31. Lunedì. 6pm »» Ashton

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🎧 Fools - Troye Sivan

«Voglio che tu sia il più imparziale possibile», ripeto nuovamente ad Ashton. Lui sbuffa, fermandosi e incrociando le braccia al petto.

«Lo sarò Luke», dice. «E poi lo sai, non dipende solo da me. Abbiamo scelto una commissione di selezione. Sì, okay, io sarò a capo commissione, però la decisione non dipende solo da me».

Adesso siamo alla galleria, sta quasi terminando di metterla a posto. Molte delle pareti sono già coperta da quadri e fotografie. Lo stile di Ashton mi piace molto, perché è semplice. Fa sembrare tutto così semplice, anche prendere in mano una pennello e ricoprire di colori una tela.

Cammino osservando attentamente ciò che mi circonda, rimanendo poi come bloccato davanti ad una delle fotografie appese. Si tratta di una foto in bianco e nero. Il soggetto sono io.

«Ash...» Lui mi affianca, puntando a sua volta lo sguardo di fronte a sé. I suoi occhi si muovono velocemente, attenti, come se fosse la prima volta che vede la foto.

«Adoro le tue fossette, credo di averla scelta per questo», spiega ed io incurvo le labbra in un sorriso, lasciando quindi che le fossette mi invadano le guance.  Ashton mi passa il pollice contro la mandibola, facendo poi passare la mano dietro al mio collo, così da potermi avvicinare a lui. Nemmeno me ne rendo conto, però succede: le sue labbra sono sulle mie. Mi sembra di non baciarlo da secoli, invece è successo solo ieri sera.

Appiccico il mio corpo al suo, cercando di far aderire ogni parte di me ad ogni parte di lui. Ogni singola parte. Compreso il mio bacino contro il suo.

«Non fare così», mi sussurra staccandosi da me ma rimanendo con le labbra contro la mia guancia. Pur avendo gli occhi chiusi, riesco a capire che sta sorridendo.

«Non sto facendo niente», mento spudoratamente, alzando di poco il ginocchio, così da farlo passare tra le sue gambe e fermarmi all'altezza del cavallo dei suoi pantaloni. 

Ashton mi spinge, facendomi aderire contro la prima parete vuota che trova. Infilando una mano tra i nostri corpi, tira giù la zip dei miei jeans e si fa strada all'interno dei miei boxer, trovandoci dentro qualcosa che ha decisamente bisogno delle sue attenzioni.

«Oh, Luke Hemmings, sei così insaziabile», sussurra, calcando in maniera particolare sulle esse presenti della frase, che mi arrivano come un fischio nell'orecchio. Sospiro, beandomi del suo tocco. Quando anch'io voglio ricambiare, lui mi prende il polso, fermandomi.

«Prima te», dice e prima che me ne renda conto Ashton è piegato sulle ginocchia, con il mio uccello tra le labbra. Sussulto, non appena la sua lingua mi avvolge piano la punta. Ed è l'unica cosa che fa lentamente, perché quello che succede dopo è frenetico. Si spinge verso di me, accarezzandomi con l'interno delle guance l'asta, dandomi contemporaneamente piacere con delle leccate irruenti. Non mi ci vuole molto a raggiungere l'orgasmo, non solo perché Ashton è dannatamente bravo, ma anche perché ne avevo proprio bisogno.

Sollevandomi da terra, ancora frastornato dal piacere, Ashton mi appoggia al muro, spingendomi ad agganciare le gambe attorno alla sua vita. Scivola dentro di me poco alla volta, tenendo gli occhi nei miei, almeno finché non abbassa le palpebre, mentre un gemito lascia le sue labbra. Ci muoviamo insieme, spingendo l'uno contro l'altro. Le mie mani stringono forte attorno alle sue spalle, mentre lui fa lo stesso sui miei fianchi. La stretta si fa ancora più salda poco prima che venga dentro di me.

Mi lascia un bacio sul collo, appoggiando la testa contro la mia spalla, ancora ansimante. Anch'io lo bacio, lo bacio ovunque, sussurrandogli cose che nemmeno riesco a sentire, forse per colpa della quantità di sangue che mi è andata al cervello durante l'amplesso.

Eppure una cosa la sento forte e chiaro. 

«Ti amo, Luke Hemmings».

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora