32. Giovedì. 9pm »» Michael

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🎧 Take Me Home - Jess Glynne

Tra tutte le cose strane che ho fatto nell'ultimo periodo, questa le batte decisamente tutte. Un fottuto appuntamento a quattro. Io, Michael e...Nina e Kate. La cosa più bella di questa cena sono proprio loro due, finalmente felici, finalmente insieme. Si tengono la mano, sorridendo in maniera complice e sembra tutto così naturale, come se lo facessero da sempre. Trovo naturale anche la mano di Michael sulla mia coscia, forse un po' troppo spostata verso l'interno.

Eppure, una parte di me non vorrebbe più mani o sguardi addosso. Sono giorni che non riesco a pensare lucidamente, che non riesco a dormire per più di due ore per notte e che l'ultima volta che ho fatto l'amore con Ashton mi tormenta. Non tanto per com'è stato, ma per quello che mi ha detto. 

Ti amo.

Nessuno mi ha mai detto di amarmi. Queste dannate due parole non le ho mai sentite pronunciare da nessuno. Ovviamente, non contano quelle volte che me le dicevano dopo aver fatto un pompino da paura. Parliamo di un ti amo sussurrato contro l'orecchio, talmente piano che farmi dubitare che lo abbia detto davvero.

«Stamattina abbiamo stampato i cartonati della tua campagna», mi informa Kate. La sua agenzia pubblicitaria si occuperà della campagna, il che è stato del tutto casuale. Però, sono contento che se che occupi lei, perché so che farà un buon lavoro.

«Siete pronti per vedere la mia faccia praticamente ovunque?» chiedo ridendo.

«Non vedo l'ora», dice Michael sorridendomi. «Sono terribilmente orgoglioso di te e delle decisioni che hai preso», mi fa sapere. Le ragazze annuiscono, quindi Nina alza il calice invitandoci a fare la stessa cosa.

«A Luke, che ha trovato il coraggio di lottare per i suoi diritti senza paura. E che a soli ventidue anni è diventato il volto di una campagna così importante per la nostra comunità». Facciamo un brindisi, il quale riesce a mettermi parecchio in imbarazzo, anche se sono con tre delle persone che mi conosco meglio al mondo.

Abbasso la testa cercando di nascondere un sorriso, ritrovandomi però le labbra di Michael sulla guancia. Girandomi, i miei occhi si perdono nei suoi. Sì, sono decisamente perso in questo momento. E mi fa così tanta paura non riuscire a trovare la strada di casa. Ovunque la mia casa sia, forse tra le braccia di Michael, forse al fianco di Ashton, forse su una panchina insieme a Calum. O forse, semplicemente, davanti al mio cavalletto, di fronte ad una tela.

«Sei così silenzioso. Tutto bene?» chiede Michael mentre ci stiamo lavando i denti. Abbiamo deciso di venire da lui dopo cena, quindi adesso siamo nel piccolo bagno dove più e più volte abbiamo fatto l'amore: sotto la doccia, contro il muro, sul lavandino. Mi chiedo perché mi vengano in mente queste cose se penso a questo bagno.

Credo il mio cervello abbia smesso di funzionare. 

«Stavo pensando che non ti ho ancora dipinto. Ti ricordi, te l'avevo promesso», dico passando lo spazzolino sotto l'acqua e mettendolo nel bicchiere posto sul lavandino. 

Michael incrocia le braccia al petto, guardandomi con la testa leggermente piegata di lato. I miei occhi chiedono ai suoi di parlare, perché c'è sicuramente qualcosa che mi vuole dire. Eppure...

«Hai lasciato qui dei colori l'ultima volta che ci sei stato, potresti usare quelli», mi dice. Annuisco, staccandomi dal lavandino e seguendolo in sala. 

Le mie cose le ha messe ordinatamente su uno dei ripiani della libreria. Su uno dei fogli c'è qualcosa di mio: una piccola rondine che si era messa sul davanzale proprio mentre io ero seduto sul divano, intento a fare degli schizzi a caso.

«Come mi devo mettere? Come una delle tue ragazze francesi?» mi chiede ed io rido.

«Non importa, intanto ho intenzione di cogliere la tua essenza».

Spero di esserne capace. 

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora