A tavola col nemico!

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Austin è nella sua auto con la testa appoggiata al sedile rivolta sulla strada, gli occhi vacui guardano al di là del vetro senza in realtà scorgere niente.
È tormentato dalle parole di Ally, ma soprattutto dalla sua incapacità di darle una risposta. Le sue mani cominciano a giocherellare pigramente con il cellulare, lo stesso che si ritrova a maledire per avergli rubato quella possibilità. Però, non riesce a capire perché Ally non ha semplicemente acconsentito e lasciargli sbrigare la faccenda a modo suo. E come può pensare che lui non è pronto a prendere la sua vita in mano, se l'ha già fatto in passato. È così difficile capire che adesso non è il momento giusto? Un sospiro triste gli esce spontaneamente e non si accorge che il suo autista gli lancia occhiate compassionevoli.
<< Signor Moon? >> la voce di Terence lo ridesta dai suoi pensieri.
<< Mmm...? >> gli risponde distrattamente senza girarsi.
<< Posso esserle d'aiuto? >> Austin si gira a guardare il viso di Terence e capisce che la sua domanda, apparentemente distante, è l'invito a condividere i suoi tormenti. Si stupisce del suo spontaneo interessamento, di solito è lui a fare il primo passo e a parlare dei suoi problemi con Terence, che l'ha sempre ascoltato senza mai interromperlo. Inoltre, gli è sempre stato fedele ed affezionato, così come anche lui.
<< Ho avuto un piccolo battibecco e non so come risolvere la cosa. >> fa una piccola pausa.
<< Con la signorina Dawson? >> chiede nuovamente l'autista. Austin annuisce e si tira su lentamente, mentre Terence accenna a un piccolo sorriso. Il biondo è compiaciuto e anche un po' geloso: Ally ha sempre riscosso favori tra tutti i suoi conoscenti. Ricorda come, al ricevimento annuale degli imprenditori, aveva ricevuto molti complimenti dagli ospiti per la sua bella e intelligente dama. Ricorda, anche, quando Ally gli imponeva di essere più gentile con Terence e tutti i suoi dipendenti. Gli dava anche l'esempio trattando Terence come un amico, invece che come il suo autista.
<< E' convinta che io non sia ancora pronto a prendere in mano la mia vita... e sia pronto a rinunciare a lei. >> abbassa lo sguardo e scrolla le spalle.
<< Ed è vero? >> la domanda dell'autista gli arriva come un pugno allo stomaco. Raggiunge gli occhi di Terence e sta per replicare che non è così, eppure una voce nella sua mente gli dice: "rifletti". Per questo riabbassa lo sguardo. Inizia a ricordare la prima volta che rinunciò ai suoi sogni, quando sua madre aveva un livido sul viso; a tutte le volte in cui aveva suonato la sua chitarra nell'attico e il pensiero di suo padre lo inibiva; a quando finalmente credeva di aver raggiunto i suoi scopi con Ally e, infine, quando dovette ritornare in azienda. In ogni ricordo suo padre era sempre in prima fila a giudicarlo una delusione, ed inconsapevolmente era sempre stata quella considerazione a trattenerlo. Perché lui non vuole essere questo per suo padre, ma il suo orgoglio. Ed è proprio questa consapevolezza che lo fa rispondere. << Sì... >>
Il suo tono è basso ed incredulo per la sua stessa rivelazione.
<< Ed è più importante questo o il rischio di perdere la signorina Dawson? >>
Austin inarca un sopracciglio quasi oltraggiato dalla domanda dell'autista. È ovvio che Ally è più importante; i giorni senza di lei erano una tortura e lui non li vorrebbe mai più rivivere. Però si rende conto che lei adesso penserà totalmente il contrario, quindi cosa può fare per dimostrarle il contrario?
Si illumina quando l'auto passa davanti alla vetrina di Harry Winston.
<< Fermati! >> ordina all'autista che subito frena con un'aria compiaciuta per l'aver capito le intenzioni del biondo.



Ally si sente intorpidita e terribilmente confusa. Non ricorda esattamente cosa sia successo, ricorda solo di essere stata aggredita. Crede di essere in una di quelle celle che si vedono nei film dove tengono gli ostaggi, ma, a giudicare dalla comodità su cui è distesa, quello non è un pavimento. Apre gli occhi lentamente e la prima cosa che vede è un soffitto di tulle, gli occhi corrono lungo il tessuto che si divide in due su assi di legno. Si accorge che sono le assi del baldacchino su cui è distesa, un baldacchino raffinato con lenzuola di lino bianco e un piumone imbottito di seta beige. Sposta lo sguardo su una porta davanti al letto da cui si intravede il bagno, sulla sinistra c'è l'armadio. Sulla sua destra c'è una toletta in stile provenzale bianco, accanto ad essa c'è una finestra ampia con tende di organza bianca. Sulla sua sinistra, invece c'è una porta e accanto c'è un comò dello stesso stile della toletta e dei comodini accanto al letto. Decisamente non è una cella, ma una camera e anche molto accogliente e......femminile. Curiosa e sconcertata si mette seduta sul letto e viene assalita da un terribile capogiro che la costringe ad abbassare la testa e chiudere gli occhi. Pochi minuti e si trascina fuori dal letto avvicinandosi alla finestra, la apre affacciandosi su un giardino verde. Al di là del cancello che lo delimita vede una distesa di terra incolta che sfocia sul mare colorato di arancione e viola dal crepuscolo, ma non è il mare di Miami;quello lo riconoscerebbe anche ad occhi chiusi. A dare conferma di ciò, è l'odore acre e pungente della sabbia desertica. Un odore che le arriva forte alle narici provocandole un altrettanto senso di nausea al punto che non fa in tempo a chiudere la finestra e fugge in bagno.
È appoggiata alla tazza con una mano, mentre con l'altra cerca di tenersi i capelli indietro, l'ultimo sforzo è andato, il senso di leggerezza le permette di rimettersi lentamente in piedi e rinfrescarsi al lavabo. Alza la testa allo specchio ritrovando la sua immagine pallida e stanca. I capelli hanno assunto una forma che non ricorda nemmeno lontanamente la piega fattale da Adèle questa mattina...- Ammesso che sia successo questa mattina, ormai non sa dov'è e da quanto tempo.- I suoi pensieri vengono interrotti dal rumore della chiave nella serratura della porta che sta per essere aperta. Si irrigidisce all'istante e guardinga si inoltra nella stanza. La porta si apre mostrando una figura tarchiata e bassa di una donna che porta in mano una pila di lenzuola e asciugamani.
<< Oh, signorina, si è svegliata. >> il tono della voce è cordiale e dolce, così come il suo viso rugoso incorniciato da capelli corti e neri con molte venature grigie. Non avrà più di 60 anni.
In altre circostanze darebbe una mano alla signora e scambierebbe due parole con lei, ma, in questa, sta solo cercando di capire e soprattutto sta pensando di fuggire da quella stanza. Infatti, si avvicina alla porta mentre la donna si accinge a rifare il letto. << Signorina dove va? >> Ally si immobilizza e si gira lentamente trovando la donna con un sorriso largo. << Non vuole cambiarsi? >> domanda la donna ritornando alle sue faccende e solo adesso, Ally, si accorge di avere addosso un pantaloncino blu di cotone e una canotta intonata.
<< Ehm... sì... >> esclama timidamente e inizia a muoversi spaesata per la stanza << Dove sono i miei vestiti? >> chiede.
<< Li ho lavati. >> esclama con ovvietà l'anziana donna. Poi si incammina verso la pila di panni, << Ma non si preoccupi gliene ho portati degl'altri. >>, estrae quelli che sono un paio di jeans e una camicetta bianca, porgendoglieli. << Lì ci sono anche le scarpe. >> riprende indicando uno scatolo di Mark Jacobs accanto alla porta. << Così avrà un po' di privacy >>dice chiudendola. Ma ad Ally non sembra una giustificazione o una scusa per evitare che lei scappi, bensì un gesto cordiale. A dire il vero, la donna non sembra affatto una carceriere, ma solo una semplice, gentile e simpatica donna delle pulizie che fa il suo mestiere.
<< Spero che le stiano bene,li ho comprati in fretta e furia adeguandomi alle sue foto... >>
<< Alle mie foto? >>
<< Sì, il signor Lopez è un suo grande fan. >>
<< Il signor...Lopez? >> chiede ancora Ally cercando di capirci qualcosa.
<< Sì. >> le risponde interrogativa la cameriera, poi si batte la mano sulla fronte << Che sbadata, me l'ha detto che dopo lo svenimento probabilmente non si sarebbe ricordata niente. >> aggiunge.
<< Infatti. >> a questo punto, ad Ally non le resta che fingere, è evidente ormai che la cameriera è all'oscuro di tutto.
<< Ha perso i bagagli all'aeroporto questa mattina- quei posti sono sempre peggio- comunque... Il signor Lopez ha detto che non si è sentita bene ed è svenuta poco prima di uscire dal jet. >> spiega la donna mentre fruga tra la pila di panni e sfilando le asciugamani.
<< Chi mi ha cambiato? >> chiede a voce alta per farsi sentire dalla donna che ormai è in bagno.
<< Io! >> aggiunge << Per fortuna avevo già preparato la camera quando è arrivata. >>
Ally cerca di ricostruire mentalmente la storia che è stata raccontata alla cameriera per giustificare la sua forzata presenza lì e man mano le sta venendo in mente tutto quello che era accaduto; Austin, il parcheggio, l'autografo e...... Kevin! Che fine ha fatto Kevin? Cosa gli hanno fatto? Balza in piedi abbottonandosi il pantalone e infilando la camicetta, si avvicina allo scatolo di scarpe da cui estrae un paio di decolté nero lucido. Le infila un po' riluttante pensando che sono del tutto scomode per una fuga- forse questo misterioso signor Lopez l'ha fatto apposta- inoltre, sono anche strette sulla pianta, ma al momento sono le uniche disponibili.
La cameriera esce dal bagno con le asciugamani sporche proprio quando Ally sta sforzando il piede destro nella scarpa.
<< Mi dispiace, credevo avesse il piede più piccolo. >>esorta con aria mortificata.
<< Non fa niente, si allargheranno. >> si mette in piedi non del tutto in modo stabile << Mi scusi... >> aggiunge interrogativa.
<< Amanda. Il mio nome è Amanda. >> continua la cameriera.
<< Già. Scusi Amanda, ma il mio...accompagnatore dov'è? >> alla sua domanda la donna assume un'espressione stranita e del tutto confusa.
<< Il suo accompagnatore? Non so a chi si sta riferendo, signorina. In questa casa ci sono solo lei, la servitù e il signor Lopez. >> risponde ed Ally inizia a temere il peggio per Kevin. Infatti, sente un leggero mancamento che la costringe ad appoggiarsi ad un'asse del letto.
<< Signorina sta bene? >> chiede la donna sorreggendola per un braccio << Vuole che chiami il dottore? >> aggiunge. Ally scuote la testa, << No. E' che... >> è che ha paura per le sue sorti, insomma, se Kevin non c'è allora può essere.... Morto. Per un attimo ha dimenticato che in realtà è stata rapita e che- anche se quella camera è accogliente quanto quelle delle principesse- lei è prigioniera di quest'uomo, che è in casa con lei e quasi probabilmente ha fatto uccidere Kevin.
<< Forse ha bisogno di stendersi? La vedo un po' pallida. >>
<< No. E' che non ricordavo di essere venuta da sola. >> a questo punto si stacca dall'asse e si ricompone.
<< Beh! Io non so se è venuta da sola, ma se così non fosse, allora potrà chiedere tutto stasera al signor Lopez. >>
<< Stasera? >> Ally punta i suoi occhi in quelli scuri della donna anziana, che le dona un sorriso lezioso.
<< Sì, stasera... quando cenerà con lui. A tal proposito, tra poco le porterò l'abito che il signore ha fatto comprare per lei. Lo ha fatto arrivare per lei da Monterrey. >> esclama la donna scuotendola dolcemente per l'eccitazione.
<< Quindi... ha fatto un bel viaggio. >> scherza Ally con l'intento di capire più o meno dove si trova, ma la cameriera si stacca alzando le spalle, << Non molto, visto e considerato la distanza tra Altamira e lì. >> detto questo prende le lenzuola e gli asciugamano sporchi e apre la porta. << Ci vediamo tra un po', nel frattempo si riposi. >> chiude la porta alle sue spalle tirandola con un piede, il gesto sicuro di chi è abituato a farlo da anni ma anche agile per l'età che ha.







<< Devo dire che hai fatto un buon lavoro, ragazzo. Siamo tutti sorpresi... in senso positivo ovviamente. >> esclama il signor Forbes dando una pacca sulla spalla a Austin, che è fermo sulla porta della sala grande con suo padre accanto. Il CDA è appena terminato e tutti i partecipanti si riversano fuori dalla sala salutando il padre e il figlio con entusiasmo. Da quando, i soci, videro il video di Austin su youtube, erano diffidenti nei suoi confronti. Primo fra tutti il signor Forbes, che pur essendo in possesso di una piccola quota, è tra i soci più influenti. Ma questo pomeriggio, il biondo, ha trasformato tutti i pensieri in concentrazione riconquistando la sua credibilità.
<< Ve l'avevo detto che mio figlio sarebbe ritornato più determinato che mai. >> ribatte Mike con quello che al biondo sembra...orgoglio?
Dopo vari minuti di convenevoli anche l'ultimo socio va via. << Suppongo che le cose con Ally siano andate bene! >> Austin si volta ad ammirare il profilo del padre che sta sventolando per l'ultima volta la mano, ma poi si gira sentendosi gli occhi del figlio addosso.
Austin non vuole ancora rivelargli le sue intenzioni, no prima di parlare con Ally.
<< Veramente abbiamo rotto. >> gli risponde gelido come il ghiaccio, ma inaspettatamente suo padre si toglie il sorriso compiaciuto assumendo un'aria sorpresa.
<< Ah... mi dispiace. >> la sua risposta sconcerta il biondo.
<< Ne dubito vivamente e adesso risparmiami i commenti sarcastici. >> gira i tacchi a destra e si dirige verso il suo ufficio.
<< Non era un commento sarcastico. >> gli urla Mike correndogli dietro, Austin si blocca quasi sulla porta e presta attenzione al padre con aria interrogativa.
<< Non cadere dalle nuvole... Fino a quando non ti mette strane idee in testa, Ally, ti fa stare bene e, che ci credi o no, mi importa. >>
<< Parli sul serio? Proprio tu che hai fatto di tutto per allontanarmi da lei? E che hai goduto nel vederci separati? >> Austin scrolla le spalle, spinge la maniglia con forza ed entra a passo spedito nel suo ufficio.
<< E va bene... Certo non posso vantare una simpatia per lei, ma ti devo ricordare che l'unica persona a cui ho messo i bastoni fra le ruote sei tu e no sulla tua storia. >> Mike l'ha seguito all'interno della stanza e ora sono entrambi in piedi l'uno di fronte all'altro.
<< Ti rendi conto che sembra quasi che tu te ne vanta? Ma che razza di padre sei? >> gli sbraita contro il biondo al punto che ormai la segretaria sta solo fingendo di farsi gli affari suoi.
<< Un padre che ha solo cercato di proteggerti. >> Mike punta i suoi occhi scuri in quelli miele di Austin con fermezza.
<< Oh, andiamo... >> gli risponde sostenendo il suo sguardo << Proteggermi da cosa? >>
<< Da te stesso... >>
Un silenzio assordante prende vita tra padre e figlio per qualche minuto.
<< E' vero che ti ho ostacolato, >> aggiunge Mike con tono pacato << è vero anche che l'ho fatto per ripicca nei confronti di tua mamma, ma non è l'unica ragione... >>
Austin aggrotta la fronte in attesa di una risposta. << Illuminami. >>
<< Dimmi una cosa: come hai reagito quando le case discografiche ti hanno rifiutato? >>
<< Cosa c'entra questo? >> ribatte infastidito.
<< Te lo dico io. Hai iniziato a bere e a prendertela con Ally! >> il biondo lo guarda stranito << Anche Alex aveva iniziato così, poi non fu nemmeno più in grado di ragionare e prendersi cura della donna che amava e che portava in grembo suo figlio. Ora capisci? >>
Austin ripensa a due mesi fa, quando aveva sfidato apertamente Mike, a quando ad ogni "no" il suo umore era paragonabile ad una nuvola nera che sfogava tutta la collera su Ally; ed effettivamente la rabbia lo faceva....impazzire.
Scuote la testa energicamente << NO! Non puoi paragonarmi a lui; io ce l'avevo con te, era solo colpa tua. E poi la follia non è ereditaria. >> le parole gli escono in un ringhio tra denti stretti.
<< E va bene... >> sospira esasperato Mike << Allora, cosa succederebbe se qualche casa discografica ti sbatterebbe in faccia un parere negativo? A quel punto non sarei più io il problema, ma tu. Saresti in grado di sopportarlo? >>
Il biondo abbassa lo sguardo in un'aria cupa e meditabonda. In effetti, non riesce a dargli una risposta perché, se accadesse davvero, sarebbe un fallimento.
<< Non hai mai pensato che costringendomi a lavorare con te sarei impazzito lo stesso? >>
<< Austin... tu non ami questo lavoro, quindi non ti importerebbe se le cose precipitassero. >>
È vero. Una voce dal suo subconscio gli conferma ciò che suo padre gli ha appena detto: lui impazzirebbe se fallisse nei suoi sogni.
<< Ho cercato solo di non mandarti alla deriva. >> aggiunge << ora sta a te decidere; vuoi una vita facile e serena insieme alla donna che ami, o rischiare di impazzire per ritrovarti solo...o morto? >> detto questo esce dalla porta che sbatte alle spalle.
Lungo il tragitto del ritorno Austin sta riflettendo sulle parole del padre e sullo strano impatto che hanno avuto su di lui. Quello che lo tormenta di più è il pensiero di poter fare del male ad Ally o di perderla del tutto. E se suo padre in tutti questi anni avesse fatto davvero il suo bene impedendogli di farsi del male? Al solo pensiero un brivido di sconcerto gli percorre la schiena.
Ora è di fronte alla grande porta con il dito sul campanello, non finisce nemmeno di suonare che Carla lo apre con una punta di delusione e Austin si chiede il perché. La situazione diventa allarmante quando mette piede in salotto. Sua madre è seduta al tavolo, Penny è seduta sul divano con un piede che batte, Lester va avanti e indietro davanti al caminetto e suo padre è appoggiato al davanzale della finestra. La prima a parlare, precipitandosi davanti a Austin, è Penny: << Ally? >>
<< Non lo so. Perché credevate che fosse con me? >> chiede il biondo, mentre l'ansia si fa strada al suo interno.
<< Come non è con te?! >> Penny inizia ad agitarsi << Tuo padre ci ha detto che dovevi parlarle. >>
Anche sua madre si alza e con cautela gli si avvicina. << Tesoro.... >>
<< Che succede? Ally non aveva un appuntamento con voi due? >> chiede il biondo ai signori Dawson.
<< Sì,ma l'abbiamo chiamata sul cellulare e non risponde. >> gli spiega suo padre.
<< Le ho parlato... oggi pomeriggio. >> aggiunge << Avete provato a chiamare a Kevin? >>
Tutti scuotono le teste e Austin tira un piccolissimo sospiro di sollievo mentale.
<< Cosa...vi siete...detti? >> balbetta Lester << Insomma, è successo qualcosa che magari le abbia potuto... >>
<< Abbiamo rotto. >> lo interrompe Austin,mentre è con il cellulare che squilla a vuoto. Penny e Mimì si lanciano un'occhiata delusa e mentalmente il loro progetto di una sontuosa cerimonia di sta sgonfiando.
<< Avete rotto? >> Austin presta attenzione a Mike che ha parlato con tono duro di chi sa qualcosa in più. << Per questo hai comprato un anello di cinque milioni di dollari?! >>
Con questa affermazione inizia una reazione a catena: Austin spalanca la bocca chiedendosi come fa suo padre a saperlo; Lester deglutisce a vuoto puntando i suoi occhi sul biondo; Penny e Mimì sgranano gli occhi confuse mentre stanno già ricucendo il vestito bianco.
<< Un anello? >> chiedono insieme le due donne.
<< Possiamo concentrarci su Ally adesso, per favore? Kevin non risponde. >> dice mentre porta il cellulare alle mani facendo scorrere la rubrica. << Chiamo Adèle, l'ho lasciata lì. Forse si è trattenuta da lei. >>
Il cellulare squilla e tutti puntano gli occhi sul biondo.
<< Ehi biondo! >> esclama Adèle pimpante, mentre si incammina verso l'ascensore per raggiungere il garage.
<< Adèle, ciao. Senti per caso sei con Ally? >>
<< No. Se n'è andata poco dopo che ha lasciato te. >>
<< Sono preoccupato: aveva un appuntamento con i suoi genitori dieci minuti fa e non risponde a telefono. >> l'ansia del biondo raggiunge perfino la mora, che però cerca di non farsi sopraffare dal panico, ma di ragionare.
<< Austin, non iniziamo a pensare al peggio. Magari, dopo quello che vi siete detti, è andata a schiarirsi un po' le idee. >> non è del tutto convinta di quello che dice. L'ascensore si apre e Adèle inizia a camminare per il piccolo vialetto.
<< Tu dici? >> chiede il biondo dopo una piccola pausa.
<< Austin... >> il tono della mora non è per niente rassicurante, infatti è immobile con gli occhi fissi a terra e il corpo irrigidito << credo che dovremmo preoccuparci: la macchina di Ally è ancora qui e anche il suo cellulare. >>
I timori di Austin si sono materializzati: è successo qualcosa a Ally e ora si sente come se tutto il mondo lo stia minacciando a morte.



Ally è appoggiata allo stipite della finestra e guarda l'immensa distesa giallo-oro che si perde nel viola del mare. Si sente ancora intontita dal narcotizzante che- insieme agli odori aspri del luogo- le hanno provocato il vomito, infatti non osa aprire la finestra. Dà uno sguardo sfuggente all'orologio pensando al fatto che a quest'ora avrebbe dovuto essere a cena con i suoi genitori per chiarirsi, invece è stata rapita e non conosce nemmeno il motivo. Chissà se a Miami si sono già accorti della sua assenza e adesso le stanno andando in soccorso. Sbuffa, mentre una lacrima calda le scende sul viso, una lacrima piena di paura e angoscia. Non sa cosa aspettarsi da questa cena, né dall'uomo-sequestratore che incontrerà. Insomma, nelle sue favole i cattivi rinchiudono le principesse in una vecchia torre decaduta e putrida, no in una stanza con tutti i comfort. Che razza di delinquente fa questo? Ma soprattutto, perché?
I suoi pensieri vengono interrotti dal rumore della serratura che la fa voltare ritrovandosi faccia a faccia con Amanda che tiene tra le mani una custodia bianca di un vestito.
<< Come si sente, meglio? >> le chiede sorridente la cameriera.
<< Sì, grazie. >> si allontana dallo stipite per aiutare l'anziana signora. Appendono il vestito all'armadio e poi la cameriera tira la zip per mostrarlo a Ally. E' un vestito lungo nero con lo scollo a V un po' svasato che lascia completamente scoperta la schiena.
<< Le starà benissimo, signorina. >> Ally resta ferma a guardare il vestito con aria estasiata e stranita. Certo bello, è bello, ma mai più di quello che Austin le fece indossare la sera del ricevimento.
<< L'aiuto a prepararsi. >> la cantante non osa protestare e anche se in questo momento l'ultimo pensiero è farsi bella, lo fa. Inoltre, accenna un sorriso amaro e nostalgico nel guardare con quanta eccitazione l'anziana donna si accinge a prendere tutto l'occorrente dalla toletta. Quella luce negli occhi le ricorda Adèle quando le pettina i capelli o quando inizia a dipingerle la faccia. Si chiede se anche Amanda da giovane sia stata così, e se Adèle manterrà la sua esplosiva freschezza.
<< Ecco fatto >> esclama la donna dopo circa trenta minuti, mentre passa l'ultima pennellata di terra su una guancia. Indietreggia di un passo per ammirare il suo lavoro, << E' perfetta! >>
Ally si alza per potersi riflettere meglio nello specchio della toletta. I capelli sono stati raccolti in uno chignon basso che lascia libere solo due ciocche sul volto, che è stato truccato al naturale.
<< Andiamo, prima che si faccia tardi. >> Amanda è sulla porta spalancata invitandola a seguirla.
Si ritrova su un piccolo corridoio dalle pareti panna e totalmente spoglio, segue la donna a sinistra per poi varcare l'ultima porta a destra da cui si dirama una scala a chioccia. Ally si sente terribilmente tesa, per non parlare dei brividi che quella innocua scala le sta provocando. Mancano solo pochi scalini e poi potrà vedere in faccia il fautore di tante sofferenze. Dal corrimano inizia a scorgere la stanza e solo quando arriva agli ultimi quattro scalini che la vede per intero. Dritto davanti a sé c'è una grande finestra da cui la luce lunare fa capolino, su entrambi i lati ci sono due porte scorrevoli in legno d'acero, la tavola addobbata padroneggia la stanza e una libreria ben assortita è posta sulla sinistra della tavola, al lato opposto da dove si trova lei. Ma quello che la lascia stranita è vederla vuota, non c'è traccia del padrone di casa.
<< Signorina...scenda. >> Ally interrompe la sua ispezione rivolgendo l'attenzione alla cameriera e solo ora si accorge di essere ancora ferma sulla scala.
<< Come mai sono sola? >>
<< Il signor Lopez sarà qui a momenti, nel frattempo si metta comoda io vado a preparare la cena. >> la cameriera le fa un lungo sorriso e poi risale per la scala. Ally inizia a girovagare per la stanza con aria circospetta e incuriosita; Adèle una volta le ha detto che si può capire il carattere di una persona dal suo arredamento. Certo, se dovesse applicare questa teoria alle varie case di sua conoscenza, si ritroverebbe d'accordo con la mora: l'arredamento classico e raffinato della casa di Austin rispecchia esattamente il carattere di Mimì; anche quello moderno e stravagante della stanza di Adèle la rispecchia. Si ritrova poi a pensare a casa sua; quando c'era sua madre c'erano molti oggetti maori dai colori vivaci, esattamente come lei. Da quando è andata via,invece, la casa ha il tipico aspetto di una casa americana appartenente ad una tipica famiglia normale. C'è solo un intoppo: questa teoria può pure andare bene quando conosci chi è l'arredatore, ma lei non sa chi abbia scelto l'arredamento di questa casa. Inoltre, lo stile provenzale della camera in cui era rinchiusa e quello quasi rustico di questa sala da pranzo, le danno la certezza che quasi probabilmente ci sono state più persone a curare la casa. Quindi, quale stanza ha avuto l'interessamento del padrone di casa?
Immersa nei ragionamenti non si accorge di essere arrivata davanti a un camino che prima non aveva notato, ma quello che attira la sua attenzione è un grande quadro posto al di sopra di esso. Sulla tela c'è la raffigurazione di una donna ben seduta con un lungo ed elegante vestito azzurro celo che risalta un corpo minuto e sinuoso. Dalla scollatura a cuore del vestito senza spalline c'è il rosa pallido che rappresenta la pelle candida della donna dipinta,nascosta , però, dalle lunghissime ciocche di capelli castano scuro che scendono fino sotto al seno in pieghe ondulate. Ally ritrova qualcosa di molto famigliare nei lineamenti genuini di quel volto, soprattutto nel sorriso sfolgorante che è stato immortalato. Così intenso che gli zigomi sono alzati, quasi a ridurre gli occhi a due fessure, ma questo non le impedisce di individuarne il taglio piccolo e sottile e il colore nocciola...il suo colore.
<< E' tua madre. >> Ally trasale portandosi una mano al cuore dallo spavento. Si volta per verificare chi avesse parlato. L'uomo è a un passo da lei in un vestito grigio chiaro che riveste un fisico snello e alto al punto che deve alzare la testa per raggiungere gli occhi di quest'uomo. Il viso è rotondo con il tipico incarnato olivastro dei messicani, il naso allungato sulle labbra sottili- ora contratte in un sorriso sghembo- e gli occhi hanno un contorno scuro che sembrano tracciati con una matita nera che,però, contrasta con l'azzurro intenso e penetrante delle iridi. Certo, è un uomo avvenente e di bell'aspetto, se non fosse che l'ha fatta rapire e poi non sembra affatto pericoloso come immaginava lei.
<< Non volevo spaventarti. >> le offre il palmo della mano, ma, Ally, indugia nell'allungare la sua. << Voglio solo farti accomodare. >> aggiunge l'uomo con l'intento di rassicurarla dopo essersi accorto della sua incertezza. Ally è ancora fissa a guardare il suo sequestratore senza emettere fiato; sta cercando di mettere insieme una frase sensata, ma senza alcun risultato.

<< Mhm! Signore la cena è pronta. >> Amanda entra nella stanza, distogliendo Ally dalla sua trans. Il padrone di casa e la cantante si accomodano e quest'ultima resta stupita quando il primo le aggiusta la sedia da perfetto cavaliere. Ormai seduti, un cameriere si avvicina alla sua destra mettendole davanti un piatto di timballo di riso in salsa piccante e la stessa cosa accade al suo commensale.
<< Lo chardonnay del '80, signore. >>Amanda si avvicina con una bottiglia in mano e la porge al padrone di casa che la stappa versando un po' del suo contenuto nei loro bicchieri.
<< Grazie, Amanda. Potete andare. >> i camerieri eseguono l'ordine e escono dalla porta a sinistra.
<< Come stai? Amanda mi ha detto che hai avuto dei capogiri. >> le chiede. Ally alza la testa cercando di capire se la sua domanda è ironica o sincera.
<< Dipende...di certo non mi capita tutti i giorni di essere trascinata con la forza in un auto e trasportata da un paese all'altro. Quindi... potrei stare molto meglio. >> Ally si stupisce con quanto controllo riesce a rispondere, ma si pente nel medesimo istante in cui finisce: forse si è spinta oltre con la spavalderia?
Ma con grande sorpresa, l'altro si lascia andare in una sonora risata e poi dice: << Sono contento di non essermi sbagliato. >>
<< Riguardo cosa? >>
<< Riguardo il tuo temperamento. >> le risponde serio.
<< Perché? >>
<< Perché anche lei lo aveva. >> l'uomo punta lo sguardo sul quadro e lo fa anche lei. solo adesso, dal basso della sua seduta e dall'interezza con cui guarda il quadro, si accorge che effettivamente sembra quasi un suo ritratto. Si volta verso il suo commensale e nota con quanta intensità quegli occhi azzurri, che sembrano ancora più accesi, guardano il quadro di sua madre.
Cosa ha a che fare quest'uomo con lei?
<< Chi è lei? Cosa vuole da me? Perché mi ha rapita? >>Ally posa le posate nel piatto ancora pieno e punta i suoi occhi in quelli dell'altro.
<< Il mio nome è Ramiro, Ramiro Lopez. E....non mi hai dato altra scelta. >> ribatte Ramiro continuando a mangiare.
<< A certo...doveva rapirmi per forza. >> controbatte la cantante con altrettanta nonchalance.
<< Rapirti... >> Ramiro afferra il bicchiere di vino, lo scuote leggermente e poi lo porta alle labbra assaporandone un po'. << Io direi che ti sto dando le possibilità che ti sono state negate in questi anni dalle persone che dicono di amarti. >>
<< E vorrebbe darmele lei? >> chiese ironicamente puntandogli l'indice contro.
<< Forse... >>
Ally emise un gemito di sconcerto, << Mi dispiace, ma non sono interessata. >>
<< Io credo che cambierai idea dopo quello che ti proporrò. >> Ramiro si appoggia allo schienale con sicurezza.
Ally alza un sopracciglio con aria interrogativa, << E se io non volessi ascoltarla? >> All'istante si pente di quella sua provocazione perché l'uomo fa strisciare la sedia e si alza di scatto assumendo un'espressione seria. Si dirige verso la finestra e fa un intenso respiro mettendo le mani tra i capelli come se stesse cercando di non perdere il controllo. Ally in questo momento ha paura e vorrebbe mangiarsi la sua lingua lunga che forse gli costerà la vita, così afferra il manico del coltello posato sulla tavola pronta a colpire quell'uomo. Quest'ultimo alza la testa e poi si gira con calma e fa un passo verso di lei, che continua tenere ben salda la presa sul coltello.
<< Dovrai farlo, Allyson. >> sottolinea il suo nome mentre si posizione dietro alla sua seduta stringendo lo schienale fino a far sbiancare le nocche. Trasale nel sentire il suo nome per intero, nessuno l'ha mai chiamata così, mai. << Sono 21 anni che ti cerco per poterti parlare, solo questo. >>aggiunge riaccomodandosi.
<< Come ha fatto a trovarmi? >> chiede con voce tremolante.
<< Non è stato facile. E' successo quando la tv ha dichiarato la scrittrice dell'ultima canzone di Taylor Swift con una tua foto. Capirai che sono stato colpito terribilmente della vostra somiglianza... >> indica il quadro, << ...così ho fatto ricerche su di te , tutta la tua vita e quella dei tuoi genitori, ma non riuscivo a trovare niente di niente che destasse il minimo sospetto. Non sapevo cosa fare, non poteva essere solo una terribile somiglianza eppure niente di te dava a pensare che potessi essere un'altra. Un giorno, rileggendo i tuoi documenti, mi resi conto che sul tuo certificato di nascita c'era scritto: "nata a Miami il 15 giugno del 1992. Da Lester Dawson e Penny Law". >>
<< E questo come le è stato utile? >> gli chiese.
<< E spiegami come avrebbe fatto tua madre a partorirti in quel periodo a Miami se entrambi erano ad Kingsville? Qualche ricerca più approfondita mi diede tutte le conferme, come: il loro viaggio a Altamira , lo stesso hotel di Jiulienne e Andreij e il loro improvviso trasferimento proprio la notte in cui... >> la sua frase viene interrotta da Amanda che apre la porta. Gli stessi camerieri di prima avanzano svelti portando via i piatti sporchi per posizionare quelli che contengono il secondo, ma la cameriera le lancia un'occhiata strana quando vede il suo piatto immacolato.
<< Non hai fame? >> le chiede Ramiro dopo che la porta si chiude alle spalle di Amanda. Improvvisamente il senso di nausea viene sostituito da un certo appetito, così senza rispondere afferra forchetta e coltello -già nelle sue mani- e inizia a tagliare la carne in salsa agro dolce che è stata preparata. Mette in bocca il primo boccone poi il secondo, il terzo e così via. Non ha bisogno di fargli continuare la frase, perche sa bene di quale notte sta parlando: è quella in cui morì la sua madre biologica, per questo i suoi occhi si posano automaticamente sul quadro.
<< C'è una cosa che non ho capito. >> dice rivolgendo di nuovo la sua attenzione al moro che annuisce. << Se voleva solo parlarmi, allora perché non mi ha semplicemente avvicinata? >>
<< Non potevo farlo, tuo padre si sarebbe insospettito e comunque non mi avresti creduto. >>
<< E cosa le fa credere che lo faccia ora? >> ribatte accentuando l'ultima parola.
<< Perché i tuoi genitori ti hanno già raccontato una parte della storia. Come lo so? >> chiede notando la sorpresa sul suo volto, << Perché non ti sei meravigliata quando ti ho annunciato che era tua madre la donna del quadro, cosa che avrebbe fatto chiunque altra persona che non fosse a conoscenza della verità. >>
La cantante annuisce trovando il ragionamento senza una piega.
<< E la minaccia? >>
<< Oh, ma quella non era per te. era per i tuoi genitori e per i Moon. >> a sentire quel cognome abbassa lo sguardo sul piatto a metà e la sua mente non può che andare da Austin. In questo momento vorrebbe tanto essere con lui, ritrattare tutto ciò che gli ha detto e al diavolo le conseguenze. Invece non è riuscita a mettere da parte i suoi principi, i suoi timori... ritrovandosi con una tristezza amara.
<< So anche che è stato il vostro amore a farli ritrovare, che storia romantica. >> aggiunge con un ghigno.
<< Lei non sa niente. >> bofonchia a denti stretti la cantante.
<< Non è colpa mia. È che ho un'avversione per le storie d'amore. >> Ally vede l'amarezza unita alla rabbia scivolare sul volto del moro che però subito riacquista un' espressione naturale. Ma distoglie subito lo sguardo puntandolo sulla sedia vuota davanti a sé ed così che un pensiero le balena in testa...
<< Dov'è Kevin? >>
<< Kevin...la guardia del corpo? >> le chiede e lei annuisce.
<< Tranquilla sta bene. >> Ally sospira mentalmente per il fatto che non è morto. << Lo lascerei andare, ma... >>
<< Certo... è un testimone scomodo. >> la voce di Ally si è fatta dura e rabbiosa.
<< Anche, ma si è procurato una frattura al ginocchio. >> ad un tratto si fa viva l'immagine di Kevin che lotta con i rapinatori nel tentativo di difenderla. << Si è difeso bene, però non può competere con una pistola. >> Ally sgrana gli occhi disgustata dalla disinvoltura che il moro mette nelle parole. Povero Kevin, pensa. Sicuramente non gli avrà riservato lo stesso trattamento che ha riservato a lei, per questo,quando abbassa gli occhi sul piatto,lo allontana da sé con un senso di colpa improvviso.
<< Ti conviene mangiare. >>
<< No! C'è un motivo per cui sono qui qual è? Cosa vuole da me? >> il tono di Ally è forte come la stretta dei pugni che stanno quasi per sanguinare.
<< E' incredibile quanto le somigli. >> commenta tra sé il moro mentre la rabbia di Ally ribolle.
<< La smetta di dirmi quanto le somiglio. Ha rapito anche lei per poi ucciderla quella notte? >> il moro con un movimento fulmineo si alza per poi chinarsi e puntare i suoi occhi dritti in quelli di Ally, che intimorita stringe i braccioli della sedia e si fa indietro.
<< Tu. Non. Sai. Niente. >>, ringhia come un leone che si difende all'attacco.
<< Eppure lei sa tutto di me, questo non è giusto. >> ribatte sostenendo il suo sguardo. il moro si alza per dirigersi alla finestra e guardare al di fuori di essa.
<< TI racconterò tutto. Domani. >> prende un campanellino dalla tavola, che Ally non aveva nemmeno notato ci fosse, e lo agita facendolo strimpellare. Dopo qualche minuto, in cui il silenzio ha regnato, nella stanza entra Amanda.
<< Mi dica, signore. >>
<< Amanda, accompagna la signorina nella sua stanza. È stanca e non ha appetito. >>
<< Certo, signore. >> la cameriera si avvicina ad Ally, che nel frattempo si è messa in piedi, e insieme si dirigono verso la scala.
<< Ah, Allyson. >> la voce di Ramiro la richiama mentre si accinge a salire il quarto gradino. << Puoi anche darmi del tu. >> l'espressione che Ally guarda quando lui si gira è quella di una persona che ha dato un ordine: inflessibile.
Ally non ha il coraggio di contrastarlo e si rivolta seguendo la cameriera sulla scala.

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