Capitolo 10

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Cameron's POV
"È stato l'errore più grande della mia vita"
"Cam tu l'ami ancora" facendo uscire delle lacrime.
"Non quanto te"
"Non mentire a te stesso, io sono un mostro, ho ucciso persone , e i mostri non meritano una vita" sussurrò
"Piccola, tu non sei un mostro ma un angelo" dissi
"Gli angeli non uccidono" disse dura
"Tu infatti sei il MIO angelo, senza di te sono perso"
"Perché?!"
"Perché cosa"
"Perché sei ancora qui con me se non mi ami" disse esasperata
"Io ti amo piccola con tutto il mio cuore"dissi
"Ti amo dalla prima volta che ti ho visto" dissi e la baciai con tutto il mio amore .
"Ti amo Mad"

Finimmo per fare l'amore, quello che chiamano sesso, ma io penso che due persone si amano sul serio non è del semplice sesso ma una dimostrazione che si prova reciprocamente.

"Ti stavo per perdere già una volta, non voglio che accada di nuovo" dissi accarezzandole i capelli
"Neanche io ti voglio perdere, piccolo" disse
"Piccolo?" Ripetei stranito
"Tu mi chiami ogni volta "piccola" quindi da ora in poi ti chiamerò "piccolo"" disse
"Sai, ho ripensato al nostro litigio, e hai ragione potrebbe vendicarsi" dissi
"Lo vuoi lo stesso nella gang?" Chiese Mad insicura, forse per paura che io mi arrabbi.
"Si, però non mi fido al cento percento " dissi sospirando
"È una teoria,però se finge di essere tuo amico per ingannarti" chiese
"Potrebbe farlo"

"Ora basta, ti faccio il tour della casa" disse
Mi alzai ancora nudo e mi rimisi i boxer e i pantaloni
Lei si rimise l'intimo e la mia maglietta
"Sei sexy con i mei vestiti" dissi al suo orecchio e lei arrossì

"Ora la mia stanza preferita" disse
Apri la porta con una chiave, si rivelò per metà una palestra e l'altra c'erano dei manichini e poi una parete di armi, da coltellini a pugnali ,c'era di tutto e di più .
Mi guardai tutta la stanza, anche se in realtà è un intero piano.
"Voglio vivere qua dentro" dissi
Lei rise, una risata dolce.
"Questo è stato il mio primo sparo, avevo 10 anni" disse facendomi vedere un manichino con un proiettile sul cuore
"Il mio primo sparo era su una gamba e avevo 13 anni" dissi ridendo
"Ora invece hai una bella mira" disse baciandomi.
"Che ore sono?"
"Le 15:45" risposi
"Siamo stati per due ore in camera"
"Per una buona ragione e poi abbiamo bruciato molti grassi" dissi malizioso.
"Quindi rimediamo, gelato!" Disse felice
"Allora andiamo" dissi tra il divertito e stanco.
Ritornò in camera e si mise un jeans neri strappato alle ginocchia e un top nero .
"Fa freddo a Los Angeles" dissi
"Non siamo a Miami" rispose

"Andiamo di là" mi chiese con gli occhi dolci
Guardai dove stesse indicando, uno skate park?
"Sei seria?" Chiesi confuso, a Miami ce ne sono tantissimi e lei mi porta in uno skate park?
Lei annuì
"Non abbiamo lo skate" dissi
"No problem" rispose
Entrò in un negozio e uscì con in mano due skate, uno nero con una C e l'alto con una M.
"Quanti skate c'hai?" Chiesi
"Circa cinque" rispose non del tutto sicura.

"Mi sto vergognando di te piccolo" mi disse
"Non è colpa mia se non mi ricordo come si fa questa cosa" dissi esausto
"È facilissima" disse incitandomi
Ci riprovai e poi caddi
"È poi sarai io quella che era in coma" disse e io la fulminai.
"A casa ti premierò" disse Mad maliziosa
Presi un respiro e riprovai, non sono caduto, c'è l'ho fatta.
"C'è l'ho fatta"
"Mi devi premiare" dissi malizioso
"Prima devi fare questa acrobazia" disse per poi salire sullo skate prendere velocità ,su una rampa ,fece un' acrobazia e ritornò con le ginocchia piegate sullo skate .
"Io non lo faccio, tu sei impazzita" dissi
"Piccola ti sei una Cheerleaders e io un giocatore di football" aggiunsi
Lei sbuffo
"Ti stanno facendo dei video" dissi vedendo troppo ragazzo attorno a noi
Lei si girò e rise dando un occhiolino verso quei ragazzini che la ammiravano .
"E ora voglio il gelato" Disse con un tono carino e con gli occhi dolci
"Sono le 16:57, tra poco ritorniamo a Miami" dissi un po' triste.
"Siamo qui da neanche un giorno" mi ricordò
"Mi piace Los Angeles, la città degli angeli, la tua città piccola" dissi scompigliandole i capelli.
Lei mi fulminò
Mi squillò il cellulare, era Nash
"Bro, dove siete?"
"In un parco, tra poco arriviamo a casa" risposi e attaccai.

Scoppiai a ridere vedendo la sua faccia sporca di gelato alla vaniglia.
"Che c'è!" Chiese
"Sei troppo buffa" risposi ridendo, lei mi guardò non capendo
"La tua faccia" dissi
Lei arrosi , mi avvicinai alla sua guancia e la baciai sul punto sporco e poi ci passai la lingua, facendo ancor di più arrossire Mad.

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