34. Mercoledì. 9pm »» Calum

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🎧 Heart Out - The 1975

Quando si è in cima, quel posto che hai bramato tanto quando eri ai piedi della montagna, l'unica cosa della quale dovresti preoccuparti è il panorama.

Sono arrivato in cima: il mio primo lavoro esposto. In una galleria. Davanti a decine di critici. Sono arrivato in cima, eppure mi sento le vertigini. Il panorama è sommerso da una nebbia fitta. Dannata nebbia che ha reso vane le mie fatiche.

Ma ho intenzione di far tornare il sole. So esattamente come farlo tornare.

«Sei venuto», dico a Calum non appena si avvicina a me. Ha una mano in tasca, lo sguardo confuso, come se fosse la prima volta che entra in una galleria.

«Non potevo mancare, lo sai», mi fa sapere e in maniera del tutto imprevedibile mi abbraccia. Non ci vediamo da quasi un mese, più precisamente da quando siamo andati a letto insieme. La mattina dopo, quando ci siamo svegliati nello stesso letto, o meglio quanto lui si è svegliato, ci è bastato uno sguardo per capirci. Lui si è alzato, andando a preparare il caffè e versandomene un po' in una tazza, la mia tazza. 

«Vorrei chiederti cos'è successo, ma mi sembra abbastanza ovvio», ha detto ed io ho semplicemente alzato le spalle, concordando.

«Non avrei dovuto», ho sussurrato.

«Le cose si fanno sempre in due, non darti colpe».

«Ma io non ero ubriaco».

«Oh...»

«Se non lo fossi stato anche tu, probabilmente ti saresti reso conto che l'amore che provi per me ti fa male, perché mi hai fatto male. E non sto parlando di un male fisico, ma emotivo. Smettere di amarmi non può che far bene ad entrambi».

«Come se fosse semplice».

«Non ho detto che lo sia», ho sussurrato. «Comincia ad amare un po' di più te stesso Cal, ne hai davvero bisogno, perché il solo amore che provo io per te non può bastare». Ho appoggiato la tazza sul ripiano della cucina, lasciandogli un bacio sulla guancia prima di andare.

Da allora non ci siamo più sentiti, gli ho scritto solo qualche giorno fa, per invitarlo alla mostra. Non ricevendo una risposta al suo messaggio ho pensato non sarebbe venuto. Calum Hood è riuscito a sorprendermi ancora una volta.

«Non so proprio niente Cal», sussurro. «Tranne che averti qui è davvero bellissimo».

«È questo che fanno gli amici, no?» Già, gli amici. Annuisco, appoggiandogli una mano dietro la schiena e facendolo camminare insieme a me, nel grosso salone che ospita la mostra.

«Come sta andando il tirocinio?» chiedo sinceramente interessato.

«Alla grande, però sono parecchio stanco. Mi hanno messo dei turni assurdi!»

«Cavoli, avresti proprio bisogno di una vacanza».

«Decisamente», concorda lui e nel farlo alza il braccio, così da poter salutare qualcuno. Girandomi mi rendo conto si tratta di Michael. Lui ricambia, sorridendoci.

"Non sparire" gli mimo con le labbra e lui mi guarda come a volermi dire: dove vuoi che vada?

«Stai bene Cal?» chiedo. «Intendo...bene

«Intendi se ti penso ancora?» chiede a sua volta ed io annuisco, un po' imbarazzato. «Ogni giorno un po' meno, però mi manca averti nella mia vita. Credo che essere qui sia il primo passo per riaccoglierti nei miei guai».

«Sono pronto per ritornarci, magari poco alla volta però».

«Non ho fretta».

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora