3. Martedì. 10pm »» Ashton

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🎧 Dirty Mind- Boy Epic

Quante possibilità c'erano che finissi a letto con qualcuno durante la mia ardua ricerca? Tantissime. Di questo ne sono sicuro, perché quando voglio so essere proprio una puttanella.

E quante possibilità c'erano che finissi a letto con il figlio del mio professore di Storia dell'Arte moderna? Uhm...beh, forse avrei dovuto aspettarmelo, considerando che fa Irwin di cognome. Davvero ci sono così pochi Irwin a San Francisco?!

Ashton Irwin è il terzo ragazzo con il quale ho ottenuto il perfect match. Anche con lui, come con Calum Hood, ho un affinità del 97%. Il restante 3% però se lo sta guadagnando proprio in questo preciso istante. Perché oltre ad essere un artista, proprio come me, scopa divinamente! Ed è anche incredibilmente bello: gli occhi marroni, i capelli castani e leggermente mossi, le labbra carnose e due spalle che me lo fan venire duro solo a guardarle.

La sua mano destra è stretta in un presa sicura attorno ai miei polsi, che mi ha bloccato sopra la testa. Continuo a dimenarmi, ma solo per infastidirlo perché mi fa ridere la sua espressione contrariata. Abbassandosi verso il mio viso, mi sussurra qualcosa contro la guancia, lasciandomi subito dopo un bacio sulle labbra.

«Ho ancora voglia di scoparti». Il romanticismo, signori e signore!
«Dovresti farlo», concordo spostandomi leggermente in avanti, così da fargli sentire che sono ancora eccitato, anche se entrambi siamo venuti meno di dieci minuti fa.

Con un colpo secco si fa spazio dentro di me. Gli passo una gamba attorno alla vita, aiutandolo nei movimenti, man mano sempre più veloci. E diventa tutto un insieme confuso di gemiti, baci famelici che culminano in morsi violenti, il mio piacere che un po' è anche il suo e viceversa.
Mi lascia andare le braccia, appoggiando i palmi contro il materasso e venendo dentro di me con un'ultima spinta, la stessa che mi provoca un piacere infinito, annebbiante. L'orgasmo più strano della mia vita.

«Quando mi hai invitato a cena fuori avevi in mente di portarmi a letto?», gli chiedo mentre siamo ancora stesi a letto, nel suo attico all'ultimo piano in centro città. Questo posto è il paradiso e lui è una fottuta divinità greca.

«Cerco davvero l'amore», mi risponde, guardandomi con un sorriso e riuscendo così a confondermi. Vorrei chiedere delle spiegazioni, ma non faccio in tempo perché le sue labbra sono nuovamente sulle mie, in un bacio lungo e vorace.
«Comunque no, non ci avevo pensato», sussurra. «Poi tu mi hai guardato in quel modo...proprio tra il primo e il secondo».

«Quale modo?!», chiedo ridendo ma consapevole che ha ragione. Sono stato io in primis a desiderarlo e glielo fatto capire. Oh se glielo fatto capire...anche fin troppo bene! Mi sono morso il labbro inferiore, sorridendo in maniera melliflua e appoggiando poi "distrattamente" la mano sopra la sua.

«In quel modo che...come dire...perché non passiamo subito al dolce? E indovina? Mi è piaciuto da morire il dolce...penso che ti chiamerò Miele».

Miele mi piace, mi piace un sacco!

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora