Un paio di giorni dopo, mentre Valentino girovagava per i tavolini e i divanetti del pub, intento a prendere ordinazioni e a servire i clienti nella sua nuova veste di cameriere, nel locale fece il suo ingresso Caterina.
Il luogo si presentava nella sua situazione massima di caos: non c'erano posti liberi tra le sedute, la pista da ballo era un agglomerato di corpi accaldati dalla frenesia festaiola. La nuova solista stava dando il meglio di sé, esibendosi in susseguirsi di brani ideali per lasciarsi andare con il corpo e la mente, seguendo soltanto i propri impulsi. Sembrava che tutti si stessero divertendo e anche tanto, ma Valentino non aveva mai un attimo di tempo neanche per concedersi una pausa e la musica, il lavoro costante e frenetico lo aiutavano a non pensare, evitando di continuare a deprimersi – almeno non durante le sue ore di lavoro.
Fuori da lì, nell'appartamento di Alessandro, era tutta un'altra musica, ma il giovane stava persino cercando di riallacciare il suo rapporto con suo padre, al fine di interrompere la convivenza con Alessandro il prima possibile. Erano passati diversi giorni da quando lo aveva beccato a baciarsi con un altro e l'uomo non si era mai degnato di prendere con lui quell'argomento: non sapeva che Valentino lo aveva sorpreso e beccato nel momento del suo tradimento, ma trovava assurdo che non sentisse neanche la necessità di confessare e implorare perdono. Quel suo modo di comportarsi lo aveva portato a convincersi sempre più che i suoi sentimenti per lui non fossero ricambiati.
Caterina individuò subito il giovane tra la folla del posto e si diresse come un treno in corsa verso di lui. Anche Valentino l'aveva notata, ma fino all'ultimo sperò che non fosse lì per fargli una qualche sorta di scenata, perciò la ignorò fino a quando non se la trovò al proprio fianco. Sospirò, sorrise ai clienti, stringendosi il vassoio vuoto sotto un braccio e prese a dirigersi verso il bancone del pub, con Caterina che continuava a tallonarlo.
Valentino lasciò il vassoio al bancone e Tommaso gli rivolse uno sguardo interrogativo, mentre si accorgeva della presenza di Caterina alle spalle del ragazzo.
-Capo! Che bella sorpresa!- esclamò l'uomo, mentre il giovane si irrigidiva come se fosse stato colpito in pieno da una secchiata d'acqua gelata. Si volse nella sua direzione quasi a rallentatore, trovandola a fissarlo in viso con espressione a dir poco furiosa.
-Questo posto... è tuo?- mormorò Valentino stupito e Caterina si limitò ad annuire. -Perché non me l'hai detto?-
-Lo gestisco da due anni- disse lei con tono freddo, evitandogli di dargli anche che l'idea di farlo lavorare lì dentro, con la speranza che qualcuno lo notasse per via delle sue doti canore, era stata proprio di Alessandro.La giovane sciolse la posa rigida delle braccia che, sino a quel momento, aveva tenuto saldamente incrociate sul petto: afferrò Valentino per un lembo del piccolo grembiule nero che indossava, obbligandolo a seguirla sul retro del locale.
Si trovarono presto in un corridoio stretto e poco illuminato, dove l'ingresso era proibito ai clienti. Era stracolmo di roba di ogni tipo e due enormi scaffali di metallo, carichi di merce, occupavano entrambe le pareti, rendendolo ancora più stretto.
Caterina spinse Valentino dentro quell'angusto spazio, obbligandolo a proseguire dritto sino a quando non si trovarono davanti una porta: l'aprì e spinse il giovane dentro una piccola stanza.Appena Caterina chiuse la porta alle sue spalle, ogni rumore proveniente dalla sala principale parve spegnersi: rimasero soltanto loro due e un silenzio quasi assordante. Anche quella stanza era abbastanza claustrofobica: erano presenti una libreria satura di fascicoli, una scrivania, due sedie e un piccolo frigorifero. Le pareti erano macchiate a causa dell'umidità e un vecchia e logora moquette scura rivestiva il pavimento.
Valentino incassò la testa tra le spalle, spingendo le mani nelle tasche dei pantaloni neri e dal taglio elegante che indossava.-Allora?- gli chiese Caterina, tornando a incrociare le braccia sul petto.
-Cosa?-
-Mi prendi per il culo?- sbottò la ragazza e non fece assolutamente nulla per celare la propria furia. Valentino deglutì e abbassò gli occhi sul pavimento.
-Cosa vuoi sapere?- mormorò.
-Cosa. Cazzo. È. Successo!- disse lei, sibilando ogni singola parola sino a concludere la propria frase in un urlo. Valentino scosse la testa e si morse un labbro. Sentì sotto i denti la durezza della crosticina che aveva sigillato il taglio ormai in via di guarigione: non gli faceva più male, a differenza del cuore, dato che quello pareva avere subito una ferita così profonda che il giovane stentava a credere si sarebbe mai rimarginata.
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NEVER ENOUGH
RomanceIn un quartiere periferico della città di Bologna, Alessandro ha finalmente trovato un piccolo appartamento dove mettere radici: è pronto per ricominciare da zero, senza più concedersi distrazioni di sorta. Ha rinunciato a false speranze, chiuso i...