7. Venerdì. 10am »» Ashton

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🎧 Thumbs - Sabrina Carpenter

Una cosa che mi succede spesso (e che non sempre dipende da me) è arrivare in ritardo. Okay, forse questa volta è colpa mia, perché ho volutamente ignorato la sveglia. Ieri sera sono tornato a casa tardi e un po' brillo. La serata insieme a Calum è passata in un batter d'occhio e non mi sono nemmeno reso conto di che ore fossero. Però, non potete biasimarmi; come si fa a pensa all'ora quando un ragazzo sexy come Calum ti limona per ben due ore di fila? Le mie labbra chiedevano pietà ma al contempo avrebbero voluto fare altro. Lui vuole andarci piano, io nemmeno so cosa significhi, ma credo che essermi trattenuto dal succhiargli il cazzo sia un buon inizio!

«Scusi il ritardo», dico precipitosamente entrando nell'aula dove il professor Irwin sta tenendo la lezione. Si girano tutti verso di me, mentre io mi accorgo di una sola presenza: quella di Ashton. È seduto sulla cattedra, mentre suo padre è in piedi, poco lontano, con le braccia incrociate al petto e l'espressione seria.  Mi vado a sedere al primo posto libero che trovo, confuso sulla presenza di Ashton qui. In realtà, vederlo mi ricorda che non ha risposto ai miei ultimi messaggi.

«Come stavo dicendo», dice il professore, «Ashton ha intenzione di istituire un concorso. Sta cercando qualche nuovo pezzo da presentare dall'apertura della sua galleria. Vuole incentivare le giovani menti, quindi se io fossi al vostro posto non mi farei scappare questa opportunità. Adesso cedo la parola ad Ashton».
«Grazie», dice sorridendo in direzione del padre. «Chi mi conosce sa bene cosa mi piace dipingere e cosa apprezzo dal punto di vista artistico. E con ciò non voglio assolutamente essere presuntuoso, può anche non fregarvene niente di me, però se volete essere scelti dovete convincermi. Voglio un'opera, che sia un dipinto, una fotografia o un disegno, non importa, che mi faccia provare delle emozioni. Il tema è: L'importanza di saper amare».

Stiamo scherzando?!

«Avresti anche potuto dirmelo che saresti venuto oggi», mi lamento nemmeno mezz'oretta più tardi con un broncio poco credibile. Ashton ride, appoggiando la mano al muro contro cui mi ha spinto. «Perché siamo chiusi nei bagni?!»
«Perché se lo sapessero tutti che ci vediamo non sarebbe corretto», mi risponde.
«Non è che proprio "ci vediamo"», preciso io sbuffando. «Non mi hai più chiamato». Ashton mi accarezza la base del collo, stringendoci poi la mano attorno. È una stretta delicata, quasi impercettibile, ma mi fa eccitare un sacco.

«Sono stato fuori città», mi fa sapere. «Ma ti ho pensato molto...Miele», sussurra ed io mi lascio sfuggire una risata. «Non vedo l'ora di essere sorpreso dal tuo dipinto».
«Sei sicuro che ti sorprenderò?», chiedo. Ashton in tutta risposta mi bacia, spingendomi ad aggrapparmi alle sue spalle. Mi ero quasi dimenticato quanto fossero belle le sue spalle. 
«Non deludermi».

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora