Le due settimane di ferie trascossero velocemente: tra i concerti di Valentino, le improvvisate moleste di Caterina e i tanti, piccoli lavoretti che si trovò costretto a fare in casa, Alessandro si ritrovò di nuovo in officina.
Quella mattina il cielo di Bologna era grigio, sparso di nuvole bianchicce, senza che un minimo di raggi di sole riuscissero a infiltrarsi oltre quel grigiore per illuminare la città. Una leggera brezza solleticava la pelle, lasciando le persone a rabbrividire nel concedersi un momento di pausa tra un movimento e l'altro.Alessandro odiava quel tipo di clima: il suo lavoro lo scaldava sempre, impegnadolo in azioni che, il più delle volte, si rivelavano essere abbastanza faticose da aumentare la sua temperatura corporea. Poi si sedeva un attimo per riprendere fiato, si chianava sulla cassetta degli attrezzi in cerca di qualcosa e dalla saracinesca del garage, costantemente spalancata, arrivava quell'arietta antipatica a farlo coprire di brividi.
Si diede una spinta con i piedi, uscendo da sotto l'auto su cui stava lavorando e si trovò a schivare di un paio di centimetri, con le ruote del carrello, i piedi di Giacomo: l'altro fece un saltello all'indietro, rivolgendogli un'occhiataccia.
-Fai attenzione, Cristo!- sbraitò il suo capo. Alessandro aggrottò la fronte.
-Forse non lo sai ancora, ma non ho gli occhi nei piedi: cazzo ne sapevo che stavi qui?- ribatté.
-Da lì sotto vuoi dire che non mi hai visto avvicinarmi?-
-Stavo lavorando, non mi fotteva nulla di spiare la stanza- asserì, capendo a cosa stesse alludendo l'altro.Giacomo aveva deciso e per entrambi: meno di un mese prima aveva messo un punto alla loro relazione clandestina e aveva sposato la sua fidanzatina. Alessandro, grazie anche al senso di colpa che lo aveva accompagnato in quegli anni della loro relazione, in cui lui aveva rivestito il ruolo dell'amante di una persona già impegnata, aveva accettato la cosa, senza battere ciglio, nonostante i sentimenti che provava per quell'idiota.
Tuttavia, da quella mattina, aveva notato sin da subito lo strano atteggiamento che Giacomo aveva assunto nei suoi confronti: sembrava tenerlo d'occhio. Lo aveva sorpreso più di una volta nel rivolgergli sguardi di sottecchi; evitava di stargli vicino, eppure sembrava sempre sapere dove si trovasse in ogni momento.
Come era prevedibile, aveva reso nulli ogni tipo di contatto fisico tra di loro tanto che, un paio di volte, l'aveva visto passare l'attrezzo che aveva in mano a un suo collega, al fine di farlo arrivare a lui, evitando che anche le loro mani finissero per sfiorarsi per sbaglio.Alessandro era convinto che, quel suo comportamento, avrebbe presto reso impossibile per loro continuare a lavorare insieme: Giacomo se ne sarebbe dovuto fare una ragione; accettare la scelta che lui stesso aveva fatto, tentando di andare avanti. Ed era esattamente quanto Alessadro avrebbe voluto dirgli, se soltanto l'altro glielo avesse permesso.
-Io credo che tu, oggi, sia piuttosto guardigno- mormorò Giacomo.
Alessandro contrasse la mascella e si alzò da terra, fronteggiando l'altro.
-Ehi!- richiamò la loro attenzione uno degli altri meccanici. -Che vi prende?- chiese loro, avvicinandosi al punto in cui si trovavano.
All'interno dell'officina erano presenti, oltre a loro tre, altre due persone: anche quelli interruppero il lavoro che stavano svolgendo, ponendo la propria attenzione su quanto stava accadendo tra Giacomo e Alessandro.Giacomo, spaventato da tutte quelle attenzioni non volute, temette che potesse scoppiare un putiferio: ciò che più lo terrorizzava era la possibilità che Alessandro decidesse di vendicarsi del suo abbandono, rivelando quanto c'era stato tra di loro sino al mese precedente. Era stato uno stupido a portare avanti quella relazione tanto a lungo, soprattutto perché, fin dal principio, sapeva che non avrebbe mai lasciato la donna con cui stava: non poteva permettersi di fare scoppiare uno scandalo di quella portata all'interno della sua famiglia e di quella che era da poco diventata sua moglie.
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NEVER ENOUGH
RomanceIn un quartiere periferico della città di Bologna, Alessandro ha finalmente trovato un piccolo appartamento dove mettere radici: è pronto per ricominciare da zero, senza più concedersi distrazioni di sorta. Ha rinunciato a false speranze, chiuso i...