In cerca d'ispirazione! ~parte 1~

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"Non vedo l'ora ". Quelle parole pronunciate al volo mi stanno dando l'energia necessaria per affrontare un' altra giornata. Anch'io non vedo l'ora di scrivere la canzone con Taylor, ma soprattutto non vedo l'ora di vederlo. A tal proposito mi sono svegliata di buon'ora per venire all'università e studiare in biblioteca, visto che al negozio  non è possibile. Voglio finire i due capitoli presto così avrò tempo di passare al parco a cercare l'ispirazione per la nuova canzone.
Bum! Ho chiuso il libro soddisfatta perché tutto sta andando secondo l'iter stabilito. Mi alzo, percorro  il corridoio e attraverso la grande porta dell'università; il sole mi avvolge in un calore dolce. Scendo la scala di marmo arrivando nel cortile dove passaggio tranquilla con i libri stretti al petto. La pace viene disturbata dal suono del mio cellulare così sposto i libri su un lato e lo cerco nel borsone enorme che mi porto per contenere i libri. Eccolo l'ho trovato. <<  Pronto? >>
<<   Ally, dove sei? Ho bisogno di parlarti  >> è una voce giovane acuta faccio fatica a riconoscerla ma poi la individuo, è Nelson. Quel ragazzo a cui do lezioni di piano e ripetizioni per arrotondare, da quando aveva 8 anni. Ora è un ragazzo ,sempre un po' imbranato, ma affezionato a me come una sorella e per me è la stessa cosa. Cosa vorrà dirmi? La sua voce è preoccupata. <<  Nelson! Che cosa è successo?  >>
<<  Ti spiegherò tutto quando verrai.  Ti aspetto al " Sonic Boom".  >> dice ancora ansioso.
<<  Veramente.... Va beh ci vediamo fra 10 minuti lì  >>
Mi incammino verso il negozio pensando a cosa lo preoccupa tanto, ma non ci penso troppo ; fin da bambino ha cercato il mio aiuto per qualsiasi cosa anche futile. Arrivo e lo vedo dietro al bancone insieme alla sua ragazza, Caroline, stanno parlando animatamente e lei è molto preoccupata. Io inizio a temere il peggio.
Entro e mentre mi dirigo accanto a loro saluto. <<  Allora? Cosa c'è di così importante da farmi rinunciare ad una passeggiata nel parco? Proprio oggi che mio padre mi aveva concesso un paio d'ore libere.  >> esclamo mettendo apposto i libri per poi posizionarmi di fronte a loro, che prima di guardarmi  si lanciano un 'occhiata di intesa. È Nelson a parlare grattandosi la nuca  <<  Dovresti farci un favore. Il sostituto del preside ci ha sospesi.  >>  sgrano gli occhi. Non credo alle mie orecchie, lui non ha mai avuto nemmeno una nota, da quando si è innamorato non pensa più alle conseguenze delle sue azioni.  <<  s-sospeso? Sospeso? E cosa avrete mai fatto?   >>  mi sto alterando e la mia voce è alta.
<<  c-ci ha b-beccati a pomiciare nel bagno delle ragazze  >> risponde Caroline balbettando dall'imbarazzo. Io mi passo le mani in fronte.
<<  Pomiciare? Nel bagno delle ragazze? Ma che vi è saltato in mente? Come si fa a essere così idioti?  E poi a scuola si va per studiare, queste cose si fanno dopo.  >> continuo ad oscillare lo sguardo tra i due che invece eludono il mio. Sembrano mortificati; quindi mi calmo e chiedo <<  Cosa centro io?  >>
<<  Dovresti convincere il preside a non sospenderci. >> dice Nelson.
<<  Eh..? Ma sei matto?  >> replico sconcertata.
<<  Ally tu sei l'unica che può aiutarci, i nostri genitori ci ucciderebbero >> cerca di convincermi Caroline.
<<  Per non parlare del fatto che perderemo l'anno >> aggiunge Nelson con sguardo basso.
<<  Ragazzi voi mi state chiedendo di essere vostra complice? Non mi piace >> replico seccata con braccia conserte e piede battente sul pavimento. Cade il silenzio per qualche minuto poi Nelson dice <<  Siamo pentiti >>
Sembrano sinceri e mi convinco di aiutarli; infondo chi di noi non mai sbagliato per amore?  Stacco le braccia    <<  E va bene... >> i loro volti si rilassano << ....ma che sia l'ultima volta che pomiciate a scuola neanche un bacio, da domani solo studio >> minaccio con l'indice puntato.
<<  Sì, Sì te lo promettiamo. Grazie Ally sei la migliore >> mi abbracciano felici.
<<  Devo ancora convincerlo quindi non cantate vittoria. >>
<<  a proposito. Dovresti andare adesso perché tra un'  ora andrà via >> annuncia Nelson.
Guardo l'orologio, credo di poter passare per il parco, se mi sbrigo.  Prendo la borsa e dirigendomi fuori urlo  << Allora vado subito. Voi intanto restate qui a dare una mano a mio padre, senza fare danni. >>
Sono ferma davanti alla "Marino high school" e la nostalgia mi assale. Amavo andare a questa scuola. Faccio un passo e noto un uomo distinto che mi scruta e poi esclama << Ally Dawson? >>
Ma certo, è il professore di matematica, il signor Lerman. Quest'uomo è uno dei prof a cui tengo di più; mi ha aiutata quando di studiare non né volevo sapere. Cioè due anni dopo il divorzio dei miei genitori e la definitiva partenza di mia madre, dovevo iniziare le superiori, ma non avevo quella serenità che pian piano, grazie anche alla sua sensibilità, raggiunsi. << Professor Lerman! Che piacere rivederla >>
<<  Che ci fai qui? Il diploma non l'hai ritirato già?  >> mi chiede con il suo modo affabile.
<<  Sì. Non sono qui per me, ma per un ragazzo a cui do le ripetizioni e la sua ragazza  >> dico
<<  Ma quelli beccati in bagno?  >> chiede sorridendo ironicamente.
<<  Sì  >> dico imbarazzata poi continuo <<  vorrei parlare con il preside c'è?  >>
<<  Sì. Ti accompagno >>
Entriamo nell'edificio percorrendo il corridoio degli armadietti, io guardo nostalgica quello che un tempo era il mio. << Ti do un consiglio. Il preside Smith è uno tosto ma non cattivo, è soprattutto attento ai bisogni giovanili, quindi dagli delle buone ragioni per non farli sospendere >> le sue parole non mi incoraggiano, anzi, ma dopo aver affrontato l'arroganza di Austin Moon mi convinco che posso affrontare anche lui.
<<  Siamo arrivati  >> informa il prof fermandosi di fronte alla porta di legno con su scritto "Presidenza".
Veniamo distratti da un uomo sulla trentina, alto e bruno con occhiali, che durante il tragitto in corridoio richiama alcuni alunni per il loro ritardo o perché non indossano un abbigliamento consono. Cammina a passo svelto e man mano che si avvicina vedo l'azzurro dei suoi occhi dagli occhiali <<  Professor Lerman! Non dovrebbe essere già in aula? >> dice freddo fermandosi di fronte a noi fuori dalla porta.
<<  Ha ragione, ma ho incontrato una nostra vecchia e in gamba alunna. Vuole parlare con lei. mi raccomando la tratti bene.  >> dice il prof poi mi abbraccia e mi sussurra <<  In bocca al lupo. Ci vediamo salutami tanto Trish  >> io annuisco e lo vedo sparire dietro una delle aule.
<<  Allora, signorina...?  >> inizia il preside facendomi accomodare nel suo ufficio.
<<  Dawson!  >> informo
<<  Bene. Di cosa voleva parlarmi?  >> si siede sulla sua sedia di pelle nera.
<<  Volevo parlarle di Nelson Mcguair e Caroline Mayer  >> vado subito al dunque.
<<  A che titolo mi scusi?  >> il suo tono arrogante mi ricorda qualcuno. Ma ora come lo rispondo ? ha ragione io chi sono per loro? Nessuno.
<<  Diciamo...tutrice didattica?  >> azzardo e poi continuo sotto il suo sguardo pressante <<  Do ripetizione ai ragazzi e so dell'accaduto; mi creda i ragazzi sono davvero pentiti. Non si potrebbe trovare un'altra soluzione? >> mi sa che non è d'accordo.
<<  Signorina lei si rende conto della gravità della cosa?  >>
<< Sì, mi rendo perfettamente conto, ma lei sa com'è l'adolescenza...>>
<<  No, mi illumini. >> dice serio e io quasi mi sento un'idiota.
<<  ...è l'età dei primi amori, si fanno delle sciocchezze  >> mi sa che non lo sto convincendo devo provare qualcos'altro. << Non li sto giustificando, dico solo che se li sospende non impareranno niente. >> noto la sua espressione più interessata, credo di aver toccato le tematiche giuste.
<<  Cosa mi consiglia? >> dice sarcastico.
Ci penso un po' <<  il doposcuola punitivo! Lì ricorderebbero costantemente il motivo della loro punizione. Per non parlare del fatto che starebbero a contatto con persone diverse e bisognose da cui imparare  >>
Mi guarda un po' perplesso per qualche minuto, poi esclama << Va bene. Ma mi deve assicurare che frequenteranno assiduamente  >>
<<  Assolutamente sì. Ha la mia parola. Sarò io stessa a seguirli. Ora mi scusi ma devo andare  >> dico. Poi mi alzo, gli stringo la mano e vado verso la porta, ma la sua voce che mi chiama mi ferma. Mi volto <<  Sì? >>
<<  Suppongo che i genitori dei ragazzi non sanno niente >> dice
<<  Già...a questo proposito... >> dico ma lui mi interrompe.
<<  Non li informerò, per ora,ma avrò bisogno del suo numero, se voglio tenerla al corrente dei ragazzi  >> dice pronto con carta e penna. Gli do il numero e poi esco per dirigermi al negozio.  Visto l'ora posso dire addio al parco.
Arrivo al Sonic Boom dove trovo Nelson e Caroline accanto al bancone ansiosi, non vedo mio padre, sicuramente si sarà allontanato approfittando della loro presenza.
<<  Allora? Ci sei riuscita?  >> esclama Nelson vedendomi arrivare.
Li faccio stare un po' sulle spine in forma di punizione personale, poi tiro un sospiro e inizio << Sì. Ma a una condizione. Dovrete frequentare il doposcuola punitivo >>
<<  Ma si va anche di sabato!  >> dice Nelson e io lo fulmino con lo sguardo.
<<  Non dargli retta. Ti siamo estremamente grati  >> dice Caroline ed escono insieme. Io cerco di buttare giù qualche verso per la canzone, ma il negozio oggi non è per niente facile da gestire, in più tra poco arriverà il fornitore.
Sono stanca e la mia giornata non è finita, ma mi consola il fatto che ora farò ciò che mi piace.
Vedo mio padre arrivare, bene almeno chiuderà lui, io ora devo andare. <<  Papà io vado. Chiudi tu? Grazie  >> prima che possa rispondere afferro il mio quaderno la borsa e mi precipito fuori dal negozio. Mi fermo sulla soglia e urlo <<  Non aspettarmi per cena. Ti voglio bene.  >> gli lancio un bacio e scappo sulle sue solite parole <<  sta attenta e non fare troppo tardi.  >>
Sto sfrecciando sulla strada euforica. Sto aspettando questo momento da stamattina, spero ci sia anche lui. Varco l'entrata e Anthony non c'è, ma conosco la strada: secondo piano, prima porta a sinistra. Sto sorridendo felice.
Entro nella sala e trovo Taylor seduta al piano, Dez seduto dietro di lei e il castano alzato a telefono. Come si chiamava? Ah già. Morris. <<  Buonasera. Scusate il ritardo.  >> esorto togliendo il giubbotto e prendendo dalla borsa il mio quaderno per mettermi all'opera.
<<  Ally! Meno male che sei arrivata, tra questi  due maschietti stavo impazzendo >> dice Taylor ironica.
<<  Non dare la colpa a noi se non riesci a concentrarti  >> replica Morris severo.
<<  Morris, non fare l'antipatico con queste due splendide donne e rilassati un po'  >> dice Dez prendendolo in giro.  Il castano fa una faccia storta poi risponde al suo cellulare, iniziando a giustificarsi con il suo interlocutore al quanto alterato. È sua moglie perché Dez continua a prenderlo in giro. Nel frattempo a me viene un'idea per la canzone e scrivo sul quaderno, mentre tutti ridono distratti.
<<  Che fai?  >> chiede Tayolr curiosa sbirciando sul mio quaderno.
<<  Mi è venuta una piccola idea, senti: tu sei al telefono conla tua ragazza, è arrabbiata. Io sono nella mia stanza è un tipico martedì sera. Poi mi sono fermata. Che ne dici?  >> dico dopo aver letto.
<<  Sì. Potrebbe andare. Cosa vuoi raccontare esattamente? Una storia d'amore tra due ragazzi?  >> dice la bionda entusiasta.
Guardo e rigiro il quaderno, poi mi alzo, fisso il muro alla ricerca di qualche segno, ma niente. sono passate due ore e abbiamo scritto solo questa frase <<  Non è possibile che non riesca ad andare avanti. Uffa!  >> dico seccata sedendomi al piano accanto a Taylor rivolte verso Dez.
<<  se volete vi do una mano, infondo sono bravo a montare storie d'amore  >> si intromette il rosso. Io e Taylor ci guardiamo e con assoluta complicità lo ammoniamo <<  Sta zitto Dez!  >> lui ci resta male e la sua faccia buffa fa scoppiare tutti in una risata.

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