31. Novità

329 14 12
                                    

E anche oggi siamo stati in giro tutto il giorno, verso metà pomeriggio ho iniziato a non sentirmi per niente bene, ma non volevo far preoccupare Jungkook così non dissi niente.

«Suna stai bene?» Chiede una volta entrati in camera.

«In realtà no, ma tranquillo adesso mi passa.» Faccio giusto in tempo a finire la frase poi corro in bagno a vomitare.

Senza dire niente viene con me e mi tira indietro i capelli per non farmi sporcare.

«Dovevi dirmelo subito, saremmo rientrati prima.» Mi accarezzava la schiena continuando a tenermi stretti i capelli.

Mi alzo e mi lavo la bocca e i denti.

«Mi dispiace, non volevo farti preoccupare pensavo passasse.» Torno in camera e mi siedo sul letto.

«Sarà stato qualcosa che hai mangiato. Riposati domani starai meglio.» Mi bacia la fronte e si sdraia accanto a me.

Mi sveglio contro voglia perché il mio telefono non smette di suonare. Mi alzo dal letto e raggiungo il tavolo per vedere chi è che chiama di prima mattina.

"Mamma perché chiami così presto?" Le chiedo sbadigliando tornandomi a sdraiare nel letto.

"Amore scusami tanto so che tu e Jungkook state passando una bellissima vacanza insieme, ma dovrete tornare a casa il prima possibile" non ha un tono di voce preoccupato, ma mi mette l'ansia comunque.

"Mamma che succede?"

"Non ti preoccupare niente di catastrofico, ma tornate a casa"

Riattacco la chiamata e fisso per qualche secondo il soffitto. Chissà perché dobbiamo tornare subito?

«Amore tutto ok?» Chiede il mio bollissimo ragazzo abbracciandomi.

«Mamma vuole che torniamo a casa subito, ma non mi ha detto il perché.» Lo abbraccio anch'io.

«Pensi sia grave?»

«Non penso non sembrava preoccupata, forse giusto un pochino.» L'ansia inizia a diventare sempre più presente.

Se è successo qualcosa a mia sorella?

Prepariamo le valigie e scendiamo alla hall per consegnare le chiavi. Per fortuna che la tipa dell'altro giorno non c'è.

Saliamo in macchina e dopo ore di viaggio arriviamo a casa.

Prima di andare da mamma passiamo nel nostro appartamento a posare tutte le valigie. Più mi avvicino a casa più mi sale la paura.

Suoniamo e ad aprire è...

«Jimin?» Diciamo contemporaneamente io e Jungkook dietro di me.

Entriamo in casa e mi accorgo che non solo c'è Jimin, ma anche sua madre e suo padre.

«Che succede?» Chiedo salutando tutti.

«Non guardare me sono confuso quanto te.» Interviene Jiminie.

«Sedetevi ragazzi per favore.» Ci invita mia madre.

Facciamo tutti e tre come ci dice e poi inizia a parlare la mamma del mio migliore amico.

«Sinceramente non so come iniziare l'argomento quindi vado al punto.» Prende una piccola pausa «Jimin, Suna voi siete fratelli

È uno scherzo sicuramente, non posso aver capito bene.

«Casa hai detto?» Chiede il grigio accanto a me a sua madre.

«Avete capito benissimo. Quando nacque tuo fratello nacque anche Suna. Economicamente non eravamo in grado di crescere tre figli e quindi abbiamo deciso di far adottare Suna.» Continua la donna.

«Perché me? Perché non Jihyun?» Chiedo guardandoli senza emozione.

«Io avrei tanto voluto una femminuccia, ma Jihyun è uguale a Jimin e abbiamo deciso così.»

«Perché non me l'hai mai detto mamma?» Chiedo stavolta alla donna che mi ha cresciuta.

«Io e tuo padre volevamo dirtelo qualche anno fa per il tuo diciottesimo compleanno, ma poi lui è venuto a mancare e io non volevo darti un altro peso da mettere sulle spalle.» Una lacrima le riga il suo bellissimo viso angelico.

«Rin non lo sa vero?» Annuisce semplicemente.

«Quindi cosa volete fare? Entrare nella vita di Suna così?» Jimin è alterato.

«Figliolo non abbiamo mai detto questo. Volevamo solo che conoscesse che siamo la sua vera famiglia e che siamo qui per lei, per te e vostro fratello.» Interviene il padre.

«Ma l'avete almeno cercata in questi anni? Vi è importato di sapere come stava?» Mi sbagliavo non è alterato è furioso.

«Jimin ti posso assicurare che l'hanno fatto. Ci siamo sempre tenuti in contatto.» Mia madre sembra così tranquilla.

«Signori Park se posso permettermi. Perché avete scelto proprio questa famiglia?» Interviene il mio ragazzo che fino a questo momento è stato a guardare senza dire niente.

«Prima di tutto volevamo trovare una famiglia con lo stesso cognome così nessuno avrebbe fato molte domande e in più volevamo una famiglia che stesse bene economicamente per non farle mancare niente. Min-so e suo marito volevano adottare una bambina e visto che ci conoscevamo sapevamo di lasciarla in ottime mani.» Continua il padre di Jimin.

«Suna? Cosa pensi?» Chiede appunto quest'ultimo a me.

«Sinceramente non so cosa dire. Mia madre e mio padre non mi hanno mai fatto mancare nulla quindi si, avete scelto la famiglia giusta. Sono grande abbastanza da decidere della mia vita da sola quindi non aspettatevi chissà cosa da me e non pretendete che vi chiami mamma o papà, almeno non subito.» Alla fine non posso essere arrabbiata con loro per aver fatto si che vivessi la mia vita al meglio.

«Se ora non vi dispiace noi andiamo.» Saluto i signori Park, mia madre e lascio casa con Jungkook e Jimin.

Decidiamo di andare dai ragazzi così potevamo liberare Tae dal dover accudire due cuccioli.

Entriamo in casa e il mio cucciolo mi viene incontro facendomi le coccole.

«Ingrato sono stato un bravissimo zio.» Interviene Tae lasciandomi un bacio sulla guancia.

«Come mai avete quelle facce?» Chiede Hobi lasciandoci un po' di spazio sul divano.

«Io e Suna siamo...» ti capisco perfettamente fratellone.

«Fratelli. Io e Jimin siamo fratelli.» Finisco io per lui.

«Come sarebbe a dire che siete fratelli?!» Urlano tutti contemporaneamente.

Raccontiamo tuto quello che ci hanno appena riferito i nostri genitori.

Le loro espressioni fanno morire vi giuro.

«Voi due cosa ne pensate? Vi fa piacere essere fratelli?» Onestamente credo mi vada bene.

Ora capisco perché il rapporto che c'è tra me e Jimin è qualcosa che va ben oltre un'amicizia. Capisco anche perché quando ci siamo baciati abbiamo capito che non poteva funzionare.

«J-Jimin io non voglio rovinare la tua vita, non voglio che le cose tra di noi cambino. Sei tutto per me.» I miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime.

«Nono Suna ehi, sei la mia sorellina io ti voglio bene. Questa storia non farà altro che migliorare e rinforzare il nostro rapporto. Anche tu sei tutto per me e non ti lascio perché i nostri genitori non ci hanno detto questa cosa. Mi hai capito?» Mi stringe a se e li crollo. Lascio uscire tutte le lacrime presenti nel mio corpo.

«Ti voglio bene oppa.» Sorrido lasciandogli un bacio sulla guancia.

Il prossimo passa era dirlo a mia sorella. Chissà come la prenderà, siamo cresciute insieme come vere sorelle.

𝗱𝗼𝗻'𝘁 𝗹𝗲𝗮𝘃𝗲 𝗺𝗲 // ᴶᴷDove le storie prendono vita. Scoprilo ora