato.>> si alza porgendo il cellulare a Trish. << Ally ci vediamo a casa mia oggi pomeriggio alle 16:00 mi raccomando. Trish, grazie >> la abbraccia calorosamente e io rido nel vedere la faccia della riccia: Trish odia l' effusioni in pubblico.


<< Sento che lavoreremo bene insieme, Ally >> dice Collin entusiasta mentre afferro il copione dalle sue mani. Collin è proprio simpatico oltre che affascinante, il tipico fascino occidentale e poi è sempre molto gentile e disponibile. << Sì, lo penso anch'io >> ribatto.
<< Allora mi tieni aggiornato su tutto? >> chiede, io annuisco. << Tanto....fino a quando il capo non decide di aprire il teatro....abbiamo tempo >>
<< Allora ciao >> gli dico in fretta. Gli stringo la mano e mi volto.
<< Divertiti >> mi urla.
<< Ti va di venire ad una festa sulla spiaggia...diciamo? >> non posso credere di averlo invitato e aver dato ascolto a quell'impulso che mi ha fatto sentire in dovere di farlo. Forse potremmo approfondire la nostra conoscenza,potrebbe darmi anche altri consigli per le musiche infondo lo spettacolo è suo. Lo vedo avvicinarsi con un po' di titubanza e una strana espressione. Ecco lo sapevo. Adesso penserà che io stia flirtando con lui. Oh Ally, che diavolo hai fatto?
<< Mi piacerebbe molto >> risponde, scrutandomi dalla testa ai piedi con un'aria furbetta. Devo dire qualcosa per mettere in chiaro la situazione, io non voglio uscire con lui o dargli false speranze. Io ho chiuso con gli uomini almeno per un bel po'.
<< Bene, allora ti lascio l'indirizzo. >> strappo un pezzo di foglio tra quelli che ho in mano mentre lui mi porge la penna << Vedi, un amico di una mia amica è venuto a trovarla e abbiamo deciso di darvi un benvenuto facendogli conoscere quanta più gente possibile >> gli dico scrivendo l'indirizzo e poi lo porgo a lui. Mi sento a disagio sotto il suo sguardo pressante, ma ben mi sta.
<< Quindi è solo per fare numero? >> chiede portando la testa leggermente di lato. Oddio adesso l'ho offeso. << Non preoccuparti stavo scherzando. Ci vediamo stasera >> ride di gusto mentre, io annuisco ed esco sollevata.
Appena arrivo in auto metto in moto, devo assolutamente cercare un supermarket per comprare il latte o Adèle mi sbranerà. Non riesco a non pensare a come mi sono sentita impacciata poco fa, non mi sentivo così dalla sera che conobbi Austin e la sera dopo. Forse avrei fatto meglio ad andare con gli altri, invece di andare con lui nella sala della musica, di sicuro adesso non avrei commesso l'errore di innamorarmi di lui. Che stupida. Fin dalla prima sera ha provato a portarmi a letto e ha creduto di amarmi perché non poteva avermi, in realtà ero solo una sfida con se stesso. Una sfida che ha vinto.
Il flusso dei pensieri si interrompe quando vedo l'insegna luminosa di un supermercato. E mentre sto per scendere il mio cellulare suona. Lo lascio perdere, tanto sono sicura che non riceverei risposta dall'altra parte, come è avvenuto già 4 volte da ieri sera. Improvvisamente un tarlo si insinua nella mente: è Austin? Scuoto la testa pensando che è impossibile. Perché dovrebbe chiamarmi? Perché proprio ora che sono tornata? In fretta e furia entro afferrando un cestino in cui mettere tutto quello che mi va, oltre al latte. Cammino tra i reparti osservando tutti i scaffali in cerca del prodotto più importante, che a quanto pare non è presente nel frigo, quando ad un tratto sento un cliente, la cui voce è molto familiare, chiedere qualcosa all'addetto. Allungo il collo al di là degli scaffali pieni e quello che vedo mi lascia sbalordita: Austin. Che ci fa qui? Di solito non fa lui la spesa. Dannazione e adesso che faccio? Lo evito, sì, è la cosa migliore, anzi mi nascondo. Guardinga mi precipito verso l'uscita, ma da lontano vedo lo scaffale con il latte. Mi guardo in torno mentre allungo la mano verso l'alto per afferrare una bottiglia.
Sento improvvisamente un forte spostamento di aria e quando alzo lo sguardo mi rendo conto che le bottiglie stanno per cascarmi addosso.
<< Attenta! >> sento due mani enormi spostarmi violentemente, per poi ritrovarmi appoggiata con le spalle allo scaffale di fronte. Trovo lo sguardo del mio "salvatore" e mi perdo in quella distesa di miele. Austin è ad un centimetro dal mio viso, ancora segnato dallo spavento, sento improvvisamente l'aria mancarmi e avvampare per la sua vicinanza. Troppa. << Sta attenta >> mi dice severo, staccandosi brutalmente da me. Ma come, si arrabbia con me? e che centro io se quelle bottiglie sono state messe male? E poi la colpa è sua: se non fossi stata impegnata a nascondermi da lui, non sarebbe successo niente.
<< Mica è colpa mia >> dico acida, cercando di ricompormi.
<< Guarda che volevo darti un consiglio >> ribatte con neutralità.
<< A me non servono i tuoi consigli >> controbatto e con riluttanza afferro il mio carrellino. Ma quando faccio per spingerlo una delle bottiglie rotola sulle rotelle e mi fa perdere l'equilibrio. Prontamente Austin mi afferra prima che finisca a terra. Adesso so che sono le sue mani sulle mie braccia e questo mi provoca una marea di scosse. Dannazione! Siamo di nuovo occhi negli occhi << Io credo che ti servano, invece. >> provoca con quel sorriso sghembo, poi mi porta in piedi. Io mi stacco brutalmente dalla sua presa e gli faccio una smorfia di non curanza. Afferro nuovamente il carrello stando attenta, stavolta, e mi incammino verso la cassa, mentre mi allontano, lo sento ghignare. Calma Ally, ancora un po' e arriva il tuo turno. Devo uscire da questo posto mi manca l'aria e mi sento del tutto impacciata. Afferro la busta con decisione e mi dirigo verso l'uscita.
<< Devo accertarmi che arrivi sana e salva alla macchina? >> mi prende anche in giro adesso?
<< Non sentirti in dovere, so badare a me stessa. L'ho sempre fatto >> gli rispondo a tono e pungente senza nemmeno voltarmi per guardarlo, ma lui in un secondo è accanto a me con la sua busta. Sono proprio curiosa di sapere come mai si fa la spesa da solo. << Non mi sento in dovere >> dice con uno sguardo quasi eloquente, in cui ancora una volta mi perdo. Cammino verso l'uscita che stavolta varco, ma l'aria che arriva nei polmoni non mi aiuta a liberarmi del disagio perché Austin è ancora vicino a me.
<< Cos'è, ti è venuta voglia di assaporare il piacere di fare la spesa? >> chiedo con asprezza. Lui sorride sardonico. << No! Janet è ammalata... >> risponde.
<< Adesso le darai anche la colpa di essere ammalata? >> chiedo sarcastica mentre da lontano vedo la mia macchina che in questo momento rappresenta la mia aria. Lui invece, non mi toglie gli occhi da dosso. Ecco di nuovo quel sorriso beffardo. No ti prego, non sorridermi così. Il mio stomaco si sta torcendo.
<< Hai una brutta considerazione di me >> è proprio uno sfrontato. Siamo arrivati alle macchine e io posiziono la mia borsa sul sedile passeggero.
<< Hai contribuito a farmela avere e l'hai difesa in modo eccellente >> ecco un'altra frecciatina, Austin. Lo vedo incupirsi e abbassare lo sguardo.
<< Mi dispiace >> il suo tono è quasi afflitto. Cos'è, la coscienza si fa strada? Ally, vattene subito o finirai per consolare l'uomo che ti ha illuso.... Se non addirittura a baciarlo, visto che le sue labbra puntano le tue.
Mi metto alla guida mentre lui è ancora dietro la mia macchina.
<< Vuoi toglierti o preferisci che ti metta sotto? >> gli chiedo sporgendo la testa dal finestrino. Lui si sposta e io metto in moto mentre vedo la sua immagine, che segue la macchina con lo sguardo, rimpicciolirsi dallo specchietto retrovisore.


Pov Austin.

Ancora una volta la vedo andare via senza averla dato un bacio, senza aver avuto la possibilità di accarezzarla, senza poterla fermare. È sempre bella come nei sogni miei, ma sento che qualcosa in lei è cambiato. Lo noto dalle sue continue frecciatine che mi fanno divertire, ma allo stesso tempo mi fanno terribilmente male. Mi ricordano che ormai non è più nei giorni miei. La mia Ally....
Ma che dico? Lei non è più mia: "Ormai NON più tua". Quelle parole mi rimbombano nella testa come un martello terrificante e lo ha impresso chiaro sulla carta che non mi vuole più. So che magari non dovrei avvicinarla, ma qualcosa più forte di me mi spinge verso di lei.
Ormai è sparita dal raggio visivo, forse se Dez e Trish si sposano la rivedrò al loro matrimonio e magari non da sola. Bella com'è non resterà single a vita. Solo al pensiero, una sensazione calda e insostenibile parte dallo stomaco e arriva alla testa. Meglio andare alla riunione improvvisa che il mostro ha prepotentemente organizzato di sabato. Prima o poi lo uccido e sono sicuro che anche il giudice mi assolverebbe.

Arrivo nell'androne della sede e vedo mio padre intento a parlare con George Watson, anche lui dovrà partecipare alla riunione.
<< Ah, Austin! >> il mostro si avvicina insieme a George. << Austin >> mi saluta. Io gli stringo una mano.
<< Dove sei stato? >> chiede il mostro con tono indagatore così io mi stranisco non voglio dirgli che sono andato a fare la spesa da solo o mi farà un'altra delle sue ramanzine. George si sente di troppo e se ne va informandomi che Paul è mi aspetta per un saluto. << Dovevo fare delle commissioni >> taglio corto.
<< So che la tua famosa ex è in città >> mi sta provocando o vuole davvero informarmi convinto che non lo sappia? Perché è così bravo a nascondere le emozioni?
<< Lo so >> sintetizzo non voglio prolungarmi anche perché finirei per litigarci. Lo supero per dirigermi in ascensore.
<< Vedo che hai preso sul serio l'idea di proteggerla >> adesso sono sicuro che mi sta provocando. Pigio il bottone senza curarmi della sua provocazione, ma lui mi viene vicino ed aspetta questo dannato aggeggio con me. << Sono meravigliato. Non hai risposto ad una provocazione. Allora è vero che stai cercando di cambiare? >> l'ascensore si apre e lui entra con me, la sua faccia mi ripugna. Un padre, se così si può chiamare, non dovrebbe gioire della infelicità di suo figlio. << Mi stanno aspettando e tu non vuoi che faccia aspettare il figlio di un uomo importante come Watson? >> gli ringhio. << Non ci sperare troppi nei miei cambiamenti, perché niente mi farà smettere di odiarti. >> incalzo.
Mi guarda quasi come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco. finalmente il "din" ci avverte che l'aggeggio è arrivato così entrambi ci dirigiamo nei nostri rispettivi uffici.
Nel mio ci trovo Paul seduto con il cellulare tra le mani intento a leggere qualcosa. Il suono del mio cellulare lo distoglie dal suo. << Austin >> si alza e ci scambiamo un abbraccio tipicamente maschile.
<< Come stai? >> chiedo mentre mi siedo sulla poltrona e verifico chi è che mi cerca.
<< Bene >> risponde.
Rimango a dir poco sbalordito quando mi accorgo che è un sms di Trish.
<< Ma cosa...? >>


Trish to Austin
11/01/2014 ore 16:00
" Sei invitato al Beach Party. Stasera alle ore 21:00.
Dauglas road,327 (West Palm Beach).
Non mancare "

<< Problemi? >> chiede preoccupato Paul.
<< No, no >> ripongo il cellulare ancora un po' stordito. Che significato posso dare a questo sms? << Sciocchezze >> mica tanto.
<< Allora... Tuo padre ha costretto anche te a partecipare? >> gli chiedo, io e lui non siamo amici amici, ma una cosa l'abbiamo in comune, la severità dei nostri padri, con la differenza che a lui piace ciò che fa a me non tanto. Anzi per niente.
<< A quanto pare... Almeno stasera mi divertirò, andrò ad un party sulla spiaggia. >> mi informa e sono sicuro che sia lo stesso party a cui sto pensando io. Adèle adesso è una delle migliori amiche di Ally e se non sbaglio il quartiere in questione è proprio quello in cui la mora ha una casa sulla spiaggia.
<< A Palm beach? >> cerco conferma. Lui annuisce.
<< Quindi tu e Adèle siete rimasti in buoni rapporti? >> chiedo, fa una risata sarcastica.
<< Ma che.... Sto da una settimana e mezza che le mando fiori e le chiedo di poter parlare cinque minuti,ma niente >> la sua voce è alquanto afflitta. Io mi acciglio confuso e sorpreso. Non credevo che Paul amasse Adèle, anzi si è sempre detto che era un matrimonio esclusivamente per interesse e loro non l'hanno mai smentito, soprattutto Paul.
<< Ad Adele...? >> chiedo con una punta di sconcerto.
<< Sì, Austin >> sembra offeso << Tu non hai visto il suo cambiamento. È dimagrita, ha tolto gli occhiali e credimi...ha degli occhi profondi che ti entrano dentro. >>
<< Ho capito, è diventata sexy >> Ally mi aveva detto che la stava aiutando.
<< Austin non è solo questo. quando mi ha lasciato mi sono accorto che mi mancava ed è caduta l'unica certezza pura della mia vita. Vederla diversa, in meglio, è stato solo un ulteriore conferma. Io la rivoglio. >> quanta enfasi, mi sa che se n'è innamorato.
<< Però da quello che mi hai detto, lei non ti si fila >>
<< Già... Ma primo o poi cederà. Lo ha già fatto >> deciso e sicuro. Beato lui.
<< Buona fortuna allora >> auguro.
<< Perché non vieni pure tu stasera? Hai ricevuto anche tu l'invito giusto? >> mi chiede. Avrà collegato il tutto: l'sms ricevuto, che conoscevo il luogo del party. Dimentico che è conosciuto proprio per la sua arguzia.
<< No. Io...non posso. Sono sicuro che non sarei ben accetto. >> dichiaro
<< Andiamo....Se ti hanno inviato l'sms vorrà pur dire qualcosa? Che ti costa provarci? >>
Ha ragione, e poi io ho una voglia matta di rivedere Ally. Ci penso un attimo grattandomi il mento, poi gli rivolgo lo sguardo << Va bene. >> lui sorride soddisfatto.


Pov Ally
Mi sono appena ripresa da quest'incontro del tutto disorientativo. Busso alla porta della "modesta" casa di Adèle e ad aprirmi viene la domestica che mi invita ad aspettare in salone mentre andrà ad avvertire la mora. Io obbedisco. Noto che l'arredamento è cambiato dall'ultima volta, sempre nello stile classico con le sfumature del marrone al beige. Molto raffinato tipico della madre della mora, che avrà sfogato il dispiacere del mancato matrimonio sulla casa. Eccola apparire dalla cucina mentre impartisce ordini alla simpatica domestica e appena mi vede mi rivolge uno sguardo poco amichevole << Ciao Ally >> il suo tono è la conferma della sua poca simpatica per me. Mi accusa di aver indotto Adèle ad interrompere il fidanzamento. << Salve signora Dornan. Come sta? >> le chiedo.
<< Potrebbe andare meglio se la mia unica figlia si decidesse a sposarsi >> ecco una bella frecciatina. Io abbasso lo sguardo imbarazzata dal suo sguardo ostile.
<< Oh Ally! >> il padre di Adèle fa il suo ingresso nella sala. Si avvicina a sua moglie cingendole la vita << Cara, credo che Maria abbia bisogno di te >> grazie al cielo mi ha salvata dall'essere praticamente sbranata con le parole. La moglie si libera dalla presa e si dirige di fretta in cucina.
<< Siete in partenza? >> chiedo, notando uno dei domestici con alcune valigie tra le mani. Più che altro spero che non siano di Adèle.
<< Sì, staremo via qualche giorno. Siediti Ally >> mi indica una poltrona e io obbedisco. Quest'uomo sembra un babbo natale solo che ha la barba più corta ed è in smoking, Adèle lo adora anche perché cerca in tutti modi di renderla felice.
<< Mi raccomando la casa >> ironizza.
<< Non si preoccupi, me ne prenderò cura io >> sfoggio uno dei miei migliori sorrisi.
<< Sai Ally? Non ti ho mai ringraziato >> è serio.
<< E per cosa? >>
<< Da anni ho cercato di renderla felice >> mi indica una foto della mora << Per questo decisi di farla sposare con Paul, sapevo che ne era innamorata. Ma adesso.... Vederla più sicura....una donna. Sento che devo ringraziarti >> la sua voce è rotta dall'emozione.
<< Signor Dornan, non è merito mio, ma suo. Le somiglia tanto >> mi sorride orgoglioso. << Sono felice che abbia un'amica come te e come Trish accanto. >>
Il momento pastorale viene smorzato da Adèle che in fretta e furia si precipita in salone. << Spero tu abbia preso il latte. Alzati che Pablo è qui fuori che ci aspetta e abbiamo poco tempo >> dà un bacio fugace al padre che la guarda con aria amorevole e poi mi afferra per un braccio trascinandomi fuori casa.
Un uomo alto apparentemente muscoloso, dalla carnagione scura, capello nerissimo brizzolato, un paio di occhiali da sole che coprono gli occhi, ci aspetta appoggiato al muro di fronte al cancello. La mora gli corre incontro e lo saluta poi fa le presentazioni ufficiali.
Decidiamo di andare con la mia macchina che lascio gentilmente guidare a Pablo, la mora a suo fianco e io mi metto comoda dietro. Si parte.
Adèle e Pablo durante il tragitto mi raccontano di come si sono conosciuti, di come sono diventati amici e di tutte le risate fatte mentre la mora tentava di imparare tutti i balli caraibici.
Finalmente arriviamo. La casa è una villa su due piani molto larga, l'ingresso è alquanto semplice ma di gusto e stranamente moderno. Un ambiente ampio e luminoso fa da soggiorno e angolo bar. Di fronte alla porta d'entrata c'è una sorta di balcone dove la mora ci conduce. Si apre su un balcone immenso dove c'è una piscina rotonda nel mezzo e alcune sdraio intorno. Dal balcone si allunga una scala che porta direttamente sulla spiaggia. Questo sì che si chiama lusso. Ma non è finita. La mora ci porta su una scala di ferro dove si apre un corridoio lungo su cui sono posizionate le stanze. La mia è l'ultima sulla destra che affaccia sulla spiaggia.
I preparativi proseguono tra le nostre risate provocate da un simpaticissimo cubano. Non smette di lusingare la mora che accetta e flirta alla grande. Mi fanno sentire quasi di troppo per questo appena finito di sistemare alcune sedie in spiaggia, mi precipito in camera dove Adèle ha preparato il mio abbigliamento. "Sei una diva e non possiamo rischiare che i paparazzi ti fotografino con qualcosa di inappropriato" Queste sono state le sue parole, naturalmente mi sono ribellata, ma con scarsi risultati. Non mi va che scelgano sempre loro il mio vestiario, che poi conoscendola chissà cosa mi avrà preparato.
La mia domanda viene risposta quando apro la porta della mia stanza e sul letto c'è un bikini verde acqua a strisce con un copricostume a vestitino di velo. Manco dovessi fare un book fotografico.
Sono arrivata sana e salva alle 20:45, tutto è pronto, Dez e Trish sono arrivati insieme primi invitati. Dopo trenta minuti arrivano anche i miei amici: Cameron e Sally sono sempre più innamorati e ci hanno annunciato il loro matrimonio; Kira arriverà con qualche minuto di ritardo e Dallas mi presenta suo nuovo ragazzo, Gabriel. Mi sembra un tipo affabile e soprattutto deve tenerci davvero a lui, ne parla con venerazione e questo mi rende di gioia.
Adèle mi chiama per sistemare altre bottiglie nel frigo grande. Ma proprio mentre sto entrando in casa, la porta principale si spalanca e due figure maschili si fanno strada. Il primo è Paul, il secondo riesco a vedere a pena una ciocca bionda e d'improvviso una strana sensazione si impadronisce di me. La stessa che provo solo con una persona. Austin.

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