19. Domenica. 9am »» Ashton

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{Due settimane dopo}

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🎧 Close - Nick Jonas


«Avresti dovuto dirmelo!»

Non capendo a cosa si stia riferendo Ashton, lo guardo confuso, continuando a tamponarmi i capelli, ancora umidi. Sono appena uscito dalla doccia, ho addosso solo le mutande e la necessità di un caffè, insomma Ash, è mattina presto, che cazzo succede?!  

Lui mi viene incontro, prendendomi il viso tra le mani e appoggiando la fronte alla mia. I nostri occhi, gli uni negli altri. Spostando di poco la testa mi rendo conto di aver lasciato le foto usate per i miei volantini sulla scrivania

«Perché non me lo hai detto che eri tu il ragazzo dei volantini?» chiede. Serro la mascella, cercando di liberarmi dalla sua presa, senza però riuscirci. Ashton mi stringe a sé, in un abbraccio che potrebbe sciogliere l'Artico per quanto è caloroso.

«No...non era qualcosa di cui volevo parlare», sussurro. Già averlo fatto sapere a Michael e Calum non è stato semplice, considerando che da allora sono diventati super protettivi nei miei confronti. Pensano che sia fatto di porcellana, o qualcosa del genere. (Comunque, su come è finita con loro due ve lo racconterò a tempo debito).

Da quando abbiamo riempito il campus con quei dannati volantini le persone non parlano di altro; sì, lo so che è quello che volevo, però si è diffusa anche la storia dell'aggressione e ogni volta che cammino per il dipartimento di sembra guardino tutti me.

«Ma sei il mio ragazzo», dice Ashton sospirando. Io rido contro la sua spalla, spingendolo a staccarsi da me, così da potermi guardare in faccia. «Cosa?»

«Non sono il tuo ragazzo», gli faccio sapere.

«Potresti diventarlo...mi piacerebbe molto se lo diventassi». Le sue parole mi fanno chiedere se si ricorda che non è l'unico ragazzo con cui mi sto vedendo. Però è l'unico con cui vado a letto ed è il primo che mi ha proposto di fare sul serio. Wow!

«Non posso», sussurro. «Non sono pronto a scegliere».

«Però ho detto che ti avrei conquistato», mi ricorda prendendomi la mano e trascinandomi con lui, fino ad arrivare al divano che tengo in sala. Si siede, facendomi mettere a cavalcioni su di lui. Mi aggrappo alle sue spalle, passandogli le dita tra i capelli. Anche lui ha fatto la doccia, poco prima di me, quindi ha i capelli umidi e la pelle che sa del mio bagnoschiuma.

«Vorrei mi accompagnassi alla festa di compleanno di mia sorella, il fine settimana prossimo», dice. «Ti prego, vieni con me e fatti conquistare», sussurra piano contro il mio orecchio. Io sorrido, mordendomi il labbro, cosa che fa subito anche lui, baciandomi in maniera passionale.  Le sue mani si muovono lungo la mia schiena, arrivando contro l'elastico dei boxer che indosso; me li abbassa ed io faccio la stessa cosa con i suoi, non appena solleva di poco il bacino.

Due delle sue dita si fanno strada dentro di me, muovendosi avanti e indietro. Io comincio a gemere contro il suo collo, lasciandomi sfuggire il suo nome non appena mi penetra, perché lo fa senza alcun preavviso.

«Verrai?» chiede. In tutta risposta inizio a muovermi sopra di lui, issandomi contro le sue spalle. Ashton mi stringe i glutei, aiutandomi nei movimenti, che diventano sempre più veloci. Le nostre labbra si uniscono in un bacio che fa fronte ai nostri gemiti. Raggiungiamo l'orgasmo insieme, ansimanti, il suo sguardo nel mio, ancora in attesa di una risposta.

«Verrò».

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora