La promessa

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Sulla costa orientale di Miami, in casa Moon, Adèle ha appena messo sul fuoco l'ennesima macchinetta del caffè, l'unica cosa che riesce a mettere in corpo dalla sera precedente ed è anche il modo per restare sveglia. La signora Dawson è ancora furiosa per la decisione di non farla partire alla ricerca di sua figlia, così la dolce signora Moon tenta di tranquillizzarla, mentre lei tenta di distrarsi preparando macchinette. Inizialmente anche lei ha espresso il volere di andare ad Altamira, ma si è lasciata convincere dalla determinazione scintillante negli occhi miele del biondo senza, però, strappargli una promessa solenne sul cancello: " Riporta Ally a casa".
Quelle parole erano cariche di tutti i sentimenti che le stavano attanagliando il cuore: ha voluto sfidarlo nel compiere l'impresa, l'ha minacciato, gli ha dato quella fiducia fino ad allora negata, ma soprattutto gli ha mostrato la paura di perdere la sua amica. Quella parte importante del trio matto di cui la cantante era stata artefice.
Ricorda gli occhi derisori delle oche dell'alta società ad ogni ricevimento e la sua consapevolezza di essere il brutto anatroccolo che doveva solo abbassare la testa; ricorda la seccatura di Paul quando le concedeva quei cinque minuti stentati al giorno, o al mese.
Lei si odiava per questo e si era rassegnata a convivere con quei tormenti tutta la vita....almeno fino a quando la bruna non è entrata nella sua vita. L'ha trasformata in un cigno fiero e indipendente, le ha permesso di conoscere le parti di se stessa che nemmeno sognava di avere, l'ha messa al centro delle attenzioni del suo grande amore. L'ha resa sempre allegra e positiva, eppure adesso non riesce a pensare a niente di positivo, solo ansia. Un infinita ansia.
L'odore del caffè le invade le narici così si passa una mano nei capelli corvini e toglie la macchinetta dal fuoco per versare il caffè in tre tazze che porta successivamente in soggiorno.
<< Oh cara, grazie. >> la signora Moon le arriva in soccorso togliendole il vassoio dalle mani.
<< Perchè non hanno ancora chiamato? >> Penny afferra la tazza offertele dall'amica.
<< Penny, staranno parlando con la persona di Lester. >> l'affascinante signora fa un sorso e poi sembra riflettere sulle sue parole << A proposito tu sai chi è? Ci possiamo fidare? >>
Adèle nota un cambiamento nello sguardo di Penny, ma non sa decifrare se è preoccupazione o altro.
<< Sì...ci possiamo fidare cecamente. >> dice perdendosi in chissà quali pensieri.
<< Chi è? >> chiede bramosa di sapere in quali altre mani è la sua migliore amica, ma non riceve risposta perchè il campanello distoglie tutte dalla conversazione.
<< Vado io. >> si precipita a dire anche se le altre due donne la seguono.
Le aspettative vengono deluse quando Adèle apre la porta e si ritrovano davanti l'alta figura di Paul.
<< Adèle, finalmente... >> Paul la guarda concitato dritto negl'occhi con uno sguardo impassibile anche se il suo tono non cela un rimprovero. Sono fermi sulla porta di casa Moon e Adèle lo guarda stralunata perchè dopo tutto quello che è successo si è completamente dimenticata di dover pranzare con lui quel pomeriggio.
<< Paul sei tu... >> la signora Moon lo saluta << perchè non entri? >>
L'uomo accetta educatamente l'invito, ma Adèle nota esattamente come sia desideroso di avere una spiegazione e sembra notarlo anche la signora bionda << Noi siamo di là... >>
<< D'accordo. >> risponde
<< Ti sto cercando da ieri sera, ma il cellulare è staccato, ho telefonato a casa tua e tua madre era in lacrime dicendomi che eri qui...hai idea di quanto mi sia preoccupato quando nemmeno Austin e Ally mi hanno risposto? >> il tono è basso ma non privo di risentimento. Non riesce a parlargli perchè ha giurato di non dire niente, in effetti non sa nemmeno delle minacce, e lei non vuole tradire la parola data, anche se ne avrebbe una gran voglia.
<< Adèle mi rispondi. >> il viso di Paul è contratto, le mani sono sui suoi fianchi in attesa di una risposta, che lei non trova il coraggio di dargli.
Vuoi rispondergli? Merita di avere una spiegazione,Adèle. Non gli hai ancora detto niente di tuo padre e l'azienda. Sei una fifona.
<< Adèle... >> ammorbidisce il tono e le prende le mani tra le sue. Adèle trasale a quel tocco e abbassa lo sguardo per non cadere in tentazione, ma evidentemente Paul non è d'accordo perchè le prende il viso tra due dita constringendola a guardarlo. Le gambe le diventano molle e in un attimo tutta la stanchezza le si riversa in ogni fibra del suo corpo. E' stata forte, ha sempre trovato la forza di andare avanti positivamente e vuole imporselo anche adesso, ma sente le lacrime fare capolinea e lei non può più remprimerle. Si fionda tra le braccia di Paul e inizia a dare sfogo a tutta la tensione.
<< Ei... Ma cosa è successo? >> le chiede stringendola al petto e accarezzandole il capo.
<< Ally è stata rapita. >> riesce a dire tra le lacrime mentre si aggrappa ancora di più alla sua giacca. L'ha detto perchè non aveva più senso fingere e soprattutto perchè non vuole affrontare ancora tutto questo da sola.
<< Cos...Insomma... >> biascica con le parole, poi si ferma un attimo << perchè non me l'hai detto? >>
Adèle si stacca per guardarlo negl'occhi perdendosi nuovamente in quel verde. << E' successo ieri, anche se è da un po' che riceveva minacce per questo si è trasferita qui.... >> Paul la guarda confuso non capendo niente delle parole sputate a raffica da Adèle, che a questo punto lo porta in salotto dove gli spiega tutto (a parte la sua attuale situazione economica).
<< Se posso fare qualcosa..... >>
<< Grazie Paul, ma- >>
<< Possiamo solo aspettare >> Mimì viene bruscamente interrotta da Penny che si alza per allontanarsi in giardino seguita dalla prima mortificata.
<< Odio questa situazione di impotenza e di infinita attesa. Sto impazzendo. >> sbotta Adèle.
<< Lo vedo. Vieni qui. >> Paul si batte una mano sul petto e lei non se lo fa ripetere due volte rifugiandosi in quel angolo di piccolo benessere.
Resta per qualche minuto a crogiolarsi nel calore corporeo del ragazzo, prima di scostarsi con riluttanza al suono di un cellullare. Da subito riesce a capire che non è nè il suo nè quello di Paul, eppure conosce quella suoneria. Si guarda attorno e induvidua il cellulare di Ally sulla mensoletta del camino, esattamente dove l'ha lasciato lei ore prima quando ha arrancato una scusa con Dallas.
<< E' di Ally... >> prende il cellullare tra le mani e il nome della loro amica lampeggia ancora una volta.
<< E' Trish. >> si passa l'altra mano per la fronte.
<< Non ripondere. >>
<< Devo farlo, non lascerà perdere così facilmente. >>
Respira forte per prendere la forza di fingersi se stessa e poi risponde attivando il vivavoce.
<< Ehi riccia, come va? Ti diverti? >>
<< Adèle...Cosa fai con il cellulare di Ally? >>
<< Volevo sentirti, infondo sei partita da giorni e nemmeno una telefonata, eh.. >> magari rimproverarla avrebbe spostato l'attenzione altrove.
<< Ti ho chiamata, Adèle, tre volte, ma non eri raggiungibile. >>
<< Ah... >>
Maledizione! Si è buttata la zappa suoi piedi da sola.
<< Mi passi Ally, vorrei parlarle delle canzoni da consegnare. >>
<< Ehm...in questo momento dici? >> sta pensando a cosa dire e lo deve fare in fretta.
<< Sì, Adèle.... ma cos'è quella voce? >> la mora percepisce il tono indagatore della riccia e si sta agitando, non può trovare una scusa labile, nè far trapelare il suo disagio nel mentire.
<< Niente, Trish, ma Ally non può rispondere in questo momento. >> Paul le si avvicina e le suggerisce subito la scusa.
<< Perchè? >>
<< Perchè è in bagno e sta vomitando anche l'anima. >>
<< Cos'ha? Sta bene? >>
A queste domande Adèle vacilla e sta quasi per piangere, ma Paul le pone una mano sul braccio e la sprona ad andare avanti.
<< Sì. Il fatto è che ieri siamo andate fuori a cena e adesso ha una brutta intossicazione alimentare. Anzi, perchè non le disdici tutti gli impegni per la settimana prossima. >>
<< Sei impazzita? Ha un 'intossicazione, le passerà in due giorni massimo: perchè disdire per l'intera settimana? E comunque non può proprio parlare? >>
<< No, a questo proposito io andrei ad aiutarla. Ciao e divertiti. >>
<< Sì, dille che chiamo domani. Lo farò, un bacio anche da Dez. >>
<< Wao...tipa tosta Trish, eh? >> esclama Paul.
<< Non sai quanto. >> il pensiero della sua amica la fa sorridere istantaneamente, ma si fredda nel momento in cui realizza che quando ne verrà a conoscenza le ucciderà lei. Spera che non sopsetti niente, non le è sembrato di comportarsi normalemnte. Forse perchè non lo hai fatto.
<< Credi che se la sia bevuta? >>
<< Sì, era convincente. >>
Ma sì, perchè preoccuparsi; infondo Ally aveva anche prenotato una visita medica in quei giorni per i suoi continui disutrbi gastrointestinali e Trish lo sapeva, anzi era stata la prima a preoccuparsi. In un attimo le sovvengono tutte le volte in cui la notte la incontrava nei salottini delle stanze perchè non riuscivano a dormire; a quando passavano intere giornate a fare shopping con l'unico intento di svagarsi; tutte le feste dopo concerto o dopo un'intervista tv. Prende il suo cellulare per rivedere le foto, ma viene distratta da un messaggio lampeggiante sullo schermo: " Ciclo". Ma non ha certo bisogno del cellullare per capirlo, bastano già i crampi alla pancia. Improvvisamente sgrana gli occhi e spalanca la bocca, una terribile consapevolezza le ricade addosso come una doccia fredda.....

*******

Ally è seduta sul sedile posteriore della gip che sta sfrecciando sulle strade buie della cittadina, si volta indietro per verificare se qualcuno li sta inseguendo, ma incontra l'unico faro abbagliante della motocicletta su cui viaggiano Diego e Carmelo, ritorna alla posizione iniziale e abbassa lo sguardo sulle sue dita. Ha creduto davvero alle parole di Ramiro e a confonderla sono stati gli occhi luccicanti quando guardavano il quadro di sua madre, avrebbe dovuto dare adito a quei gesti apparentemente insignificanti, a quella sensazione di incompletezza e pericolo che avvertiva ogni volta che lui le era vicina. Perchè quell'uomo voleva solo la sua firma o la sua morte...
Austin accanto a lei si è accroto dei suoi tormenti e le afferra la mano che sortisce l'effetto desiderato: si calma subito e due lacrime calde scendono libere e silenziose sul suo viso. Non capisce come mai in quest'ultimo periodo i suoi occhi non fanno altro che versare lacrime, si ripromette ogni volta di tenerle a freno, ma puntualmente sembrano avere volontà propria e finiscono per rigarle il viso. E' vero che negl'ultimi due mesi le sono successe più cose che in 21 anni della sua vita,e quella del rapimento le supera davvero tutte, ma da lì al punto di dover frignare ad un nonnulla. Alza lo sguardo incontrando lo sguardo di Zatarra dallo specchietto, in relatà si preoccupa quando vede la sua faccia stranita da qualcosa; si rivolta indetro per vedere se magari avesse scorto qualcosa al di là del vetro, ma niente. La risposta alla domanda interiore le arriva quando segue la direzione degli occhi di Zatarra: la sua mano incrociata a quella di Austin. Perchè mai avrebbe dovuto saperlo, o addirittura stranirsi per questo? Chi è quell'uomo?
Durante il resto del tragitto torna a scambiarsi qualche occhiata con lui, fino a quando la gip si ferma di fronte all'entrata dell'hotel.
Scendono tutti facendo rimbombare nel silenzio della notte il suono delle porte che si chiudono alternativamente; tutte tranne quella di Ally. La ragazza è ancora seduta sul sedile sporta solo con ilcapo verso la modesta altezza dell'hotel, tremante poggia entrambe le gambe sull'asfalto e le sente pesanti come due assi di ferro attratte dalla calamita, ma è solo quando si alza in piedi che vacilla leggermente.
<< Stai bene? >> Zatarra le accorre in aiuto prendendola per il braccio nudo nonostante l'umidità della notte le stesse entrando nelle ossa. In realtà si sofferma sul punto in cui ha sentito più freddo nel momento in cui quell'uomo l'ha sorretta, cioè il punto in cui la fede nunziale di Zatarra tocca il suo corpo. Alza lo sguardo ritrovandosi con il viso a pochi centimetri da quello dell'uomo e le luci dell'ingersso le permettono di conoscere le iridi verde smeraldo che sembrano brillare anche se inconiciate da delle occhiaie e folte sopracciglia nere e trascurate. Il che la dice lunga: insomma, chi moglie lascerebbe che suo marito esca di casa in quello stato? E sporattutto permette a suo marito di uscire di notte per salvare una perfetta sconosciuta?
<< ma tu chi sei ? >> le parole le escono spontanee e solo ora sembra essersi resa conto di averlo detto ad alta voce. La domanda sembra scombussolare l'uomo che boccheggia ripetutamente, stringendo, inoltre, la presa sul suo braccio.
<< Ally... >> Austin si avvicina facendo cadere lo sguardo sulla stretta e poi si stranisce nel vedere in palese difficoltà Zatarra. << ...ehm... Lester e Mike ci stanno aspettando dentro. Vieni. >> detto questo Zatarra stacca la presa per permettere ad Austin di accompagnarla dentro.
<< Chiedilo a tuo padre. >> Ally sente un fremito percorrerle tutto il corpo, ma non si volta perchè sa che è rivolta a lei quella frase. E ora più che mai sente il desiderio di riabbracciare suo padre.

******

Zatarra non è sempre stato un uomo burbero e solitario, ci è diventato a causa di quello che il destino gli aveva riservato. Un tempo era stato spensierato, allegro, passionale, avventuriero e felice. Era stato giovane. Quella stessa gioventù che gli aveva dato tanto, forse troppo, gli aveva dato la cosa più importante che un uomo potesse avere, o meglio provare, l'amore.....
Il fumo della sigaretta che sta fumando lentamente appoggaito ai lati della gip, lo riporta al giorno in cui conobbe sua moglie. Lei era seduta ad un tavolino bianco di un bar, stava leggendo un libro che teneva in una mano mentre con l'altra ogni tanto sorseggiava del tè da una tazza fumante. La sua figura poggiava elegantemente sullo schienale in una postura regale avvolta in un vestito a fiori chiaro, delle scarpette dal tacco sobrio e un cappello di paglia. Quel cappello che fu complice dei suoi segreti piani per avvicinarla. Una folata di vento glielo fece volare via dal capo, ma lui non aspettava altro , per questo non gli lasciò fare troppa strada per raccoglioerlo e ridarlo alla ambita padrona. Fu il sorriso che gli rivolse come ringraziamento che lo fece innamorare come non mai. Quel sorriso non l'ha mai più dimenticato. Lo accompagna da una vita, sopratutto da quando non ha più avuto modo di toccare le labbra su cui sorgeva, perchè sua moglie era morta e adesso gli è rimasta solo una promessa a lasciarlo in vita. La promessa che le fece prima di morire tra le sue braccia. Ma a lui il ricordo fa male, troppo male e beve e fuma...annebbia la sua mente per rivederla.
" Ma tu mi rivedrai un giorno, amore. "
Quelle parole non sono mai state più vere come adesso. Lui l'ha rivista, l'ha incontrata, l'ha toccata. Gli è bastato spostare lo sguardo da un immagine alla reltà; da sua moglie a sua figlia.
Nel salone di casa Bellmuont il quadro di sua moglie si è eretto quasi imponente, quasi come se lo stesse parlando e lui aveva capito quelle parole quando quel bastardo si è girato con tra le mani l'unico motivo che ancora lo tiene in vita. Allyson.
Ed è uguale a lei.
Lei a cui brillavano gli occhi solo pronunciando il nome di sua figlia; lei che immaginava tutte le vite possibili che avrebbe potuto vivere; lei che confidava in lui per amarla; lei che non ha avuto il tempo nemmeno di salutare sua figlia ed ora li guidava da qualche parte troppo lontano. Quanto sono stati felici insieme tutti e tre? Non lo ricorda nemmeno visto che a causa del bastardo è stato costretto a lasciarla. La notte in cui perse sua moglie, fu la notte in cui protesse sua figlia strappandosela dalle braccia per consegnarla ad una vita migliore. L'aveva stretta a lui quasi a soffocarla per trattenere il calore con sè e tenerlo come ricordo; poi aveva versato due lacrime e gliel'aveva regalate guardandola dritto in quegl'occhi addormentati con la promessa che un giorno l'avrebbe riportata a casa. Ebbene sta mantenendo la propria promessa, la deve riportare a casa. No Altamira. Miami.
La casa che lui stesso gli ha dato, il padre e la madre che lui stesso gli ha imposto anche se malvolentieri.
Spegne la cicca e poi prende la bottiglia di wisky, sta per fare un sorso, ma poi ci rinuncia pensando che deve assicurarsi prima che Ally metta piede sul jet illesa. Dopo di che avrebbe avuto la sua vendetta e la morte.



*****

<< Papà, per l'ennesima volta, sto bene. >> dice Ally roteando gli occhi, costringendo Austin a trattenere delle risatine. Sta ripetendo la stessa cosa da circa 15 minuti buoni, più o meno da quando è entrata nell'hotel. Si sono fermati nella hall e suo padre è ancora intenzionato a chiederle come sta o se quel "bastardo lurido sporco" le abbia fatto qualcosa.
<< Lester, per l'amore del celo, smettila. >> lo reguardisce Mike. << Faccio preparare l'aereo tra due ore. >> aggiunge con disinvoltura ricevendo l'assenso di tutti.
<< Quale aereo? >> chiede lei dopo aver visto lampi di assenso negl'occhi dei presenti.
<< Il jet privato dell'azienda >> chiarisce Austin con tono neutro, senza notare nemmeno lo stupore di Ally negl'occhi.
Mike, allora, si dirige al bancone della reception lasciando il resto del gruppo nella grande sala illuminata abbastanza da non far notare il buio abbissale della notte.
<< Tra poco sarai a casa, tesoro. >> Lester le accarezza il braccio in modo rassicurante e visibilmente più rilassato di qualche ora prima. Ma, le parole di suo padre non sortiscono l'effetto che avrebbero dovuto, una parte di lei è estremamente felice di essere tra le braccia dei suoi cari; dall'altra è consapevole di non poter ritornare a Miami e dimenticare tutto quello che le è successo. Si sente improvvisamente persa in balia di una situazione troppo recente quanto scomoda per poter formulare un pensiero coerente e definitivo, per questo sorride debolmente e stancamente al padre.
<< Vado a vedere se è tutto a posto. >> a parlare è Austin che indugiando qualche minuto su Ally , raggiunge Mike.
<< Tesoro, abbiamo tempo se vuoi farti una doccia... >>
<< No... >> dice appoggiandosi sul suo petto << ...la farò a casa. >>
Restano così per qualche minuto a crogiolarsi l'uno nel calore dell'altro come se fossero davvero nel salotto di casa Dawson.
<< Mi dispiace, Ally. >>
<< Per cosa? >>
<< Per quello che è successo. >> la cantante a questo punto si scosta dal petto del padre per guardarlo dritto negl'occhi e scorgere serio pentimento in essi.
<< Non dire così, tu non potevi sapere- >>
<< Invece io lo sapevo. >> la veemenza con cui Lester la interrompe la fa indietreggiare di poco. << Sapevo che eri in pericolo, lo sei sempre stata. Ed io invece di proteggerti ti ho cresciuta per essere libera i indipendente. Che sciocco sono stato ad abbassare la guardia. >> si alza dal divanetto passandosi una mano tra i capelli.
<< Papà... >> si alza anche lei con un piccolo sforzo, dato la pesantezza che sente alle gambe, e gli si avvicina. Gli mette una mano sulla spalla in modo da rassicurarlo e cercando il suo sguardo, ma Lester sembra non essere intenzionato a farlo. << Adesso sono qui e colpevolizzarsi è tutto inutile. >>
E così viene stretta in un abbraccio forte, forte come la paura che l'uomo ha avuto di perderla e delle colpe che pochi secondi fa sono state confessate.
<< Grazie al celo sei qui.... >>
<< In realtà... >> inclina il capo per guardarlo in faccia << dovresti ringraziare Austin e il resto. >>
<< Già... >>
<< A proposito, papà, chi è quell'uomo? >> la sua domanda provoca un'ombra sul volto di suo padre.
<< Chi? >>
<< L'hai capito benissimo, parlo di Zatarra >>
<< Solo... un uomo... che odia Ramiro. >> biascica visibilmente in difficoltà.
<< Solo questo? >> gli chiede sospettosa.
<< Sì, cos'altro dovrebbe esserci, Ally? >> così dicendo scioglie l'abbraccio definitivamente e si siede sul divano.
<< Quando gli ho chiesto chi fosse, mi ha detto di rivolgere a te questa domanda...perchè? >>
<< Questo non lo so. >> segue una lunga pausa in cui Ally scruta con cura gli occhi marroni del padre sperando vivamente che dica la verità,ma purtroppo ottiene solo conferma delle sue menzogne.
<< Già una volta mi hai nascosto la verità, non ripetere lo stesso errore. >> si rende conto che è andata al centro della questione,lo sta ricattando moralmente facendo leva sul senso di colpa.
<< Ally...io... >> non trova le parole per spiegarle la verità, una verità di cui ha paura da 22 anni. Ma se adesso non glielo dice rischia di allontanarla per sempre.
<< Cattive nuove. >> Mike e Austin entrano interrompendoli.
<< Che è successo? >> Lester lascia cadere la discussione con grande delusione di Ally che però ha intenzione solo di rimandare la discussione.
<< L'aereo non può partire prima di domani. >>
<< Perchè? >>
<< A quanto pare c'è un ciclone sul golfo, dobbiamo aspettare che passi. >> annuncia Moon senior no senza una punta d'irritazione.
<< Ally, credo sia opportuno che tu riposi. Sembri stanca. >> i suoi occhi si incontrano con quelli del biondo e come sempre sente una morsa allo stomaco. In efetti la pesantezza alle gambe già precedentemente accusata, inizia ad essere avvertita anche sulle palpebre. Così accetta, annuendo, la muta richiesta di Austin a seguirlo alle stanze.
<< Mh mh... >> l'attenzione di tutti si sposta su Zatarra che è appena entrato.
<< Volevo farti qualche domanda, se per te va bene >> aggiunge riferendosi a Ally.
<< Non se ne parla. >> inveisce il biondo, mettendole un braccio intorno alla vita provocandole una scarica elettrica che piano si diffonde per tutto il corpo.
<< Austin! >> ancora una volta i loro occhi sono l'uno nell'altra, restano così per minuti apparentemente interminabili. Per la prima volta dopo la liberazione hanno la possibilità di guardarsi davvero. Può vedere la preoccupazione che mal celano, il senso di protezione pressante e l'amore. Quell'amore che aveva assaporato mesi prima e che credeva perduto per sempre. E ora è lì nel miele dei suoi occhi che le attraversa il corpo fino alle vene.
<< Me la sento. >> dice.
<< Bene... >> l'uomo si muove verso il divanetto così tutti lo seguono. << Ti ruberò solo qualche minuto >>
<< Me lo auguro. >> afferma Lester che insieme a Mike è in piedi.
<< So che magari non ne hai avuto il tempo, ma vorrei sapere se hai mai sentito Ramiro parlare del suo lavoro. >>
<< No. >>
<< Sicura? >>
<< Sei sordo! Ha detto di no. >>
<< E' importante, Lester, e questa cosa non riguarda me e te >> sputa Zatarra tra i denti senza distogliere gli occhi da Ally che nel frattempo oscilla i suoi tra quell'uomo e suo padre.
<< Ho...sentito solo parlare di un tale... >>
<< Il Veneziano? >>
<< Sì... >> il suo tono non nasconde la sorpresa e la curiosità << chi è ? >> chiede.
<< Non lo sappiamo. >> le risponde.
<< Sappiamo? >> stavolta a parlare è il biondo.
<< Sì. Io collaboro con gli agenti federali. >> la rivelazione lascia tutti interdetti oltre che stupiti.
<< Pare che Ramiro sia implicato con i cartelli del luogo che prendono ordini da un certo Veneziano che però non è stato mai visto da nessuno, solo lui ha i contatti e sa chi sia. >>
<< Mi stai dicendo che quell'uomo è in combutta con la mafia locale? >> la preoccupazione nel'occhi di Mike è visibile.
<< Dobbiamo andarcene al più presto. >> Austin inizia ad andare su e giù per la stanza passando una tra i capelli.
<< Se tu collabori con la polizia, perchè ieri non è stato arrestato per rapimento ? >>
<< Perchè io collaboro con i federali no con la polizia locale, quella è corrotta. >>
<< Che significa che non riguarda voi due. >> esclama Ally, indicando con l'indice prima Zatarra poi Lester. Mentre tutti si erano preoccupati dell'implicazione del messicano nei brutti giri, lei si era soffermata su quelle parole che le avevano provocato una strana sensazione: come se qualcosa proprio sotto il suo naso le stesse sfuggendo. I due si scambiano una lunga occhiata, Lester scuote impercettibilmente il capo come se stesse rispondendo a Zatarra, che, invece, lo inclina nella sua direzione.
<< La volete smettere! >> Ally salta in piedi, ma questo le provoca un cedimento ed è costretta a risedersi all'istante.
<< Ei... >> Austin scatta in avanti inginocchiandosi davanti a lei. << Che ne dici di andare a risposare ora e rimandare tutto a domani? >>
<< No! Voglio sapere cos'altro c'è. Ora. >> punta suo padre incrociando le braccia sotto al petto.
<< Arrivato a questo punto credo sia meglio che lo sappia. >> con sua enorme sorpresa a parlare è Mike Moon: anche lui ne è a conoscenza. Questo la fa sentire enormemente frustrata e su di giri. << Lo sai anche tu? >> chiede a Austin irritata.
<< No. >> le risponde facendogli capire di sentirsi allo stesso modo.
<< Lester.... >> Zatarra stende un braccio per invitarlo a continuare.
<< Ally... non so come dirtelo... vedi noi conoscevamo già Zatarra.>>
<< Questo lo sappiamo. >> adesso Austin è seduto accanto a Ally.
<< L'ho conoscuito in questo holtel 22 anni fa... >> Ally cerca di immaginare lui e sua madre nell'hotel in cui conobbero i suoi genitori naturali, ma non può essere lui, infondo c'è la possibilità che abbiano conoscuto altra gente.
<< Non mi dire... >> gli occhi di Lester sembrano leggerle l'anima individuando esattamente in che direzione siano andati i suoi pensieri.
<< Sì, tesoro.... >> sono queste parole a farla sbiancare completamente. Sa che suo padre ha intercettato i suoi pensieri è una cosa che fa da quando era piccola. Era una cosa spontanea che avveniva meccanicamente: si partiva con sgurado indagatore, seguito da una scintilla soddisfatta per aver fatto centro. Adesso, però, negl'occhi non c'è soddisfazione, ma paura per la verità appena ammessa.
Zatarra....
L'uomo dagli occhi smeraldo adesso puntati su di lei in modo impassibile, quello a cui deve la vita è anche l'assasino che l'ha tenuta sveglia.
Zatarra...
L'uomo di cui desiderava conoscere l'identità e adesso non fa altro che rifiutarla.
<< Cosa? >>
Ally, non si gira a guardare Austin che a quanto pare non ha ancora capito.
Zatarra...
Quel nome assurdo che ne nasconde un altro con troppastoria, con troppa identità per poter essere esposto al mondo con disinvoltura.
Zatarra. Adreij Petrov. Suo padre....
<< Andreij... >> soffia debolmente per dare conferma e realtà ai suoi pensieri.
Vorrebbe scoppiare in una scenata che quasi probabilmente risulterebbe isteica. Come hanno potuto fidarsi dell'uomo che ha ucciso la sua madre biologica? Ma forse la domanda è stupida perchè loro non conoscono la verità. Si è approfittato di loro,come si è sempre approfittato di tutti. Si alza lentamente sfruttando le poche forze che ha, si avvicina con una rabbia mai provata prima, la sente espandersi in tutto il corpo riavvivendo ogni cellula. I respiri si accellerano e si fanno più corti,. punta gli occhi nocciola in quelli verdi di Zatarra e sciogliendo il braccio dal petto tira uno schiaffo dritto sulla sua guancia.
<< Assassino! >> la reazione stupisce tutti in modo diverso, tranne il diretto interessato che non si muove di un centimetro e chiude gli occhi con la consapelvolezza di meritarlo.
<< Ally... che stai dicendo? >> A trovare la prola è Mike sul cui volto, Austin, riesce ad individuare la confusione. Dev'essere stanco anche lui se non nasconde le sue emozioni dietro la sua solita faccia da schiaffi.
Ma la cantante non si volta, resta ferma davanti a Zatarra/Andreij in una postura dritta e rigida.
<< Non mi aspettavo niente di diverso. >> accondiscende lui con rassegnazione senza muoversi di un millimetro se no abbassando il capo.
<< E' vero? >> Austin tira Ally a sè per le spalle senza aspettare la risposta che non arriva.
<< Certo che è vero. Ha ucciso lui Jiulienne. >> se la rivelazione di prima ha lasciato stupiti tutti, questa li lascia del tutto di stucco.
<< Sta dicendo la verità ? >> chiede con impazienza Mike
<< Vorresti una risposta? >>
<< Sì maledizione! >> si scaraventa su di lui afferrandolo per il colletto della camicia. << E devi faro adesso. >>
<< Dammene la possibilità. >> ribatte con la mascella serrata sostenendo lo sguardo di Mike che lo lascia andare riluttante.
Zatarra tira la camicia per sistemarla poi guarda Ally: << Immagino chi te l'abbia detto. >>
<< Questo non è importante >>
<< Per me sì. >>
<< A nessuno interessa la tua opinione. >>
<< Invece dovrebbe, perchè non è vero. >>
<< Dimostramelo. Dove sei stato in questi 22 anni? >>
<< Questo non c'entra... >> Zatarra si passa una mano nei capelli fermandosi sulla nuca e afferra una ciocca di capelli che maneggia nervosamente. Austin, si ferma ad osservare la cosa pensando a quante volte, in passato, Ally l'abbia fatto quando era nervosa. In effetti a guardarli froteggiarsi l'un l'alro, si possono cogliere quelle sottili similitudini che confermano il loro legame; proprio come quella familiarità avvertita al primo incontro. Quindi arriva a pensare che magari quel gesto significhi per lui quello che significa per sua figlia: è nervoso.
<< Rispondile. >> incita con fermezza.

<< In carcere. >> cede con un sospiro. Ancora una volta un assordante silenzio cala tra i presenti che accolgono sorpresi la conferma delle parole della cantante.
<< Sai Austin, credo che tu abbia ragione.... >> ribatte con gli occhi rossi dalla stanchezza e dalla determinazione. << ....ho bisogno di riposare. >>
Detto questo si muove verso le scale, seguita dal biondo.



Percorrono il corridoio in assoluto silenzio ascoltando il ticchettio delle loro scarpe rimbombare sul liscio pavimento di marmo. In realtà è solo Austin a seguire mentalmente il ritmo dei loro passi, xkè di sottecchi può benissimo vedere il profilo di Ally intenta a rimuginare su tutto quello che è successo. Improvvisamente sente un enorme bisogno di abbracciarla e rallenta per poterlo fare, ma viene fermato da una sorta d'imbarazzo originato forse dal silenzio, o dal fatto che lei non sembra accorgersi della sua presenza.
<< Siamo arrivati. >>
Ally alza la testa e si spinge in avanti per aprire la porta contemporaneamente a lui, ritrovandosi a pochi centimentri l'uno dalla bocca dell'altro. Il fiato di entrambi diventa corto quando anche i loro occhi si incatenano scatenando i sentimenti di entrambi che espolodno in un bacio. Le braccia del biono scivolano dietro la schiena della ragazza premendola a sè, mentre lei si impossessa dei suoi capelli continuano a cercarsi pur essendo attaccati, ma è dovuto solo al fatto che adesso possono stare insieme e hanno bisogno di stare insieme.
Si staccano solo per riprendere fiato.
<< Mi dispiace. >> esorta Ally provocando una piccola delusione a Austin che invece annuisce e la guida all'interno della stanza.
<< Dormirai qui. >>
Ally si siede sul bordo del letto accarezzando il tessuto del lenzuolo, ma rivolgendo lo sguardo sulla scrivania si ferma a guardare una maglietta mal riposta.
<< Di chi è questa stanza? >>
<< E' tua, adesso.... >>con queste seplici parole Ally capisce che le è stata ceduta dal biondo.
<< Bè...ehm....allora... >> biascica totalmente preso dal disagio di ritrovarsi solo con lei in una stanza. O forse è il fatto che ci sia anche un letto invitante e un bisogno di lei vivo nel suo basso ventre, mentre sa bene che deve lasciarla riposare.
<< Resta.... >> alza di scatto lo sguardo su di lei constatando che non era frutto della sua immaginazione.
<< Sicura? >> indugia qualche secondo su di lei, poi annuisce così non gli resta altro che chiudersi la porta alle spalle e sedersi accanto. Ancora una volta il miele va ad incontrarsi con il nocciola, le mette una mano sulla guancia sentendola rabbrividire al suo tocco e chiudere gli occhi. Man mano che scende, la sua mano si riscalda impadronendosi del calore che emana il corpo caldo della cantante. << Ho avuto così tanta paura di perderti, Ally. >> le sussurra piano. Ma Ally non gli risponde e apre gli occhi lasciando scendere una piccola lacrima. Gliel'asciuga con il pollice per poi baciarla di nuovo. Assapora ogni fibra delle sue labbra secche che man mano si fanno morbide e calde, percorre con estrema lentezza ogni centimetro del suo corpo, mentre l'altra mano è ben salda tra i suoi capelli arruffati anche se sempre morbidi. Molte volte aveva pensato all'idea di non rivederla più o di vederla immobile e tutte le volte finiva per sentirsi soffocare. Soprattutto non si sarebbe mai perdonato il modo in cui si erano lasciati, ma a quanto pare non avevano perso la brutta abitudini di saltarsi addosso senza mai andare al nocciolo della situazione, senza mai parlare. In quel momento ce n'erano parole da dire. Avrebbe volutodirle di non aspettare a stare insieme senza riserve esattamente come vuole lei, senza avere paura di suo padre e di quello che avrebbe detto.Eppure non riesce a staccarsi, ha bisogno di sentire la linea dritta delle sue gambe che finiscono sui fianchi sinuosi e sottili, il seno a coppa che gli entra nella mano e si trugida al suo tocco, il collo fine e lungo così sensibile alla sua bocca e, infine, il viso angelico che lo ammalia ad ogni sguardo. Sente le mani di Ally scivolare dentro la sua maglietta e salire su per l'addome, non sa per quanto potrà ancora resisterle; non molto a giudicare dalla foga che ha preso il sopravvento. Infatti, lle maglie di entrambi finiscono a terra insieme al reggiseno e Austin deglutisce piano alla visione celestiale che gli si presenta. Non attende un secondo di più prima di strapparle via il resto dei loro vestiti ed entrare in lei con una spinta. Torna ad impossessarsi della sua bocca con ardore fregandosene del fatto che quasi probabilmente la farà sanguinare, non gli importa di nulla se non di sentirla sempre più sua, come non la sentiva da tempo.
Ally allaccia le gambe dietro alla sua schiena e adesso lo guarda con gli occhi colmi di piacere, di amore e di pace. Una pace che non credeva più possibile, quella che arriva solo se ci si abbandona completamente; esattamente come in questo momento in cui non esiste il mondo. Nessun rapimento, nessun padre ritornato, nessun aereo, nessuna casa, nessun padre ostile,nessun Ramiro. Solo loro. Austin e Ally.
Arrivano insieme all'apice stringendosi più forte fino a farsi male e poi si lasciano andare sul materasso l'uno stretto all'altro.
<< Sarei dovuto andare via. >> rompe il silenzio mentre affonda il viso nei capelli arrufati di Ally inalando il suo profumo misto a quello di terra.
<< Già...avresti dovuto. >> lo sconforto si fa largo nel cuore di Austin al senitre queste parole,ma va via quando si accorge del sorriso beffardo che la cantante sta sfoggiando.
<< Me l'hai fatta, Ally Dawson. >> si unisce alla sua risata. Così ridono per un po', forse per la presa in giro, forse per il loro esser stati stupidi, forse per l'intera situazione. Ma quelle risate le stanno facendo bene: sente la rabbia, l'odio, la confusione e la paura scivolare via, Austin può quasi vedere le cellule del corpo caldo della ragazza distendersi.
<< Quando saremo a casa c'è una cosa che voorrei chiederti.... >>
<< Mh,mh... promettilo. >> si sistema meglio tra le braccia di Austin, biascicando le parole nel sonno.
<< Te lo prometto. >> Austin le da un bacio tra i capelli augurandole una buona notte o quello che ne rimane visto che sono 1:45. 

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