1. Mercoledì. 12am »» Michael

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ndA. I capitoli si susseguono in maniera cronologica, facendo riferimento al giorno della settimana o al momento in cui una determinata cosa avviene.

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🎧 Stray love- Green Day

«Hai degli occhi meravigliosamente blu».
Meravigliosamente. 

Credo sia una delle parole più lunghe che abbia mai sentito. Nessuno mi ha mai detto che ho degli occhi meravigliosamente blu. Mi chiedo dunque se qualcuno si sia mai accorto del colore dei miei occhi. Strano pensarlo, vero?

Questo è il mio primo Appuntamento, con la A maiuscola, dai tempi del liceo. Credevo fossero cambiate molte cose da quando avevo sedici anni e la paura di farmi scopare, invece è tutto uguale. Ci si da appuntamento, si passa una serata a parlare, conoscendosi meglio, ci si sente un po' in ansia e solo dopo la terza birra l'aria diventa meno densa. Proprio come a sedici anni.

«Mia madre mi ha lasciato in eredità solo le cose migliori di sé: gli occhi blu, l'amore incondizionato per l'arte e innata capacità di fare la cosa sbagliata nel momento sbagliato», rispondo e lui sorride, scuotendo piano la testa.

Si chiama Michael ed è uno dei tre ragazzi con cui ho ottenuto il perfect match. Ci accomuna la passione per la musica e l'ossessione per le serie TV. Abbiamo scoperto di avere gusti molto simili, e terribilmente differenti dal resto dell'universo.

Michael è carino: capelli biondi, di un biondo più chiaro dei miei, occhi verdi e il fascino di chi sa di non essere bellissimo ma se ne frega, perché ha altro su cui puntare. Non è proprio il mio tipo, ma ho deciso di ignorare il fatto che abbia mai avuto "un tipo".

«Ci beviamo un'altra birra?», chiede. Prendo il telefono dalla tasca dei jeans, così da guardare l'ora: è quasi mezzanotte. Il tempo è proprio volato. Che palle!

«Mi piacerebbe, però domani mattina ho lezione. Devo proprio andare», rispondo visibilmente dispiaciuto mentre scivolo lungo il divanetto sul quale sono stato seduto nelle ultime tre ore. Anche Michael fa la stessa cosa, rimanendo fermo davanti a me. Gli sorrido, mentre i suoi occhi verdi mi scrutano attentamente.

«Posso riaccompagnarti a casa». La sua non è una domanda, il che mi fa stranamente sorridere. Ho sempre voluto che qualcuno mi accompagnasse a casa dopo un'uscita, aspettando davanti al portone finché non entro.
«D'accordo».

Michael ha una moto. Ed io non sono mai salito su una moto prima d'adesso. Credo lui lo capisca non appena mi passa il casco, perché gli sorrido nervosamente.

«Che c'è?»
«Non...non sono mai salito su una moto prima», ammetto imbarazzato. Michael ride, ma non è una risata maligna. Mi prende il casco che ho tra le mani e me lo mette, chiudendomelo poi sotto il mento.

«Andrò piano, te lo prometto», mi dice infilandosi anche lui il casco e salendo in sella. Dopo aver acceso la moto mi fa segno di salire ed io lo faccio, con la grazia di un ippopotamo in calore. Una volta su, rimango come frizzato, non sapendo bene che cosa fare. Michael si gira, dicendomi qualcosa che mi arriva come un sussurro.

«Stringiti a me».
Le mie braccia avvolgono la sua vita, aumentando la presa non appena parte. Il fresco dalla sera mi colpisce il viso, facendosi sentire contro le mie labbra. La città non mi è mai passata tanto velocemente davanti agli occhi, eppure riesco ad apprezzare dettagli che prima non avevo mai notato. Le luci in lontananza danzano come lucciole e si mischiano alle stelle.

«Hai visto? Sono andato piano», mi dice una volta arrivati davanti a casa mia. Io sono in piedi sul marciapiede, mentre lui è seduto in sella. Sorrido, togliendomi il casco, sul quale noto ci siano diversi adesivi, tutti abbastanza sbiaditi.

«Grazie», sussurro allungandogli il casco. Michael lo prende, toccandomi inavvertitamente (o forse no) la mano. Questo semplice gesto mi spinge ad avvicinarmi ancora di più, finché le mie labbra non si appoggiano sulle sue.
Un semplice, veloce e imbarazzante bacio a stampo, come se davvero avessimo sedici anni! Lui rimane imbambolato, un'espressione confusa che mi fa pensare di aver sbagliato.

«Buonanotte!», lo saluto correndo letteralmente verso il portone.
«Ti scrivo!», mi sento urlare e girandomi mi rendo conto che Michael sta ridendo.

Spero lo farai presto.

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora