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Alessandro aprì piano gli occhi, lasciando che il torpore del sonno lo abbandonasse lentamente, percependo una strana sensazione solleticargli il petto. Aveva caldo, ma era certo di avere spento il riscaldamento la sera precedente, prima di andare a letto, eppure, proprio sul suo pettorale di sinistra percepiva un calore quasi bruciante.
Spalancò gli occhi, tirandosi di colpo a sedere, ma rimanendo in tensione senza riuscire a sedersi per davvero, trovando la mano di Valentino sul suo corpo. Cercò di scostarla da sé, timoroso che l'altro potesse percepire i battiti frenetici del suo cuore, ma pareva che lo avesse disturbato abbastanza, infatti, il ragazzo prese a lamentarsi e a spostarsi da lui, svegliandosi, producendo dei rumorini incomprensibili con la bocca, ma così colmi di tenerezza da fare sorridere l'uomo.

-Che delizioso quadretto!- esclamò Caterina e quella volta Alessandro urlò per davvero. Balzò fuori dal letto di Valentino sentendosi avvampare per l'imbarazzo e puntò un dito tremante contro l'amica.
-Cosa diavolo ci fai qui?!- gridò e Valentino si tappò le orecchie con entrambe le mani, ancora abbastanza rintronato dal sonno.
-Che succede?- chiese e soltanto in quel momento si accorse della presenza di Caterina.

Rimase a fissarla per un paio di secondi, mentre quella restava appoggiata contro il telaio della porta e più la guardava, maggiore era la sensazione che gli suggeriva che ci fosse qualcosa di strano in lei. Alessandro continuò a urlarle contro, le si avvicinò con fare minaccioso, pronto a perquisirla e sequestrarle le chiavi di casa sua, ma Caterina sollevò una gamba nella sua direzione, mimando un calcio volante, con l'intenzione di tenere l'altro a debita distanza da sé.
-Hai tinto i capelli?- le chiese Valentino, spalancando gli occhi.
-Oh, come sei dolce! Si vede che sei gay: Francesco ha impiegato quasi un giorno interno prima che se ne accorgesse-
-I capelli?- domandò Alessandro, confuso.
-Mi rimangio quello che ho detto: anche tu sei gay come Vale, ma insensibile come Francesco!- esclamò la giovane, indispettita.
-Insensibile?-
-Ho cambiato colore! Come fai a non rendertene conto?- gli chiese allibita e Alessandro aggrottò la fronte.

-Sono... fuxia?-
-Oh, sì, Vale! Bellissimi, vero?- trillò la giovane, facendo un saltello sul posto e Alessandro si precipitò verso di lei, afferrandola per i fianchi. Caterina rimase a fissarlo negli occhi per un paio di secondi e quando si rese conto di avere catturato la piena attenzione dell'altro, tirò fuori da una tasca dei pantaloni le chiavi di casa tanto agognate da lui e le lasciò cadere nella scollatura del suo décolleté, tra i seni.
-Te le puoi riprendere, se vuoi- lo sfidò e l'altro arrossì furiosamente, allontanandosi da lei.
-Vado a farmi la doccia. Devo andare a lavoro- borbottò e la sua amica rise divertita, impedendogli di andare via, stringendolo per un gomito.

-Aspetta. Non sono mica venuta sin qui per spiarvi! Sai che mi frega... comunque! Vi ho portato la partecipazione di nozze- disse Caterina e Alessandro tornò ad aggrottare la fronte, mentre Valentino si sedeva sul bordo del letto.
-E chi si sposa? Non vado da nessuna parte: non ho soldi- borbottò il padrone di casa e la ragazza ridacchiò ancora.
-Tu sei il testimone, non puoi saltare l'appuntamento, mi dispiace-
-Cosa?!- urlò Alessandro e Valentino scosse la testa frastornato da tutto quel casino.
-Il testimone di chi?- le domandò e l'altra alzò gli occhi al soffitto, infastidita dall'evidente stupidità del suo migliore amico.
-Il mio testimone! Deficiente! Mi sposo io!-
-Cosa?!-
-Cosa, cosa, cosa! Se non mi fai finire di parlare!-

-Con chi ti sposi?- le domandò Valentino.
-Ma con Francesco, sciocchino! E con chi sennò?- il giovane scosse la testa, confuso da quella notizia.
-Credevo che non lo amassi- ribatté Alessandro e Caterina lo lasciò andare, incrociando le braccia sul petto.
-Non l'ho detto a te soltanto perché non lo avevo ancora detto a lui. Ma c'è stata una serata, subito dopo la nostra discussione, così romantica da procurarmi una carie e tante cose imbarazzanti di cui non ti parlerò nemmeno sotto tortura e, alla fine, gliel'ho detto. Boom! Ti amo! Per poco non gli prendeva un colpo e immagina quando poi gli ho fatto la proposta: a momenti mi sveniva ai piedi! L'ho chiusa velocemente e stiamo già organizzando il matrimonio, che non ho voglia di cambiare idea: Francesco ha troppo bisogno di me, non posso mica mollarlo dopo tutto 'sto casino!-

NEVER ENOUGHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora