Eravamo sotto a quell'albero con i primi albori a portar via l'umidità della notte. Apro gli occhi avvolto da una sensazione di benessere che non provavo più da una vita, mi accorgo che non era stato un sogno, lei era appoggiata con la sua testa al mio petto e una mano aperta affianco che dormiva beata e io l'avvolgo con un braccio. Alzo il braccio delicatamente per guardare l'ora e la sento muoversi. Alza la testa confusa senza spostare la mano da mio petto per appoggiarsi.
<< Buongiorno >> le sussurro. Lei ricambia con un sorriso e i nostri occhi sono l'uno negl'altri, miele contro caffè, dura un attimo ma intenso, prima che lei si alza di scatto << Dio devo essermi addormentata! Perché non mi hai svegliata? Mio padre mi ucciderà >> dice agitandosi. Io nel frattempo mi sono alzato e metto in ordine le coperte << mi sono addormentato anche io >> mi giustifico. Credo di averla messa nei guai, ma non mi importa sono stato bene con questa ragazza che riesce a farmi perdere il controllo quando mi ignora, e a trasmettermi serenità quando è vicina. Ci stiamo dirigendo all'uscita ed Ally è ancora agitata infatti continua a parlare << ....Avevo promesso di aprire io il negozio così questo pomeriggio avrei potuto pensare alla canzone, ora mi chiederà spiegazioni. A proposito.... >> non ce la faccio più anche se è buffa con quest'aria da adolescente nevrotica e logorroica ora deve smetterla di preoccuparsi. La afferro per le spalle e la stritolo dolcemente dicendo: << Sai saresti un ottimo avvocato hai una buona dialettica, ma smettila di preoccuparti e se non vuoi dire niente a tuo padre inventa una scusa. >> Per mio sollievo ha smesso di parlare anzi di colpo ha abbassato lo sguardo dalla vergogna << Scusa. Lo so che a volte parlo tanto, ma io non ho mai dormito fuori senza avvisare >> dice. Poi ricominciamo a camminare verso l'uscita ormai vicina. << Bene, allora ci sentiamo >> dice dopo esserci fermati fuori. << O ci vediamo >> ribatto. Lei annuisce e si allontana sotto al mio sguardo, poi si gira sventola una mano e scompare dietro l'angolo.
Sto per salire le scale e una voce mi saluta << Signor Moon. Buongiorno >> è Dallas, ma io mi limito ad un cenno con la testa e proseguo. L'ascensore si apre e mi fiondo sul letto con un sorriso a 32 denti, poi mi alzo sui gomiti e vedo la mia vecchia chitarra appesa. Mi alzo del tutto per prenderla e suonarla. Dio da quanto tempo non la suonavo da quando mio padre.... Già mio padre! Il suo pensiero mi inibisce e la poso di nuovo sicuramente perderebbe di nuovo il controllo se mi vedesse suonare.
***
Guardo l'ora, è prestissimo se mi sbrigo magari mio padre dorme. Spingo il piede sull'acceleratore mentre penso alla notte che è appena trascorsa. Paradossalmente ho passato la notte più fisicamente scomoda, ma allo stesso tempo comoda tra le sue braccia. Mi sentivo protetta.
La mia speranza sfuma insieme al mio sorriso da ebete quando entro in casa e trovo mio padre con braccia conserte, un piede battente e il telefono tra le mani << Si può sapere dov'eri finita? Ha chiamato Trish che ti cercava stanotte. Ho chiamato tutti i tuoi amici, ma niente, il cellulare era staccato. Ho pensato che ti fosse successo qualcosa. Ho chiamato perfino tutti gli ospedali di Miami >> non l'ho mai visto così furioso, ma del resto io non ho mai agito con superficialità. << Papà hai ragione scusa. È-è che siamo rimasti a provare tutta la notte >> mento. << Potevi almeno avvertire. Che non ricapiti più >> dice con toni più calmi. Credo di averlo fato spaventare. << Vuoi che vada io ad aprire il negozio? >> dice. << No. Ci vado io. >> gli rispondo << Bene allora io torno a letto, visto che non ho dormito. Tu vai ad aprire il negozio. Ti raggiungerò a pranzo. >> aggiunge. Così mi dirigo a fare una doccia. Mi sento così felice che niente potrebbe rovinare questa giornata. Metto dei jeans chiari la maglia fucsia a fantasia, il gilet bianco a mezzo busto e delle zeppe rosa, poi mi fiondo sulle scale apro la porta e vado al Sonic Boom.
Apro il negozio e approfitto della tranquillità per scrivere qualche verso. Questa notte mi ha riempito di idee. Passa qualche ora per ritrovarmi con aria sognante appoggiata al bancone. Non posso credere che Austin Moon, l'uomo arrogante e presuntuoso di qualche giorno fa, sia stato così sensibile alle mie parole. Non ci ha nemmeno provato, di questo un po' mi dispiace, però. Non ho mai provato sensazioni così prima d'ora mi sa proprio che mi sto innamorando di "capelli di sole".
<< Scusi, quanto costa questa armonica? >> un cliente è davanti a me ma io non gli rispondo << Sta bene signorina? >> chiede ancora, poi vedo da dietro una sagoma familiare che guarda la scena per poi avvicinarsi << Ally! >> è Trish.
Scuoto subito la testa << Eh? Sì. Cosata 20 dollari. Mi scusi. >> concludo la trattativa. << Hei! Ciao >> saluto la mia amica poi mi ricordo che mi ha cercata stanotte << Mio padre mi ha detto che mi hai cercato stanotte. Ch'è successo? >> chiedo.
<< Ho lasciato Sten. Ma tu dove sei stata? >> resto di stucco e di colpo mi sento da schifo: la mia amica aveva bisogno di me e io non c'ero. << Mi dispiace Trish. Ma com'è successo? >> dico affranta.
<< E di che ti dispiace? Quell'idiota mi tradiva con la nuova arrivata. Ora capisco perché ha voluto che me ne andassi >> sembra più ferita che addolorata, se la conosco un po' sicuramente non le sarà piaciuto essere presa in giro. Ad un tratto mi guarda e con disinvoltura continua << Sai, ci sono rimasta male, ma non più di tanto. Infondo non ho mai detto di amarlo >> sono più sollevata, però non posso fare altro che uscire da dietro al bancone e abbracciarla << Scusa se non c'ero stanotte. Ma sappi che non capiterà più >> le dico dolcemente. Lei sorride. << Ok,ok. Adesso basta smancerie. >> dice staccandosi e io ritorno dietro al bancone. Ora so che aveva bisogno di quest'abbraccio anche se non lo ammetterà mai. << Ora dimmi, dove sei stata? >> aggiunge.
Io sono tutta un fremito così inizio a raccontarle ogni cosa. << Devo dire che il "fottuto bastardo" ci sa fare, eh innamorata ? >> mi chiede sarcastica. Io sento una strana e piacevole sensazioni nell'ammettere che mi sto innamorando di lui. << Sì. Ma ora che devo fare? >> chiedo bisognosa di consigli.
<< Niente, aspetta che sia lui a fare il primo passo. Insomma che gli piaci è chiaro, ma non capisco perché non ti abbia baciata. E prima che tu ti perda completamente dobbiamo capirlo. >> dice decisa.
<< Buongiorno splendide fanciulle >> la voce di Dallas appena entrato nel negozio ci fa girare, sembra stanco. Poi si avvicina << Ally come mai non sei passata a salutarmi ieri sera? >> chiede.
<< Non credevo fossi in ufficio a quell'ora. Di solito non finisci alle 19:00? >> chiedo.
<< Sì. Ma ieri sono rimasto lì tutta la notte... >> sta raccontando i motivi che l'hanno trattenuto in ufficio mentre io guardo il mio quaderno aperto e gioco con la penna. << ....non sapete cosa mi è capitato. Ho visto rientrare il mio capo all'alba con i pantaloni sporchi di terreno. Vorrei tanto sapere cosa abbia combinato. >> sta ridendo. È evidente che lo prende in giro perché l'ha sempre considerato un arrogante altezzoso e per lui sapere che qualcuno l'abbia potuto "sporcare" è divertente. Io resto con gli occhi fissi sul quaderno ma smetto di giocare con la penna, Trish mi osserva e ride. Dallas nota che qualcosa non va infatti continua ad oscillare lo sguardo tra me e Trish. << Ally?? >> alzo lo sguardo Dallas mi fissa serio e io mi sto impacciando << Sì?? >> dico.
<< Tu centri qualcosa? >> mi chiede...
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Tu e la Musica!
RomansaSe Austin non fosse entrato nel negozio di Ally, e fosse diventato un uomo potente a capo dell'azienda di famiglia??? E Se, ancora, Ally non avesse superato la paura? Questa storia vede i nostri protagonisti all'età rispettivamente di 25 e 23 anni s...