L'aria di quella notte era abbastanza gelida da fare condensare il fiato davanti al viso, tramutandolo in nuvolette bianche.
Alessandro attraversò l'ingresso delle Vecchie Mura, percorse ancora un po' di strada a piedi, dato che non si era allontanato di molto da casa sua: il luogo che Francesco gli aveva indicato tramite messaggio distava a meno di quindici minuti dal suo appartamento.
Anziché tagliare dalla piazza sulla quale si affacciava la sede dell'Università di Bologna, con il rischio di fare qualche incontro spiacevole con alcuni... venditori ambulanti, imboccò la parallela, aumentando il passo, cercando di scaldarsi con una piccola corsa.Giunse a destinazione un paio di minuti dopo, trovando il pub, designato per l'incontro, ancora abbastanza caotico, nonostante fosse passata la mezzanotte di un qualsiasi giorno infrasettimanale.
-Domani non si lavora?- borbottò a mezza voce.
-Certo che si lavora!- esclamò una voce al suo fianco e voltandosi in quella direzione l'uomo vide Francesco avvicinarsi a lui, battendogli una mano su di una spalla. -Anche noi, eh. Ilaria ti ha assunto- continuò l'altro.
-Il contratto dura per un mese- precisò Alessandro.
-Vedrai che te lo rinnova. Allora!- continuò il suo collega. -Ti assolvo dai tuoi peccati, amen. Beviamo?-
-Sei impazzito?- gli chiese allibito e Francesco rise.
-Scherzavo. Dai, mettiamoci fuori, che dentro ci sta il delirio- gli propose e Alessandro annuì.Presero posto intorno a un piccolo tavolino di legno scuro, approfittando dei plaid che trovarono accuratamente ripiegati sulle sedie che occuparono e li utilizzarono per coprirsi un po', mentre attendevano le loro ordinazioni – che avevano effettuato direttamente al bancone del locale poco prima.
Al suo interno il pub era saturo di gente, voci e musica; aveva ragione Francesco e Alessandro trovava calzante il compromesso per cui avevano optato: faceva freddo, ma almeno le loro chiacchiere sarebbero restate intime, dato che non vi erano altrettanti temerari – o stupidi, a seconda dei punti di vista – che avevano optato per prendere posto fuori dal pub.
Anche se l'uomo – forse favorito dalla lucidità che gli ridava quella frizzantina brezza notturna – stava incominciando seriamente a pentirsi di essersi deciso a incontrare l'altro.Alessandro si accese una sigaretta, fuggendo dallo sguardo divertito di Francesco.
-Immagino che si tratti del randagio che hai raccolto dalla strada- mormorò e l'altro finì per strozzarsi con il fumo della sigaretta, prendendo a tossicchiare.
-Che?!- gli domandò quando fu di nuovo in grado di parlare senza sentirsi soffocare.
Un cameriere si fece loro vicino servendo delle tigelle e due bicchieri di birra. Alessandro prese a mangiare con una certa voracità – senza spegnere la sigaretta che poggiò sul posacenere –, scoprendosi di colpo affamato. Divorò un paio di tigelle in pochi bocconi, prima di riprendere la sigaretta tra le dita, continuando a spiluccare il cibo con poco interesse. Fece gli ultimi due tiri dalla cicca, prima di spegnerla definitivamente e ancora non aveva risposto alla domanda di Francesco e neanche quello aveva insistito perché lo facesse.-Che ne sai tu?- gli domandò e l'altro sorrise.
-Sto con Caterina, ricordi?-
-E questo significa che ti racconta tutti i cazzi miei? Fammi capire. Manco sapevo che avesse una sorella sino a stamattina: è sempre così riservata riguardo se stessa, ma non lo è con i fatti degli altri?-
-Calmati, tigre. Non sto dicendo questo. Dico soltanto che di me si fida e mi ha accennato qualcosa. Più che altro come referenze-
-In che senso?- gli domandò Alessandro aggrottando la fronte.-Beh, mi ha detto che sei una brava persona e per conferma mi ha accennato a un tizio che hai aiutato ieri sera... l'altro ieri sera, data l'ora che si è fatta-
-L'altro ieri sera, appunto...- sussurrò l'uomo, non proprio convinto da quella spiegazione. Si accese un'altra sigaretta, notando che nulla sembrava in grado di spegnere il sorriso di Francesco e si chiese se avesse fatto bene a cercarlo quando lui si sentiva così vulnerabile.
-Allora?- lo esortò il suo collega e Alessandro si trovò a stringersi nelle spalle.
-Non sono più sicuro di volere parlare con te- rispose.
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NEVER ENOUGH
RomanceIn un quartiere periferico della città di Bologna, Alessandro ha finalmente trovato un piccolo appartamento dove mettere radici: è pronto per ricominciare da zero, senza più concedersi distrazioni di sorta. Ha rinunciato a false speranze, chiuso i...