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La cerimonia si era appena conclusa e i due sposini iniziarono a percorrere il tappeto che rivestiva parte della pavimentazione, di un brillante colore arancione, e che era stato srotolato tra le sedute che avevano ospitato gli ospiti durante la breve funzione.

Caterina ignorò volutamente i suoi genitori, correndo ad abbracciare Ilaria e Roberto: rivolse un breve cenno della mano a sua madre, che la guardava basita e offesa ed elargì un sorriso tirato a suo padre, mentre saltellava allegramente a destra e a manca salutando gli altri invitati, strattonando Francesco per una mano, tirandoselo dietro. Quando giunse davanti il suo migliore amico, la dolce sposina gli rifilò un'occhiataccia, sollevando il dito medio di una mano nella sua direzione. Alessandro alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia sul petto: sentì subito il sottile ed elegante tessuto della giacca tirare sulle spalle e sulle braccia, perciò sciolse presto la posa che aveva assunto, per evitare di trovarsi con il completo ridotto a brandelli.

Non che si stesse impegnando nell'impersonare una versione romano-bolognese di qualche sensuale danzatore esotico: non era proprio sua intenzione entrare a fare parte dei California Dream Men, anche perché non credeva di essere all'altezza di cotanta muscolosa virilità. Molto più semplicemente indossava un completo vecchio di diversi anni, comprato quando pesava qualche chilo in meno e il lavoro non aveva ancora inciso più di tanto nella sua struttura fisica.

Alessandro sbuffò mentre guardava Caterina continuare a saltellare allegramente in direzione di Valentino: l'abito da sposa in stile anni Cinquanta, che in lunghezza le arrivava a sfiorare a malapena la pelle sotto le ginocchia, era un tripudio di pizzi e roselline. La gonna sembrava seguire tutti i suoi passi, muovendosi intorno al suo corpo come se fosse spuma marina, mentre le sottili bretelle del morbido corsetto continuavano a scivolarle giù dalle spalle, obbligandola a rimetterle al loro posto continuamente, senza, tuttavia, smorzare il suo entusiasmo.

Valentino ricambiò l'abbraccio della giovane mentre Michela e Fabrizio si congratulavano con lo sposo in modo più formale: Caterina aveva invitato proprio tutti al suo matrimonio e Alessandro iniziò a sentirsi quasi soffocare da quella bolgia di persone che lo circondavano. Il suo unico desiderio era quello di correre dal suo giovane amante, abbracciarlo, baciarlo, stringerlo a sé con tanta forza da rischiare di fare aderire e incollare i loro corpi alla perfezione. Valentino aveva deciso di partire per Berlino: si sarebbe concesso un mese nella capitale tedesca, con l'intenzione di comprendere appieno l'offerta dei discografici che volevano stipulare con lui un contratto.

L'idea di restare tanto a lungo lontano dal ragazzo lo faceva andare fuori di testa e il fatto che si sentisse a quel modo lo agitava ancora di più. Era stato lui a convincerlo a tentare quella strada e se tutto sarebbe andato per il meglio – così come lui stesso si augurava – i mesi lontani sarebbero stati ben dodici, non uno. Come se non bastasse, un po' per rabbonirlo, un po' per cercare di recuperare il loro rapporto, Valentino, da circa una settimana, era tornato a vivere con suo padre. Il tempo in cui Alessandro aveva avuto possibilità di vederlo fuori dal suo lavoro, e tra un preparativo e l'altro del giovane in vista della sua partenza, si era ridotto all'osso.
Valentino non era ancora partito per quella sua avventura e ad Alessandro mancava già.

L'uomo sospirò abbassando gli occhi sulla morbida erbetta che pestava sotto i piedi, iniziando a dirigersi verso la parte dei Giardini Margherita in cui era stato allestito il rinfresco. Aveva appena messo un piede sul pavimento di legno dello chalet quando venne trattenuto per una spalla dalla mano di qualcuno.

-Dove diavolo credi di andare? Prima del rinfresco ci stanno le foto!- lo rimproverò Caterina. Alessandro scrollò le spalle, liberandosi dalla stretta dell'amica.
-Sono il testimone, no? Stavo controllando che fosse tutto al suo posto- borbottò lui, mettendo le mani in tasca.
-Non dire cazzate e vieni di là. Non ho nessuna intenzione di trovarmi senza neanche una foto a testimoniare il tuo aspetto ridicolo di oggi-
-Il completo l'ho messo per te. Io sarei anche potuto venire in tuta e lo sai!- ribatté l'uomo.
-Intendevo la tua faccia da scemo, non il completo. Quello ti sta uno schianto-

NEVER ENOUGHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora