Valentino rimase come pietrificato nel corridoio, immobile davanti la porta della camera di Alessandro per un tempo indefinito.
Non aveva neanche veri ricordi riguardo quanto era successo negli ultimi minuti mentre si trovava lì: nessun suono, nessuna voce, nessuna immagine, come se avesse vissuto sospeso nel tempo e nello spazio lontano dalla concretezza della vita.Sentiva sulle labbra ancora l'effimero sapore di quelle di Alessandro e, anche se si era trovato soltanto a sfiorarle, pareva che quello bruciasse con una tale intensità che lo esortava ad agire, come se lo stesse spingendo a saziare la fame improvvisa che quel breve bacio era riuscito ad accendere in lui.
Il suo corpo aveva preso a guarire lentamente dal pestaggio che aveva subito e a reagire in modo strano in presenza dell'altro, come se fosse in costante ricerca del suo calore: pareva avesse trovato in Alessandro la sua personale medicina e quella cosa iniziò a spaventarlo un po'.Poco prima gli era parso quasi che l'altro stesse tentando di sedurlo, eppure si era tirato indietro all'ultimo momento, lasciandolo lì come uno stoccafisso a domandarsi perché diavolo non avesse finito per saltargli di nuovo addosso.
"È quello che vuoi?", si domandò e si rese conto che sì, ciò che voleva era Alessandro ed era pronto ad acconsentire a qualsiasi genere di rapporto l'altro gli avrebbe proposto, pur di stargli vicino: era stato in grado di accontentarsi di uno come Fabio e prima di lui aveva avuto diverse piccole, grandi storie con altri uomini di cui era sicuro di non potersi vantare.
Tanto per dirne una: nessuno di quelli, Fabio compreso, l'aveva mai sentito cantare, né era a conoscenza di quella sua passione, nonostante per Valentino fosse tanto importante e intima.Quando cantava si denudava completamente, portando allo scoperto tutto quello che custodiva gelosamente dentro al cuore: non era in grado di nascondersi né di mentire. In quei momenti era totalmente alla mercé della sua stessa passione, colmo di un'emozione incontrollabile: non esistevano problemi né paranoie. Soltanto lui e la sua voce, qualcosa che andava ben oltre il grigiore della sua stessa esistenza, come se fosse una luce sfolgorante a guidarlo nel buio, a permettergli di non annegare nell'apatia di una vita già scritta e piatta. Anche con Alessandro ogni cosa aveva preso a farsi interessante, inaspettata, più luminosa.
Si sentiva come se gli fosse stato concesso per una volta di toccare il punto più alto nel cielo: aveva fatto l'amore con lui e non aveva alcuna intenzione di tornare a poggiare i piedi per terra. Non si sarebbe mai più accontentato.Non era certo che ci sarebbe stato un futuro per loro due, ma più aveva la possibilità di stargli vicino, maggiori erano i pensieri romantici – quasi mielosi – che prendevano vita nella sua mente. Se chiudeva gli occhi poteva persino immaginarsi al fianco di un Alessandro ormai anziano, mentre stava lì a prenderlo in giro per i suoi capelli bianchi, ma continuando a guardarlo sempre con gli stessi occhi devoti.
"Ti sei innamorato" soffiò una vocina sadica tra i suoi pensieri e il suo cuore prese a battare sempre più forte.
"Lo so" si rispose: non aveva dubbi a riguardo. In quel caos perenne che era la sua vita, Alessandro stava – era già? – diventando il suo punto fermo.
"E cosa farai, Vale? Lui non sembra che provi lo stesso per te. Ti tirerai indietro oppure ti gettarai nel fuoco, consapevole che di te potrebbe rimanere soltanto cenere?"Valentino si morse un labbro, riflettendo seriamente su tutto quello che sarebbe potuto essere... no. In realtà decise di seguire il proprio istinto e aprì piano la porta, senza neanche bussare.
Alessandro gli dava le spalle: era disteso a letto; la luce del comodino era accesa e l'uomo sembrava intento a leggere qualcosa sullo schermo del suo cellulare. Era così assorto nella lettura che parve non accorgersi della presenza dell'altro.
L'intruso ne approfittò avvicinandosi cauto al letto.Sapeva che Alessandro avrebbe anche potuto rifiutarlo, eppure, nei gesti goffi e incerti che poco prima gli aveva rivolto sulla soglia della stanza degli ospiti, Valentino aveva letto in lui un tentativo preciso: non comprendeva perché l'avesse fatto, ma il giovane era del tutto deciso a portare quei gesti a compimento.
Si tolse i vestiti e vide l'altro irrigidirsi: Alessandro si voltò lentamente nella sua direzione e sgranò appena gli occhi, impedendosi con forza di fare scivolare il proprio sguardo sul corpo del giovane, ostinandosi a guardarlo in viso.
STAI LEGGENDO
NEVER ENOUGH
RomanceIn un quartiere periferico della città di Bologna, Alessandro ha finalmente trovato un piccolo appartamento dove mettere radici: è pronto per ricominciare da zero, senza più concedersi distrazioni di sorta. Ha rinunciato a false speranze, chiuso i...