Alla fine non erano state fatte prove con nettare ed ambrosia.
Qualcuno aveva ben capito che così facendo, somministrando cibo e bevande divine a dei mortali,avrebbero causato un considerevole numero di morti e la coscienza di qualche spartano doveva pur aver dato prurito da qualche parte nella loro testa bacata.
Sofia assieme ad altre donne che come lei avevano tutti attorno ai diciotto anni, era stata portata via. Parte dell'esercito nemico era rimasto sul suolo ateniese e comunque, nessuno pareva preoccupato nel lasciare semidei, seppur con i poteri, lì.
Avevano ucciso Pericle, il loro capo e gli spartani erano signori della guerra. Sapevano che nessuna città sarebbe mai riuscita a riorganizzarsi senza guida ed Atene a quel punto, non ne aveva una.
Raggomitolata in un angolo di una triremi, il peso del coltello di Sofia sotto al velo avvolto attorno alla vita era l'unica cosa che almeno per una parte minuscola, le permettesse di sentirsi meno vulnerabile e di ignorare quello delle catene che le avevano messo ai polsi, nonostante le proteste e gli sguardi inferociti.
Avrebbe voluto usarlo su Pono quando l'aveva afferrata per il chitone. Avrebbe voluto ficcarglielo nella gola ed ucciderlo senza aspettare, ma con un figlio di Poseidone in grado di portare la furia del mare sulla cima dell'Acropoli con quella facilità, uccidere quell'inutile spartano avrebbe portato Atene ad una guerra che il popolo non avrebbe potuto sostenere, e lei a perdere la sua unica arma.
Le mortali accanto a lei piangevano. Alcune, con lo sguardo puntato in avanti, erano attimi infiniti che non battevano le palpebre. Forse avevano perso la forza persino per fare quello.
Non era la prima volta che Sofia saliva su una triremi. Era la prima volta però, che viaggiava su una gigantesca onda anomala ad una velocità almeno quintuplicata di quanto non avrebbe mai fatto una triremi senza aiuto.
Tra gli ateniesi c'erano diversi figlio di Eolo e a manipolare i venti per potersi muovere il più velocemente possibile, erano senza dubbio formidabili. Ma viaggiare sulla una cresta di un'onda era un'esperienza che non le sarebbe capitata mai più nella vita. Che poi quell'esperienza significasse anche non poter più tornare a casa, era un dettaglio sul quale Sofia decise di non soffermarsi.
Spostò lo sguardo di lato, verso il figlio del mare. Sotto l'armatura della quale si era ormai privato,portava un chitone bianco a sfiorargli le giunture delle ginocchia e ad esaltare la pelle dorata dal sole. I piedi erano ben saldi al suolo, i muscoli rilassati e le mani posate sul parapetto.
Sofia si guardò attorno. Oltre a lui,c'erano altri tre soldati spartani che reggevano le lance tra le mani, privi dell'elmo ma non di attenzione verso lei ed il resto delle mortali che le stava al fianco.
I chitoni degli uomini sbattevano contro le pelle, agitati dal vento ma lei, raggomitolata contro alle pareti di legno, non riusciva a sentire nulla.
La ragazza, quella che aveva pianto e Sofia aveva difeso, causando la morte di Kyros, piangeva ancora. Con la teste seppellita tra le ginocchia però, almeno lo faceva silenziosamente.
Il coltello, fermo contro al suo stomaco, sembrò pesare quintali.
Il vento era troppo forte perché lei potesse essere in grado di lanciarlo e beccare uno dei soldati spartani. Avrebbe potuto scivolare a terra, alle loro spalle,ucciderli uno ad uno ma non aveva alleati in quella guerra e una parte di lei le suggeriva che il figlio di Poseidone avrebbe potuto ucciderla e continuare a governare quell'onda anomala fino al porto di Giteo -il più vicino accesso marittimo a Sparta- senza neanche sudare.
Andava a Sparta e non aveva vie di fuga.
Si alzò.
Si tenne saldamente al parapetto, le dita che, sotto la sua presa così ferrea, sbiancarono per lo sforzo mentre il vento le sferzava con forza contro al volto.
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Sapienza
FanficIl marmo della Sala dell'Olimpo tremò per l'impatto e quando scagliò la lancia verso Ares, il dio non fu veloce abbastanza da impedire che gli si potesse conficcare nella spalla. Rovinò a terra tra i sussulti degli dei attorno a loro ma non fece in...