Il ricevimento! ~parte 3~

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(Pov Austin)

Sono felice che la serata stia svolgendo bene. All'inizio ero un po' teso a causa della reazione di mio padre soprattutto poco fa quando ha ballato con Ally, ma lei è fantastica e non mi sorprende che piaccia a mia madre. Le vedo parlare e ridere insieme ad alcune amiche di quest'ultima, mentre sono accanto al tavolo dei drink sorseggiando un bicchiere di champagne, quando mio padre mi si avvicina.
<< Come hai conosciuto quella ragazza? >> si affretta a chiedere al quanto nervoso.
<< Ha allestito la sala musica dell'hotel.......m-ma pechè lo chiedi? >> sono sorpreso, è nervoso e il tono con cui mi ha fatto la domanda non mi piace per niente, forse Ally le avrà parlato dei miei sogni. O peggio del concorso. E ora come faccio? Sospiro leggermente e penso che devo calmarmi forse è solo interessato a conoscere la storia.
<< Non mi piace. Crede di poterti mettere strane idee in testa. Credo che voglia approfittarsi di te >> ora è tornato ad essere l'uomo tutto d'un pezzo che è sempre stato, pronto a sputare sentenze. Avevo ragione, Ally ha parlato della musica e questo lo avrà fatto innervosire, ma non può permettersi di giudicarla.
<< Tu non la conosci, eppure ti senti già in diritto di sputare sentenze? >> dico stizzito.
<< Austin tu non capisci. Lei non è la donna per te,si capisce >>
Io mi sto spazientendo, ho sopportato molte volte i giudizi di mio padre, ma non gli permetterò di parlare così di lei. <<  E chi sarebbe la donna adatta a me? Vuoi decidere anche chi devo amare? >> poso con forza il bicchiere sul tavolo, alzo gli occhi al celo e poi continuo << sai una cosa? Non ti sei mai preoccupato delle mie donne, quindi non farlo nemmeno ora >> faccio per andarmene.
<< Pensi ancora di diventare un cantante? >> la sua domanda mi blocca. Mi volto e lo guardo << non ho mai smesso di volerlo >> non posso credere che l'abbia detto, che sto affrontando mio padre  e stranamente mi sento forte non mi fa paura né la sua reazione né la sua espressione omicida.
<< E l'azienda? Il tuo posto è lì >> aggiunge facendo lo sguardo di quando vuole incutermi timore. Sento tanta adrenalina dentro le mie vene e mi sento pronto a prendere la mia vita in mano. Faccio un passo in avanti verso il volto di mio padre egli sussurro << Quello è il posto che TU hai scelto per me >> poi ritorno alla mia posizione iniziale. Nella mia mente stanno riaffiorando tutte le giornate passate dietro a quella scrivania con l'intento di impegnarmi al massimo pur di compiacerlo, ma non è bastato,anzi ora si prende anche la briga di dire che Ally non è la donna per me. << Ora basta >> aggiungo dando voce ai miei pensieri. La sua espressione impassibile, ora lascia trapelare un piccolo timore. << che vuoi dire? >> chiede.
<< Che lascio l'azienda >> dico sicuro di me. Faccio per raggiungere Ally e mia madre, lasciando mio padre sbalordito e furioso per la notizia, ma lui mi blocca afferrandomi un braccio. Io guardo in cagnesco il punto in cui mi tiene stretto per poi balenare i miei occhi nei suoi intimandolo di lasciarmi, perché non voglio dare spettacolo. Lui obbedisce.
<< Non te lo permetterò >> esclama deciso e minaccioso.
Nel frattempo, di sottecchi vedo le mie donne avvicinarsi preoccupate per aver visto la scena di poco fa. Per non farmi sentire sussurro << Stavolta non potrai fermarmi >>.
Pochi istanti e abbiamo le nostre donne sono accanto a noi.
<< Tutto bene voi due? >> chiede mia madre oscillando lo sguardo tra me e suo marito. Io la tranquillizzo con uno dei mie migliori sorrisi e poi parlo << Sì, tutto bene. Ho solo dato la notizia a papà che lascerò l'azienda per partecipare ad un concorso musicale >>
Mio padre vorrebbe uccidermi per averlo sfidato così apertamente anche di fronte a mia madre, lo vedo dal suo sguardo truce. Ally mi dona uno sguardo sorpreso; mia madre, invece, è chiaramente preoccupata e terrorizzata. Sa che questa mia affermazione vuol dire sfidare mio padre, il che significa dichiarargli una sorta di guerra.
Mi congedo ai miei genitori e lo stesso fa Ally un po' imbarazzata per la tensione che si è creata. Prendiamo i nostri sopra'abiti e ci mettiamo in macchina.
Il viaggio procede silenziosamente Ally non parla,io vorrei farlo ma non riesco a togliermi dalla mente l'espressione e le parole che mio padre mi ha rivolto non erano offensive eppure mi hanno fatto male. Vorrei tanto la sua approvazione il suo appoggio, vorrei che fosse orgoglioso di me per quello che voglio essere e non per quello che lui vorrebbe io fossi.  Forse piangere mi farebbe bene, ma non riesco a fare nemmeno questo, quindi mi limito a guardare al di fuori del finestrino tenendole solo la mano e lei fa la stessa cosa.
Entriamo nell'attico, lei si dirige su per bere un po' d'acqua. Io nel frattempo sono in camera da letto mi libero della giacca gettandola sulla sedia, sciolgo il nodo alla cravatta e sbottono la camicia tirandola fuori dal pantaloni. È appena entrata in camera da letto e mi fissa amorevolmente appoggiata alla porta con braccia conserte e gambe incrociate con la gamba destra ben visibile dallo spacco del vestito.
<< Che c'è? Non hai parlato per tutto il tragitto >> rompo il silenzio assordante che si era creato.
<< Se è per questo nemmeno tu hai parlato. Come stai? >> mi chiede.
<< Bene....e male >> dico affranto.
<< Mi dispiace >> dice in un sussurro amorevole. Io le prendo le mani portandola tra le mie braccia; ora è di questo che ho bisogno, il suo abbraccio.
<< Anche a me. Ma non sei felice? Parteciperò al concorso. >> dico con un sorriso che lei non ricambia si allontana dirigendosi alla vetrata; io la seguo con lo sguardo in attesa che parli. Si gira, fa un sospiro nervoso e inizia << Lo sono. Solo non volevo che tu litigassi con tuo padre, e non volevo che tu rinunciassi all'azienda. Insomma, non puoi cercare di parlargli, magari stavolta con calma e lucidità? >> chiede speranzosa.
Mi stupisce la sua sensibilità, ma lei non conosce mio padre e ora che finalmente ho trovato la forza, anzi un motivo, per ribellarmi non tornerò indietro.
<< Ally, mio padre ascolta solo se stesso. Ora però non pensiamoci >> dico riprendendola tra le mie braccia. La tengo stretta a me, il suo viso è leggermente inclinato per guadarmi  negli occhi , stringe le labbra in segno di comprensione.
<< Devo togliermi questo vestito, mi sta stringendo tutta >> dice in un sussurro di fastidio.
<< Lascia che lo faccia io >> dico con un ghigno.
La bacio appassionatamente avanzando verso il letto per poi stenderla al di sopra. Lei in risposta lascia scivolare la camicia a terra,  disegnando cerchi immaginari sui miei bicipiti. Con una giravolta la porto sopra di me senza mai fermare il nostro bacio. Le sto sbottonando la zip laterale, il vestito si allarga fino a scenderle sui fianchi. Ora ha smesso di baciarmi per alzarsi e liberarsi del vestito, che con un gesto deciso cade a terra, mentre io la osservo in preda al desiderio. Mi libero dei pantaloni la afferro per riportarla di nuovo sopra di me. Riprendiamo a baciarci mentre le nostre mai toccano i nostri corpi avide di piacere. I nostri indumenti intimi,ormai sono sparsi a terra in qualche punto della stanza e con una seconda giravolta la porta sotto di me e la penetro. Prima di iniziare a muovermi voglio vedere i suoi occhi specchiarsi nei miei, voglio farmi percorre da quei brividi che solo lei sa provocarmi. << Ti amo >> mi sussurra. Io in risposta le dono un sorriso felice e inizio a muovermi su e giù dentro di lei, che geme di piacere. Le sto baciando ogni centimetro del suo corpo assaporando il suo sapore, mentre il mio naso inala il suo inebriante odore, ma anche i miei sensi sono avidi di lei per questo premo la mia faccia su ogni punto. E più aumento la ritmica dei movimenti, più lei si dimena, fino a quando attorciglia le sue gambe intorno alla mia vita. Io la voglio, l'ho desiderata per giorni e averla avuta solo per una notte non mi è  bastato, la voglio sempre e ora più che mai. Le sue gambe stingono la presa e io capisco che è quasi all'apice del piacere così aumento ancor di più i movimenti fino ad arrivarci anch'io.  Mi accascio su di lei facendo aderire perfettamente i nostri corpi e la bacio ininterrottamente per cinque minuti. Poi mi posiziono di lato avvolgendola in un tenero abbraccio. 
<<  Passato tutto eh? >> chiede scherzosamente.
<< Sei tu che mi hai provocato >> rispondo
<< Io? >> chiede sulla difensiva
<< Sì, eri bellissima stasera e infatti per tutto il tempo non ho fatto altro che desiderarti >> dico.
Passa qualche minuto e poi ci addormentiamo abbracciati.

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