-Vedo che in meno di un mese hai saputo rendere questo posto uno schifo- borbottò Caterina, portandosi un bicchiere alle labbra. Alessandro le rivolse un breve sguardo di sottecchi, continuando a mangiucchiare un pezzetto di pane.
-Davvero, Ale. Cazzo hai fatto alla portafinestra? Che fine hanno fatto le mie bellissime tende arancioni?-
-Ti ricordi che questa è casa mia, vero?-
-Ci hai già portato qualcuno? Hai fatto il battesimo del letto?- gli chiese l'amica, protendendosi verso di lui con un sorrisino furbo a incurvarle le labbra.Alessandro le rivolse l'ennesima occhiataccia, mentre l'altra prendeva a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli di colore rosa, così vicina a lui da permettergli di sentire il suo profumo dolce, alla vaniglia.
-C'ho dormito- ribatté il giovane e l'espressione di Caterina si fece subito delusa: sembrò ripiegarsi su se stessa, abbassando le spalle, spendendo di colpo il suo sorriso.
-Niente sesso?-
-Caterì!- la richiamò, cercando di scrollarsi di dosso la sua molesta attenzione.La giovane trasse un profondo respiro, poggiandosi contro la spalliera della sedia: prese a dondolarsi sui piedi posteriori, assicurandosi l'ennesima occhiataccia da parte del suo migliore amico.
-Cosa sei? Una bambina di dieci anni?- le chiese e Caterina smise di dondolarsi, tornando composta con un tonfo secco prodotto dai piedi anteriori della sedia, che finirono per battere con violenza contro il pavimento. Incrociò le braccia sotto il seno, per poi spalancare appena gli occhi nell'udire una strana melodia provenire dall'esterno.-Non eri venuta a consolarmi per Giacomo?- le domandò Alessandro mentre l'altra si alzava, avvicinandosi alla portafinestra. L'uomo deglutì, sentendo i muscoli irrigidirsi appena: sapeva cosa aveva catturato l'attenzione della sua amica e non voleva che scoprisse a chi apparteneva la voce che stava intonando quella canzone, tra l'altro, con un ardore sorprendente.
Alessandro si pentì un po' per non essersi recato a sentire Valentino dal vivo: ripensò ai brevi messaggi che gli aveva inviato poco prima, domandosi se fosse stato eccessivamente smielato. Si chiese se non avesse esagerato, lasciando intendere qualcosa di troppo.-Hai fatto la cazzata di starci insieme per anni. Di cosa devo consolarti? È il Karma: ti sta punendo e sono d'accordo con lui- sussurrò la giovane, continuando a seguire quella voce. Poggiò una mano sopra la maniglia della portafinestra e Alessandro si alzò di colpo dalla sedia, spingendo involontariamente il tavolo. Caterina volse la testa nella sua direzione, aggrottando appena la fronte, incuriosita da quel suo strano comportamento.
-Tu sai chi sta cantando?- gli chiese e Alessandro si trovò a deglutire imbarazzato.-No- mentì.
-Scopriamolo...- sussurrò l'altra e fece per aprire la portafinestra: Alessandro si lanciò nella sua direzione, impedendole di portare a compimento la sua azione. Caterina lo guardò stupita, mentre un sorrisino tornava a incurvarle le labbra con malizia.
-Tu sai chi sta cantando...- disse e la sua non era più una domanda. Alessandro arrossì appena, distogliendo gli occhi da lei.
-Come si chiama?- lo incalzò, afferrandolo per il colletto del maglione che indossava, alzandosi in punta di piedi per protendersi verso di lui.L'uomo le strinse i polsi, cercando di scrollasserla di dosso, ma l'altra oppose resistenza e Alessandro dovette desistere dal proprio intento, dato che non aveva alcuna intenzione di farle del male, neanche accidentalmente.
-Un ragazzo- mormorò.
-Questa l'avevo capito da sola: è una voce maschile quella che sento- disse lei, mollando la presa sul suo maglione.
-Come hai detto che si chiama?-
-Non l'ho detto-
-E non hai intenzione di vuotare il sacco perché...?-Alessandro sbuffò, allontanandosi da lei. "Già", si domandò, "perché?"
Era assurdo pensare di volere tenere per sé l'esistenza dell'altro: non stava facendo nulla di male. Certo, Valentino era molto giovane tanto che il suo viso conservava ancora dei lineamenti particolarmente dolci e quasi fanciulleschi. Non c'era nulla di scandaloso tra di loro, forse soltanto un'amicizia che stava crescendo poco alla volta. Per tale motivo prese a rendersi conto di quanto dovesse apparire strano il suo comportamento tanto restio: conosceva Caterina. Se avesse continuato a quel modo, l'altra, era sicuro, avrebbe preso a ricamare su quella storia qualcosa che non era.
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NEVER ENOUGH
RomanceIn un quartiere periferico della città di Bologna, Alessandro ha finalmente trovato un piccolo appartamento dove mettere radici: è pronto per ricominciare da zero, senza più concedersi distrazioni di sorta. Ha rinunciato a false speranze, chiuso i...