-Oh mio Dio!- urlò Alessandro, sopraffatto dall'emozione nel rendersi conto di trovarsi di fronte al suo ragazzo. Gli andò incontro e lo abbracciò forte, ridendo, improvvisamente guarito da ogni tristezza e timore, persino il mal di testa parve abbandonarlo di colpo. -Che ci fai qui? Mio Dio!- continuò a esclamare l'uomo, così entusiasta da non riuscire a vedere null'altro all'infuori del viso del giovane, come se quella visione avesse annullato ogni altra cosa.
Si commosse e Valentino ricambiò il suo sorriso con fare titubante, cercando di godersi l'abbraccio del suo amante, stringendolo forte a sé, inspirando a pieni polmoni il profumo della sua pelle. Sentiva il cuore battergli nel petto in preda all'angoscia, terrorizzato all'idea che quel momento sarebbe potuto finire troppo presto e nel peggiore dei modi.
-Quando sei arrivato?- gli domandò Alessandro, scostandosi appena da lui. Gli strinse il volto tra le mani, baciandolo con entusiasmo. -Dio!, che sorpresa!- continuò l'uomo e Valentino si morse un labbro percependo un'improvvisa voglia di piangere.
-Mi sei mancato tantissimo- sussurrò il giovane con voce emozionata, cercando di glissare la sua domanda.Alessandro lo abbracciò di nuovo, come se stesse cercando di fondersi a lui. Fece scorrere le mani sulla sua schiena, notando che, nelle poche settimane in cui era stato via, il suo giovane amante sembrava essersi irrobustito un po'. Seguì le linea dei muscoli con le dita, attraverso la sottile stoffa della camicia, arrivando presto alla vita e... aggrottò la fronte. Si allontanò di nuovo da lui e Valentino sussultò nel notare sul viso dell'altro una strana espressione di stupore.
-Perché hai il grembiule?- gli domandò Alessandro e poi lo guardò meglio, riconoscendo negli abiti del giovane gli stessi indossati dagli altri camerieri del pub: una camicia a quadri sopra dei pantaloni dal taglio elegante e neri, dello stesso colore del piccolo grembiule che tenevano legato in vita.
Valentino deglutì un paio di volte, stringendogli le mani con le proprie, nel tentativo di non farlo allontanare troppo da sé. -Da quanto sei qui?- gli chiese l'uomo, assumendo un tono di voce abbastanza basso e teso, tanto da fare ricoprire la pelle dell'altro di brividi.-C'è una cosa che devo dirti- balbettò Valentino, fuggendo dal suo sguardo accusatore e Alessandro lasciò andare le sue mani. Gli diede le spalle e si avvicinò alla porta, battendole contro i pugni con forza.
-Michela!- urlò. -Apri questa cazzo di porta!-
-No!- esclamò Valentino, correndogli incontro e abbracciandolo in vita. L'altro cercò di scrollarselo di dosso, ma il giovane fece di tutto per non farsi allontanare da lui. Nascose il volto al centro delle sue spalle, aggrappandosigli in modo disperato.Alessandro non aveva alcuna intenzione di fargli del male e dovette desistere presto dall'intento di allontanarlo da sé, proprio per quel motivo. Grugnì frustato, battendo un altro pugno contro la porta. Chiamò diversi nomi, invocando i suoi amici, ma nessuno di loro arrivò a dargli risposta. Se qualcuno stava lì, nel corridoio, a sorvegliare che la situazione tra di loro non degenerasse, attendendo il momento giusto per liberarli, quella stessa persona, evidentemente, non aveva alcuna intenzione di acconsentire alla sua richiesta, in quel momento.
-Mi dispiace- mormorò Valentino e Alessandro si passò una mano tra i capelli, per poi afferrargli i polsi: aprì la sua stretta, gusciando dal suo abbraccio, riuscendo ad allontanarsi da lui. Gli rivolse uno sguardo saturo di rabbia, chiedendogli ancora una volta da quanto tempo era tornato. Il giovane si morse un labbro e abbassò gli occhi sul pavimento, incominciando a torturarsi le mani.
-Da quasi una settimana- ammise alla fine e Alessandro urlò ancora.
-Davvero?!- gli chiese con incredulità. -E mi hai rifilato una marea di cazzate per tutto questo tempo?-
-Mi dispiace!-
-Perché diavolo non me l'hai detto?-
-Io...-
-Almeno ci sei stato a Berlino, sì?- lo interruppe l'uomo. -Oppure anche quella era una tua geniale trovata per prendermi per il culo e fare il cazzo che volevi?-

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NEVER ENOUGH
RomantikaIn un quartiere periferico della città di Bologna, Alessandro ha finalmente trovato un piccolo appartamento dove mettere radici: è pronto per ricominciare da zero, senza più concedersi distrazioni di sorta. Ha rinunciato a false speranze, chiuso i...