39. Sabato. 5pm »» Ashton

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🎧 Boy - Little mix

«Devi tenere la mano più inclinata, altrimenti non rimbalza», mi spiega per l'ennesima volta Ashton, questa volta però posizionandosi dietro di me, così da guidarmi nei movimenti. La pietra rimbalza tre volte sull'acqua, scomparendo subito dopo.

«È troppo difficile», ammetto sfregandomi le mani, così da liberarmi dalla sabbia in eccesso. Ashon alza un sopracciglio, però non aggiunge altro.

Continuiamo la nostra passeggiata, incontrando di tanto in tanto qualcuno che come noi non si è fatto scoraggiare dalle nuvole ed è sceso in spiaggia. Poco lontana da noi, Petunia corre con un ramo in bocca, un ramo decisamente troppo grosso per lei.

«Quindi è tutto pronto per la partenza?» chiede Ashton e io annuisco. «Potrei venirti a trovare prima di Natale, poi torniamo insieme a casa».

«Come se ti fosse possibile sapere dove sarai per Natale», dico con una risata. Ashton sembra concordare con me. Negli ultimi mesi è stato spesso in giro, per lavoro o semplicemente per piacere. Quindi, dubito che lui possa programmare un impegno con così tanto preavviso. 

«Adesso che non ci sarai più dovrò assumere qualcuno che si occupi della galleria».

«Starò via solo un anno», gli ricordo. «Poi rivoglio il mio lavoro».

«Tra un anno avrai una galleria tutta tua».

«Hai così fiducia in me?»

«Beh, non mi hai mai deluso», dice, «nemmeno una volta». 

Mi fermo, spingendo anche lui a fare la stessa cosa. Il suo sguardo è sempre lo stesso. Chissà, forse sarà lo stesso per sempre. Scoprirlo mi spaventa un sacco.

«Se due persone sono anime gemelle, lo sono nonostante la distanza e il tempo. Se mi amerai ancora quando avrò quarant'anni ed io ti amerò ancora, allora chi siamo noi per impedire al vero amore di vivere?» mi ha detto una volta. Io ho scosso la testa, ridendo.

Il vero amore. 

«Comunque secondo me Rebecca è perfetta per occuparsi della galleria», gli faccio sapere. Una follata di vento gli spettina i capelli, costringendolo a metterseli a posto.

«Rebecca?» chiede come a cercare una conferma ed io annuisco.

«D'accordo», sussurra passandomi un braccio attorno alla spalla e spingendomi a riprendere a camminare insieme a lui, finché non raggiungiamo il marciapiede. Petunia ci sta aspettando lì, quindi si fa mettere il guinzaglio e insieme ci dirigiamo verso casa mia.

«Qualcuno si dovrà occupare delle tue piante mentre non ci sei», dice Ashton indicando le mie piantine grasse.  Ne ho venticinque e voglio bene a tutte allo stesso modo.

«Potresti prenderle tu», azzardo, consapevole che non ha proprio il pollice verde. «Ti prego, prendile. Vederle ti farà pensare a me».

«Penserò a te anche più del dovuto, credimi. Soprattutto sotto la doccia». Mi fa l'occhiolino, beccandosi un dito medio da parte mia. «Una scopata di arrivederci possiamo farcela, non credi?» domanda ed io rido. 

Tra me ad Ashton non è più successo niente da quella sera all'inaugurazione della galleria. Nemmeno un semplice bacio. Continuiamo a stuzzicarci, ma niente di più. Lui dice che sarò io il primo a cedere, io invece credo di aver sviluppato un certo autocontrollo.

Okay, ammetto che in questo momento è un po' scarso, soprattutto perché la maglietta che ha addosso è decisamente aderente. Uhm...no, Luke no!

«Vado a farmi la doccia», lo avviso, «da solo!», aggiungo e lo sento lamentarsi mentre mi chiudo la porta alle spalle. 

Sì, ho decisamente autocontrollo!

Romeo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora