33. Sabato. 1am »» Calum

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🎧 I'm a Mess - Ed Sheeran

Nella semioscurità, incapace di guardare dove sto mettendo i piedi, inciampo in qualcosa. Credo si tratti del tappetto orribile che Calum tiene all'entrata.

«Ssssh, non fare rumore!» mi rimprovera, sussurrandomelo contro il collo. Le sue labbra riprendono subito dopo a baciarmi la pelle. «Poi Duke si sveglia e rompe i coglioni perché vuole da mangiare», mi spiega, riuscendo a farmi ridere.

«D'accordo». Il più piano possibile lo stringo a me, facendolo indietreggiare fino ad arrivare alla sua stanza da letto. Un po' mi sorprendo di conoscere ancora così bene com'è fatta casa sua, ma al tempo stesso mi dico che non potrebbe essere altrimenti.

Una volta arrivati dentro, Calum chiude la porta, facendola sbattere involontariamente. Mentre sbuffa, dandosi del coglione, io ne approfitto per togliergli la giacca, lasciandola cadere a terra. Sotto ha solo una maglietta a maniche corte, terribilmente aderente, che mette in risalto le sue braccia. Non ricordavo quanto fossero belle queste braccia.

«Dio santo, sono ubriaco marcio», mi fa sapere ridendo. Questo lo so anch'io, perché abbiamo bevuto insieme per tutta la sera. Io però, a differenza sua, reggo molto meglio l'alcol. Sono leggermente brillo, questo sì, ma ancora in possesso delle mie facoltà mentali.

Lo so, è terribilmente sbagliato essere qui con Calum. Calum, che mi ha chiamato per passare una serata "tra amici". Calum, che credo sia diventato il migliore amico di Michael. Calum, che però in questo momento mi sta togliendo i vestiti. Sono troppo debole per poter rifiutare quello che sta succedendo, anche se sono consapevole che domani dovrò rispondere di ogni mia decisione. Ma non ci voglio pensare.

«Hai un profumo così buono Luke, ma come fai?» mi chiede strusciando il naso contro il mio petto, passando poi alla spalla e scendendo lungo il braccio. Io sorrido, passandogli una mano tra i capelli, in questo momento scompigliati. Le sue labbra mi percorrono come una strada troppo trafficata, all'ora di punta: in maniera lenta, dannatamente lenta.

«Vorrei sapere di te in questo momento», sussurro, «fammi sapere di te». Vengo accontentato,  perché i nostri odori si mischiano, si confondono e arrivo a non capire più quale sia effettivamente il mio e quale il suo.

Domani Calum nemmeno si ricorderà di quello che è successo, quindi lo farò io per entrambi. Mi gusto il tutto, dal primo secondo all'ultimo, appoggiandomi contro il materasso e accogliendolo dentro di me. Mi prende da dietro, facendomi alzare leggermente il bacino e tenendomi saldamente in vita. 

Vorrei negarlo, però è evidente che si sta sfogando, affondo dopo affondo. E quando se ne rende conto, dopo aver appoggiato un bacio sulla spalla, in uno stesso punto che prima ha morso, mi sussurra qualcosa dell'orecchio.

«Vorrei smettere di amarti, ma non so come fare».

Ripenso alla sua frase anche quando finiamo, mentre lui dorme vicino a me, russando leggermente. Con lo sguardo fisso sul soffitto, illuminato da alcuni fasci di luce che penetrato attraverso la tenda, mi chiedo perché sono arrivato a questo punto.

E non intendo semplicemente a letto con Calum. Intendo, qui, incatenato ai sentimenti che provo per tutti i tre, così dannatamente diversi, eppure opprimenti allo stesso modo. 

Credevo davvero di poter amare senza soffrire, ma quanto cazzo mi sbagliavo.

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Angolo autrice: Buongiorno cari lettori, vi auguro una buona Pasqua.

Comunque, con il capitolo di domani si apre l'ultima parte dalla storia. Ormai siamo quasi alla fine! Mancano 7 capitoli + epilogo.




Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora