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Da una decina minuti Valentino si trovava intento a fissare la stradina che incrociava il vicoletto all'interno del quale si stava nascondendo. C'erano poche persone in giro, molte intente nelle loro attività tanto da non prestare attenzione a ciò che le circondava.
Il giovane percepiva una strana tensione irrigidirgli i muscoli: non voleva uscire allo scoperto, ma sapeva che non poteva rimandare a lungo la sua successiva azione.

La sera era scesa presto, accompagnando l'ennesima pioggerellina alla conclusione prematura di quella giornata: l'asfalto era lucido e bagnato; l'aria satura di umidità tanto che pareva incollarsi ai vestiti, rendendoli freddi e pesanti.
Trasse un lungo respiro ed espirò lentamente, mentre il fiato si tramutata presto in una candida e impalpabile nuvoletta bianca davanti il viso.
Aveva già notato da parecchio la presenza di Sergio e Michela poco più in là, vicino all'edicola in fondo alla strada. Il piccolo punto vendita di riviste e quotidiani era chiuso da anni, ricoperto da scritte realizzate con vernice spray e pennarelli indelebili. La porticina d'ingresso era stata distrutta e sostituita da delle assi di legno inchiodate direttamente su ciò che ne era rimasto.

Ciò che le persone comuni non potevano immaginare era che quella porta, così drasticamente e, solo in modo apparente, sigillata, in realtà si aprisse con estrema facilità, garantendo l'ingresso dentro la vecchia edicola: bastava possederne la chiave.

Valentino si rigirò tra le mani il piccolo pezzo di metallo, passando un pollice sui dentini della chiave: essere uno dei possessori di quel piccolo oggetto stava diventando un privilegio sempre più oneroso.
Deglutì piano e la rimise in tasca, tornando a guardare in direzione dei due giovani: non gli sembrava di aver visto arrivare anche gli altri, ma poteva darsi che fossero giunti al loro appuntamento in anticipo, che si trovassero già all'interno dell'edicola per evitare di destare sospetti nei pochi passati in giro. Sapeva che Michela e Sergio continuavano a sostare lì davanti in attesa che nessuno si accorgesse dei loro movimenti e il giovane non aveva idea se fosse opportuno per lui affiancarli, oppure attendere che entrassero nell'edicola: di una cosa era certo.
Non aveva voglia di raggiungerli.

Serrò le labbra e abbassò gli occhi al suolo per una frazione di secondo; quando li riportò su i due incontrò lo sguardo di Michela puntato su di lui.
Trasalì sentendo i muscoli irrigidirsi.
La giovane aggrottò la fronte e si scostò i lunghi capelli bruni con una mano, lasciandoli ricadere in tutta la loro lunghezza oltre le spalle e quelli presero a ondeggiare sensualmente intorno al suo corpo per una frazione di secondo. Distolse l'attenzione dal giovane e poggiò un gomito su una delle spalle di Sergio, chinandosi verso di lui per depositargli un breve bacio su di una guancia.
Sergio, dal canto suo, rimase immobile, mollemente appoggiato a una delle pareti dell'edicola: scostò la ragazza da sé con fare annoiato, piegando le labbra in una smorfia, prima di muoverle, articolando delle parole che, a causa della distanza, Valentino non fu in grado di udire.

Temeva che Michela avesse annunciato il suo arrivo al loro capo e, suo malgrado, il ragazzo si trovò a trarre l'ennesimo, lungo respiro, espirò e uscì per strada, incamminandosi in direzione dei due.

L'anziano signore seduto sulla panchina di fianco l'edicola ripiegò il giornale che stava leggendo, lo mise sottobraccio, si alzò e prese ad allontanarsi da lì.
Sergio si guardò attorno e sparì dentro l'edicola, seguito velocemente da Michela.
Valentino li raggiunse un paio di secondi dopo.

Dentro il piccolo stanzino di latta si rese conto di essere solo con gli altri due. Li salutò con un cenno del capo, tenendo gli occhi ostinatamente bassi, per evitare di incontrare quelli degli altri: odiava dover ricambiare lo sguardo di Michela perché lo faceva sentire costantemente a disagio, come se si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato; come se lei stesse lì a rimproverarlo continuamente e con severità riguardo la sua presenza con loro in quel luogo. Non gli andava meglio neanche con Sergio, dato che il giovane aveva il brutto vizio di indagare con il proprio sguardo ogni angolo del viso di colui o colei che si trovava davanti, registrandone ogni più piccolo particolare, quasi a volere scovare ogni segreto altrui.

NEVER ENOUGHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora