Caro Austin... ~ parte 2 ~

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POV Austin.
Ho fatto la cosa giusta, sto facendo la cosa giusta, per tutte e due. Ally partirà per il tour e almeno uno dei due ce la farà.
Entro nell'attico, prendo il whisky nervosamente lo verso nel bicchiere e lo mando giù in un sorso. Quello che devo fare ora è impossibile.
Se Ally sapesse quello che ho fatto per lei, si arrabbierebbe e mi convincerebbe a non cedere.... non si arrenderebbe. Con la differenza che mio padre ha i mezzi necessari per annientarla completamente. Per questo l'unica soluzione per proteggerla è......lasciarla.  Mi ci vorrà tutto il mio autocontrollo per convincerla, dovrò comportarmi da fottuto bastardo che.
<< Ei! Allora? Cos'è tutta questa fretta di vedermi. Appena ho letto l'sms mi sono precipitata. >> eccola sprizzante. Come fa ad essere felice se stava per rinunciare al tour e forse alla Star record? Dio quanto è bella. Quel pantalone nero e quella magliettina dello stesso colore, le risaltano le perfette forme totalmente proporzionate al suo minuto corpo. Mi verrebbe voglia di strapparle via tutto e baciarla, ma non posso. Quindi distolgo lo sguardo dal suo rivolgendolo verso il vetro.
<< Tutto bene? >> mi chiede premurosamente appoggiando una mano sulla mia spalla.  Il suo tocco mi riscalda il cuore, chiudo gli occhi e scrollo la sua mano dalla mia spalla per concentrarmi e prendere coraggio.
<< Ti devo parlare >> dico con la voce tremante.
<< Mi stai facendo preoccupare >> dice sedendosi sul divanetto alle mie spalle. Io mi giro senza incrociare i suoi occhi.
<< Sono andato in azienda prima. >> inizio sedendomi di fronte a lei sorreggendo il mio viso dalle mani giunte. Lei inarca un sopracciglio, di sicuro non si aspetta ciò che sto per dirle, ignora ogni cosa; o almeno credo.
<< Ho detto a mio padre che riprenderò il mio posto >>
<< Perché? Cedi proprio adesso? >> chiede contrariata e allo stesso tempo comprensiva.
<< Ally.... >> il suo nome quasi mi muore in gola.
<< Cosa? >> chiede un tantino alterata.
<< Sono stanco di lottare contro mio padre...... Sì abbiamo trovato un modo per raggirarlo, ma quanto durerà? Posso mai realizzare i miei sogni così? Nessuno mi avrebbe ingaggiato e mio padre l'avrebbe avuta vinta, sto solo anticipando i tempi.  E poi mi manca avere il potere >> il tono che sto usando è un misto di rabbia e dolore. Mi alzo dal divanetto e cerco il coraggio di andare fine in fondo al di là del vetro.
<<  Ok....  >> si alza per avvicinarsi a me. << non sono d'accordo con la tua decisone, però sei il mio ragazzo e devo starti accanto e aspettare che tu ritrova il senno. >> dice con tono deciso. Nutre ancora la speranza romantica che l'amore supera tutto, questo complica tutto; visto che Io, invece, sto per ferirla e per distruggere questa speranza. Mi faccio sorreggere dal vetro e stringo gli occhi più forte che posso. Li sento quasi umidi quando lei mi avvolge i fianchi con le sue esili braccia.
<< No Ally.... >> dico deciso appena sento di nuovo il calore. Lei si stacca di colpo con la fronte crucciata. Cerco di guardarla negl'occhi per rendere la cosa più convincente possibile, ma il tremore allo stomaco mi costringe a voltarmi.  << Tu non sarai parte del mio futuro. >>
<< Che significa? >> chiede con la voce tremante e immobile.
<< Che non sarò disposto a vederti ogni giorno mentre realizzi i tuoi sogni. Mi farebbe male  >> dico schiarendo, per quanto possibile, la voce.
<< Non ci posso credere >> alza gli occhi al cielo e batte le mani sulle gambe << erano tutte stronzate? >> chiede rabbiosa.
Vorrei dirle tutto, che non erano stronzate, che io la amo al punto da rinunciare a lei. Resto fermo senza essere capace di aprire bocca. Lei mi prende le braccia e scuotendomi violentemente dice << RISPONDI. Erano tutte stronzate? Il ti amo, il fatto che avremmo affrontato tutto insieme....il fatto che io....sono il tuo punto debole. Lo hai fatto solo per portarmi a letto?  >> ormai i suoi occhi sono umidi. Io  chiudo i miei  per reprimere l'impulso di portarla tra le mie braccia e baciarla.   Prendo un grosso respiro e poi rispondo << Sì. Vattene Ally.  >> 
Invece no, non erano stronzate, io ti amo più della mia stessa vita ed è vero che sei il mio punto debole. È per questo che mio padre ha sabotato la tua presentazione costringendomi ad arrendermi. Ma tu questo non lo sai, per questo prendi il tuo giubbino di pelle bordeaux e premi il pulsante della ascensore ripetutamente, per scappare via da me.
<<  Non mi sbagliavo, sei proprio un fottuto bastardo >> l'accento usato sulle ultime due parole dimostrano quanto sia ferita.
<< Ally.... >> il suo nome mi muore in gola.  Per un attimo sono tentato di fermarla, ma l'aggeggio si apre, io la guardo andare via fino a quando questo non si richiude. Un vuoto insormontabile e   le mie ginocchia, che ormai hanno resistito abbastanza, mi costringono ad accasciarmi a terra con la testa tra le mani, pronto a  dare sfogo a tutta la rabbia e il dolore trattenuto in questi quindici interminabili minuti.

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