Il risveglio! ~parte 1~

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È stata la notte più bella della mia vita, è stata mia. Sento il mio cuore accelerare al solo pensiero di stanotte, al pensiero che ci siamo detti "ti amo". Dio dov'era nascosta in tutto questo tempo?
Ora non posso fare a meno di guardarla dormire come una bambina, per fortuna la luce dell'alba non l'ha svegliata. Come ho fatto a considerarla solo carina, la prima volta che l'ho vista? Lei è magnifica. Da quanto sono appoggiato sul letto col gomito sinistro, non lo so, ma era ancora notte.
Driiin, driiin.
Cazzo la sveglia! Mi volto subito per zittirla e poi ritorno alla posizione di prima. La vedo aprire gli occhi e la luce le riempie l'iride del suo nocciola.
<< Da quanto stai lì? >> mi chiede con un sorriso compiaciuto.
<< Da un po'. Come ti senti? >> chiedo senza distogliere i miei occhi dai suoi.
<< Mai stata meglio >> sussurra.
Io l'abbraccio facendo intrecciare le nostre gambe << Spero di non averti messo nei guai? >> chiedo.
<< No. Mio padre non c'è, è andato in Kansas per il matrimonio di una mia zia settantenne >> risponde con un pizzico di ironia. << Che ore sono? >> aggiunge
<< Le sette. Hai fame? >> chiedo e lei annuisce. << non so casa c'è in frigo, ma ti avverto: non sono un bravo cuoco >> aggiungo.
<< Va bene la preparo io la colazione, non vorrei ritrovarmi in ospedale >> dice prendendomi in giro.
<< Mi stai prendendo in giro? >> mi butto su di lei facendole il solletico mentre lei ride e mi prega di smetterla, io obbedisco, la fisso negl'occhi e poi la bacio appassionatamente.
<< E' meglio che vada a farmi una doccia fredda >> dico sarcastico poi mi alzo e mi dirigo in bagno.


*****

Dio, si può essere più felici di così? Ho il corpo in fibrillazione, mi sento più energica degli altri giorni, mi sa proprio che la fortuna giri dalla mia parte. Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei innamorata, ma soprattutto chi l'avrebbe mai detto che Austin Moon mi diceva "ti amo". Io ieri credevo di dover accantonare ogni speranza.
Sento l'acqua scorrere, mi alzo prendendo una sua camicia per coprirmi, sto inalando tutto il suo profumo, ma non sono sicura che sia solo la camicia ad odorare di lui. Quando do uno sguardo al letto vedo il segno evidente della mia ex virtù. E ora cosa faccio? Velocemente tiro via le lenzuola e mi dirigo fuori al salone per poi dirigermi sul soppalco in cerca di una lavatrice.
<< Che scema >> è ovvio. Non ha lavatrici, lui vive in un hotel. I miei occhi si illuminano quando vedo il montacarichi con su scritto lavanderia, subito faccio scendere giù le lenzuola e poi mi metto a preparare qualcosa. Mentre cucino squilla il telefono, ma non rispondo e faccio scattare la segreteria.
" Tesoro, sono la mamma. Volevo ricordarti che oggi è venerdì. Anche se la scorsa settimana non sei venuto, noi ti aspettiamo lo stesso per cena. Conto su di te. Fammi sapere e non costringermi a venire da te. Ti vogliamo bene."
Chissà quali problemi avrà con i suoi genitori? Quando ne parla lo fa sempre con un po' di amarezza. Ma quanto ci mette per una doccia? Nell'attesa mi dirigo in camera da letto e mi vesto poi noto una chitarra affissa al muro,mi viene la curiosità di vedere se riesco ancora a suonarla. La prendo e maldestramente inizio a suonarla.
<< Lo chiami suonare questo? >> mi volto e lo trovo che mi osserva. Ha i capelli bagnati ed è coperto solo da un asciugamano alla vita. Sono sicura che, se non l'avessi attaccata al collo, la chitarra sarebbe caduta dalle mani per quanto sia sexy. << Vieni ti faccio vedere io >> si avvicina e si posiziona dietro di me. Io eseguo le sue istruzioni alla perfezione ma poi vengo distratta dalla sua mano che sta scivolando sotto il mio vestito.
<< Austin, la colazione è pronta >> dico in un sussurro per poi girarmi e ritrovarmi di fronte a lui, sempre intenzionato a farmi rabbrividire.
<< Davvero? Mi piace >> la sua voce suadente mi fa sciogliere in un attimo, ma non posso permettermi di fare tardi.
<< Intendevo la vera colazione >> dico allontanandomi e dirigendomi su per la cucina.
<< Sai, ho sentito che tra qualche giorno ci sarà un concorso per le star emergenti, magari potresti provarci >> azzardo. Ma il sorriso con cui si accingeva a mangiare la colazione scompare e la sua espressione si fa seria.
<< Perché non partecipi tu? Io ce l'ho già un lavoro appagante. >> dice freddo.
<< Appagante, non significa che ti piace. E poi io forse firmerò un contratto con la Star Record domenica >> replico con cautela
<< Io non ho mai detto che il mio lavoro non mi piace, certo se avessi a che fare con la musica sarebbe perfetto, ma mi piace avere il potere >> replica ancora infastidito e leggermente stizzito. Io ricordo della telefonata e lo informo << Ha squillato il telefono prima, ho fatto scattare la segreteria ed era tua madre. Ha detto di chiamarla per confermare la cena di stasera oppure verrà di persona >>
Alla fine dell'informazione il suo sguardo si intensifica in chissà quali pensieri e dice semplicemente << Bene. >>
Io sono troppo curiosa e azzardo una domanda << Che problemi hai con i tuoi genitori? >>
<< Io non ho problemi con i miei genitori. >> risponde stizzito poi continua cambiando discorso mentre si dirige di sotto << Parliamo di cose più importanti: pranziamo insieme oggi? >>
Io lo seguo e arrivata in camera da letto, dove si accinge a vestirsi, dico << Non cambiare discorso. Vedo lo sguardo che fai quando ne parli e poi il fatto che non sei andato la settimana scorsa... >> lui alza lo sguardo interrogativo e truce. << ...lo ha detto tua madre nel messaggio. >> chiarisco.
<< Ally! È una lunga storia. >> sintetizza
<< Voglio ascoltarla. >> replico decisa. Non mi arrenderò così facilmente.
Si siede sul letto e inizia << E va bene. Mio padre ha sempre avuto un'avversione per la musica perché il mio padre biologico era un musicista... >>
<< Il tuo padre biologico? >> mi siedo accanto a lui.
<< Sì. Si chiamava Alex, morì in un incidente e mio padre, Mike, che era innamorato di mia madre decise di prendersi cura di tutte e due. Solo che non credo abbia mai accettato il fatto che io non sia suo figlio. Infatti, quando avevo 12 anni dissi a mio padre che volevo fare il cantante. Non mi rivolse più la parola. E più io inseguivo il mio sogno più lui mi ostacolava. Fino a quando una sera tornò ubriaco a casa, mia madre per sorreggerlo si beccò uno schiaffo finendo a terra. Io non potei sostenere più la situazione e sapevo che l'unica cosa da fare era rinunciare al mio sogno. All'inizio mi sentivo morire, poi conclusi il mio primo affare e vidi gli occhi di mio padre fieri di me, anche se non lo ha mai detto e non sono nemmeno sicuro che lo fosse. Questo è tutto >> non mi ha guardata nemmeno un secondo. Il suo sguardo era rivolto al pavimento come se questo fosse una globo magico che lo ha riportato indietro. Io resto senza parole, non so casa dirgli. Tutto mi sembrerebbe banale o stupido.
<< Mi dispiace >>
<< E' il passato, Ally! Ora ho trovato il mio equilibrio e ho trovato te >> risponde. Io lo bacio e poi lui si alza di scatto dicendo << Muoviti e andiamo che Terence ci sta aspettando >> io obbedisco.
Arriviamo di fronte all'ascensore << Non mi hai risposto: pranziamo insieme? >> chiede.
<< Mi piacerebbe tanto, ma domani pomeriggio ho un esame e devo ripetere tutto. >> lo informo.
<< Non sarà mica una scusa? >> chiede so il sorriso.
<< No. >> dico alzando un po' la voce.
L'ascensore si apre e Austin mi prende la mano per poi dirigersi fuori sotto gli occhi stupiti del receptionist e Terence, che ci sta aspettando pronto ad aprire la portiera.
Ormai siamo all'interno e le nostre mani non si sono staccate.
<< Vai a casa o al sonic Boom ? >> mi chiede.
<< Devo passare in negozio per portare le chiavi a Trish e poi prendere l'occorrente. >> dico
<< N-non v-uoi cambiarti? >> chiede balbuziente quasi imbarazzato dalla domanda.
<< Mi cambierò al negozio.....ho qualcosa lì. Perché lo chiedi? >> chiedo confusa, perché dovrebbe preoccuparsi del mio abbigliamento?
<< Bèh! Non credo sia comodo studiare in vestitino e tacchi a spillo >> dice con un mezzo sorriso che io ricambio compiaciuta.
<< Che hai deciso di fare? >> chiedo, ma lui mi guarda perplesso << Riguardo cosa? >> mi chiede.
<< La cena di questa sera >> dico
<< Non lo so. >> dice con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino.
<< Austin....>> la mia voce decisa, a non permettere che lasci andare anche questa possibilità di appiattire le difficoltà con i suoi genitori, lo fa voltare. << ...non sei più un ragazzino, devi affrontare i problemi anche se questi riguardano i tuoi genitori. So che è difficile, ma devi parlare con loro, devi spigare loro tutto ciò che ti affligge. Sono i tuoi genitori. >> dico tutto d'un fiato , mentre lui mi guarda con attenzione e quasi scioccato dalla mia reazione. Poi si riprende.
<< Va bene, se dico che ci penserò, prometti di non alzare più la voce? >> chiede divertito mentre io arrossisco per l'imbarazzo vedendo Terence di sottecchi che ammicca un sorriso.
<< Siamo arrivati signorina >> dice Terence.
A questo punto gli do un bacio sulla guancia, perché mi vergogno davanti a Terence, e faccio per uscire, ma vengo bloccata da lui che invece affonda per qualche secondo la sua lingua nella mia bocca. Esco e l'auto va via.
Trish è in ritardo speriamo solo che non mi faccia fare tardi o non troverò posto in biblioteca, mi dirigo su in sala prove e mi cambio metto una gonna alta in vita fiorata, una maglia bianca e uno stivaletto beige.
<< Ally? >> ecco la riccia che è appena arrivata nel negozio.
<< Sono su >> rispondo. Aspetto qualche secondo ed entra dalla porta << Hey ma che fine hai fatto ieri? All'improvviso non vi abbiamo visto più. Devi dirmi qualcosa? >> chiede con il suo sorriso da: "te l'avevo detto".
<< Sì, molto. Ma non è la giornata giusta perché domani c'è l'esame, per non parlare della demo da presentare a Jimmy domenica. Ti farò un resoconto velocissimo: si è ingelosito, mi ha portata a casa sua, mi ha baciata, mi ha detto che mi ama e abbiamo fatto l'amore. Per i dettagli aspetta domani pomeriggio. Ora devo andare. Mi raccomando il negozio >> dico velocemente, mentre finisco di prepararmi, per poi precipitarmi giù per le scale e fuori al negozio. Lascio Trish letteralmente confusa e scioccata dalle rivelazioni. Si aspettava un bacio esattamente come me e non certo tutto quello che è successo.

*****

Sto cantando una delle sue canzoni, "Bouble take", e di sottecchi vedo Terence ammiccare un sorriso. << Che c'è? >> chiedo
<< Niente signore, sono felice che sia di buon umore >> risponde. Io so che è il suo modo gentile di dire molto di più, credo che sia l'unico dopo Dez a capire anche i mie silenzi, ma differenza del rosso sa sempre come dire le cose senza farmi arrabbiare, anzi.

È arrivata ora di pranzo finalmente, ne approfitto per mandarle un sms.

Austin to Ally
20/10/2013 ore 13:00

Disturbo? Hai due minuti per me?

Ally to Austin
20/10/2013 ore 13:01
Certo

La sua risposta è immediata così la chiamo.
<< Pronto? >>
<< Che fai? >>
<< Stavo mangiando un panino. Tu? >>
<< Solite cose >>
<< Signor Moon mi scusi >> Gill è appena entrata nel mio ufficio ed è abbastanza preoccupata.
<< Attenderesti un attimo in linea? >> chiedo ad Ally e lei acconsente.
<< Che c'è? >> chiedo seccato
<< Hanno chiamato dalla fabbrica; è saltato il macchinario per l'imballo >> dice.
<< Cavolo! >> questo provocherà un ritardo nelle consegne e inoltre costi aggiuntivi, che razza di incompetenti ho alle mie dipendenze? << Chiama il tecnico, deve precipitarsi subito alla fabbrica e addebita i costi della riparazione a tutti i dipendenti responsabili. >>
<< Signore, è stato un incidente non ci sono responsabili >> dice
<< Non mi importa. Ah! Chiama Barry e digli di chiamare i clienti e vedere se ci danno una proroga. >> detto questo Gill esce e io riprendo la telefonata.
<< Dov'eravamo? >> le dico
<< Non dovresti trattare così i tuoi dipendenti >> risponde con tono polemico.
<< Ally, non voglio litigare con te; piuttosto volevo chiederti se ti va di venire con me domani >>
<< Dove? >>
<< Al ricevimento annuale degli imprenditori, un ricevimento dove i maggiori imprenditori del paese non fanno altro che ostentare la loro ricchezza >> mi lascio un po' andare nei giudizi.
<< ma, ma non ho tempo di fare shopping e non so cosa mettere, non sono mai stata ad un ricevimento prima d'ora >> si agita
<< Tu dì di sì, al resto penserò io >> dico pensando subito di mandare Gill a comprare qualcosa.
Resta un attimo in silenzio << ad una condizione >> decisa
<< Quale? >>
<< Tu stasera vai dai tuoi genitori e parlerai con loro >>
<< si chiama ricatto >> affermo divertito
<< SI chiama compromesso >> risponde compiaciuta.
<< D'accordo ci penserò. La tua risposta? >> chiedo.
<< Ci penserò >>
Faccio un sorriso rassegnato questa ragazza sa come zittirmi e tenermi testa il che mi fa piacere ma anche paura. << Te l'ho mai detto che saresti un ottimo avvocato? >> chiedo
<< Sì. Scusa ma adesso devo andare >>
Chiude la telefonata e riprendo ad occuparmi delle mie cose.


... continua

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