Sofia avrebbe davvero voluto spaccare quella ciotola di ceramica in testa a Pono ma era stata costretta ad abbandonarla quando Euleia, al suo fianco, era svenuta e lei aveva dovuto affrettarsi a prenderla tra le braccia prima che rovinasse a terra.
Dopo che Euleia era svenuta, non c'era stato tempo per fare altro. I soldati spartani le avevano incalzate perché andassero nelle loro stanze il prima possibile e mentre Sofia teneva Euleia tra le braccia, dividendo il peso con un'altra ateniese, non aveva avuto modo di guardarsi attorno. Per un solo istante mentre raggiungeva il loro alloggio, incalzata da due soldati spartani, il riflesso del sole su una delle case l'aveva completamente accecata, costringendola a socchiudere gli occhi mentre incespicava sul lastricato.
In quel momento, seduta su una branda sottile con la testa di Euleia sulle gambe ed altre dieci schiave che non conosceva, doveva costringersi a non abbandonare la speranza.
Tenne la schiena poggiata al muro freddo mentre i boccoli castani di Euleia erano sparsi su di lei. Con gli occhi chiusi ed il volto disteso, se il colore della sua pelle non fosse stato così orribilmente tendente al verde, avrebbe anche pensato dormisse. Le posò una mano sulla fronte. La pelle era umida e bollente ma non credeva che nessun figlio di Apollo si sarebbe mai abbassato a curare una mortale.
La rabbia le ribollì nel petto ma stese le dita contro la pelle di Euleia, scostandole i capelli bagnati di sudore via dal volto caldo.
- In squadra con noi c'è sempre qualche semidio – disse Aphia, una delle schiave che era da più tempo al Campo. Veniva da Creta ed aveva il volto duro, provato dagli anni e dal dolore. E dalla costante necessità di non sembrare mai spaventata per davvero. Indossava solo una tunica bianca, talmente sottile da poterne vedere la pelle al di sotto, consumata ai bordi come se qualcuno si fosse divertito con un coltello e del fuoco.
Le altre schiave non erano in condizioni migliori. Al contrario di Aphia, parevano però molto più remissive.
La bocca screpolata le si storse in una smorfia orribile. La pelle attorno alle labbra sembrò quasi spezzarsi. – Ma non si fa nulla per i semidei che hanno poteri. Li useranno contro di voi. Ed anche se tra di noi ci sono uomini.. – non concluse mai la frase. Non ce ne sarebbe stato realmente bisogno a prescindere.
Faceva caldo in Grecia ma in quel momento, un brivido di freddo parve serpeggiare tra le schiave. Euleia, sulle gambe di Sofia, sembrò tremare.
- E voi.. – domandò un'ateniese. – Voi.. – Sofia se la ricordava quella ragazza. Aveva diciassette anni e si era sposata da qualche giorno. Non aveva idea di che fine avesse fatto il suo compagno, però.
Si chiamava Daphne ma non riusciva a ricordarsi il nome del marito.
Strinse le coperte tra le dita. Non aveva idea di che fine avesse fatto. Si augurava soltanto che, nel migliore dei casi, fosse stata l'epidemia a portarselo via.
La vide bagnarsi le labbra secche mentre le gambe, senza riuscire a reggerla, cedevano sul letto in un tonfo. – Voi.. gli spartani vengono.. – boccheggiò per un paio di volte e lo stomaco di Sofia si contorse in una morsa di terrore.
Spostò gli occhi grigi su Aphia. Le iridi già scure parvero diventare la più pura essenza delle tenebre e non ci fu affatto bisogno di annuire.
Gli spartani entravano nei loro alloggi. E non era certa chiedessero il permesso od accettassero un "no" in risposta.
La gola si chiuse. Un pugno gelido le si serrò attorno alla pelle mentre il cuore, impazzito, le batteva con forza contro al petto. Ne sentì il rimbombo dei battiti nelle orecchie.
Vide un'ateniese, che non doveva avere più di quindici anni, scoppiare a piangere ma non riuscì a sentirla. La bocca di Aphia si mosse per dire qualcos'altro ed una delle veterane con i capelli neri, avanzò di un paio di passi verso la ragazzina, avvolgendola tra le braccia.

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Sapienza
FanfictionIl marmo della Sala dell'Olimpo tremò per l'impatto e quando scagliò la lancia verso Ares, il dio non fu veloce abbastanza da impedire che gli si potesse conficcare nella spalla. Rovinò a terra tra i sussulti degli dei attorno a loro ma non fece in...