13. Domenica. 8am »» Calum

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🎧 Idfc- Blackbear

Stamattina sono di pessimo umore. Ho dormito di merda, facendo sogni strani su Ashton e la sua ex. Il tutto dopo aver declinato il suo invito a passare la notte insieme. In realtà avrei voluto insistesse di più, invece mi ha semplicemente accompagnato a casa e dato la buonanotte con un bacio, che doveva essere sulla bocca, ma siccome mi sono spostato è diventato un bacio sulla guancia. 

Verso le sette, ormai rassegnato, mi alzo e vado a correre insieme a Petunia, passando poi a prendere la colazione...per Calum.

«Ma che ore sono Luke?» si lamenta lui aprendo la porta con solo un paio di boxer addosso, che non lasciano spazio all'immaginazione. Calum ha un'erezione tra le gambe. 

Entro in casa, facendomi precedere da Petunia, che appena vede Duke si mette ad abbaiare. Calum si gira, sbadigliando e allungandosi, con un lamento. 

«Facciamo colazione insieme?» chiedo lasciando il sacchetto di carta sul tavolino e andando poi verso la finestra, così da tirare le tende. 

«Che succede?» chiede a sua Calum infilandosi una maglietta che trova sullo schienale del divano. Mi avvicino a lui, sorridendogli mentre gli prendo il viso tra le mani.

«Pensavo che oggi potessimo passare un po' di tempo insieme», dico. «Che ne dici di andare a lavarti i denti? Voglio baciarti per le prossime tre ore...o fare altro», sussurro sbattendo in maniera del tutto volontaria il bacino contro il suo.

«Buongiorno anche a te Luke», mi dice ridendo. «Preparami un caffè, ti prego! Ieri sera sono tornato tardissimo e stamattina avevo intenzione di svegliarmi presto per studiare». Uhm...merda, è così stressante uscire con un ragazzo che studiare il doppio di me! Non fraintendete, anch'io studio, però ho una dote fantastica: fottuta memoria fotografica.

«Allora ti aiuterò a studiare», gli urlo dalla cucina così che mi possa sentire. Sia Petunia che Duke mi guardano, inclinando la testa come a volermi dire: Tu, ma davvero? 

«Sicuro che vada tutto bene?» mi chiede nuovamente Calum entrando in cucina. Noto a malincuore che si è infilato un paio di pantaloni di tuta. Gli sorrido, maledicendomi di essere così scarso nel nascondere le mie emozioni. 

Calum si avvicina a me, spingendomi fino a farmi aderire contro il piano della cucina. Con una mossa veloce mette le mani sotto il mio sedere, facendomi così saltare sul ripiano. Apro le gambe tanto quanto basta per farlo posizione in mezzo, mentre le mie braccia vano a finire attorno al suo collo, in una stretta sicura. Dapprima sono le nostre fronti ad appoggiarsi l'una all'altra, poi lo fanno anche le nostre labbra. Baciare Calum è sempre un crescendo: inizia lentamente, come se avessimo tutto il tempo del mondo, e finisce il tutto con urgenza, facendomi credere che di tempo non ne abbiamo affatto. L'intermezzo è sicuramente la parte che preferisco, e vorrei potesse durare per sempre. 

Credo di aver sviluppato una certa dipendenza dai baci di Calum e credo anche che lui lo abbia capito, perché lo noto che si diverte a stuzzicarmi. Si fa desiderare, ed io lo desidero davvero davvero tanto!

«Adesso va decisamente meglio», sussurro contro la sua guancia, dandogli poi un bacio. Nel mentre, le mie gambe si stringono maggiormente attorno alla sua vita, così le nostre erezioni si scontrano. Lui si lascia sfuggire un gemito, ma si stacca all'istante. 

«Quindi, facciamo colazione?», chiede aprendo l'anta dell'armadio e prendendo due tazze. Io mi allungo all'indietro, appoggiando i palmi contro la superficie in marmo, sul viso un'espressione di totale disappunto.

«Certo, poi ti posso fare un pompino, che dici?» Calum ride, guardandomi da sopra la spalla.

«Ti piacerebbe!»

Oh sì, non sai nemmeno quanto.

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora