42. Primo appuntamento

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Io e Jungkook non abbiamo mai avuto un vero e proprio primo appuntamento. Prima di metterci insieme eravamo migliori amici quindi ogni giorno passavamo intere giornate fra di noi. Dopo esserci messi assieme non cambiammo nulla, avevamo lo stesso identico rapporto di prima con l'unica differenza che eravamo più uniti.

Quando stamattina mi chiese di uscire con lui per una serata romantica non potevo rifiutare.

Le sue testuali parole furono:

«Vestiti elegante, la mia donna avrà un appuntamento romantico e lussuoso.»

Sono almeno dieci minuti che fisso l'armadio in cerca di qualcosa di decente da mettere.

Finalmente trovo un vestito nascosto in un angolino. Un tubino morbido nero di velluto ricoperto di brillantini, lungo fino a metà coscia, con scollo a cuore sorretto con due spalline sottilissime e intrecciate sulla schiena che rimane letteralmente scoperta.

Sopra metto un blazer nero sempre in velluto, tacchi a spillo con il laccetto alle caviglie argentati e una pochette nera con la tracolla abbinata al laccetto dei tacchi.

Scendo al piano di sotto e vedo Jungkook che si sta sistemando i polsini della camicia.

Perché è sempre dannatamente bello con qualsiasi cosa indossi. Che sia una semplicissima tuta, che sia uno smoking o un sacco della spazzatura.

Quando nota la mia presenza si avvicina e mi stringe a se in un abbraccio lasciando un dolce bacio a stampo sulle mie labbra.

«Ti sono sempre stati bene i tubini, anche dopo la gravidanza sul tuo corpo rimangono un incanto.» Grazie a lui ho perso tutti i chili presi nei nove mesi e ora posso tornare a vantare le mie forme come una volta.

Lasciamo l'appartamento e scendiamo in garage a prendere la macchina.

Ho provato a convincerlo più volte a farmi dire dove andiamo, ma ha continuato a ripetere che sarebbe stata una sorpresa.

Finalmente la macchina si ferma davanti all'entrata di un ristorante e dopo aver parcheggiato ci avviamo all'ingresso.

«Salve, ho prenotato a nome Jeon per due.» Il cameriere guarda il quaderno delle prenotazioni e ci a compagna al nostro tavolo.

Non è solo un ristorante, ma anche un hotel.

Seguiamo il cameriere fuori dalle enormi vetrate e saliamo sulla scala che porta alla terrazza.

Appena saliamo l'ultimo gradino rimango incantata dal posto.

Al centro della terrazza c'è un enorme piscina rettangolare illuminata. Introno ad essa vi sono tavoli sparsi ovunque con anche qualche tavolini per gli aperitivi.

Tutta la terrazza è illuminata da un soffitto di lucine che rendeno il tutto ancora più delicato e romantico.

Ci sediamo al tavolo e iniziamo a leggere il menù.

«Ti piace qui?» Chiede prendendo la mia mano fra la sua.

«Jungkook è bellissimo. È tutto perfetto, il posto, la serata, tu. Noi. Grazie.» Sorrido e gli accarezzo la mano ancora intrecciata con la mia.

Il cameriere torna poco dopo con i nostri piatti che avevamo ordinato e iniziamo a mangiare.

Il cibo è buonissimo, questo posto merita tutte le stelle che possiede.

Finita la cena lasciamo il ristorante e ci dirigiamo non so dove, ma abbastanza vicino perché lasciamo la macchina nel parcheggio.

Arriviamo in un parco poco distante da li e ci sediamo su una delle panchine.

𝗱𝗼𝗻'𝘁 𝗹𝗲𝗮𝘃𝗲 𝗺𝗲 // ᴶᴷDove le storie prendono vita. Scoprilo ora