Canzone consigliata:
"To each his own"
by Talos*
Gli occhi seguivano la piccola figura dell'ormai corvino da lontano, vestito di bianco e grigio, che camminava da lontano ancora pieno di dolore e odio nei confronti della propria persona dopo all'incirca sei mesi.
E Yoongi era lì, che lo guardava dalla sua macchina, quella stessa auto che avevano scelto insieme non appena prese la patente, e non perché volesse spiarlo, ma il suo cuore era talmente spezzato che pensava sarebbe servito vederlo un'ultima volta per dimenticarlo, ma poi le volte diventavano centinaia e lui prima di andare alla facoltà, accostava abitudinariamente per vedere quel suo Sole di ghiaccio.E quella macchina nera non passò inosservata agli occhi del piccolo Jimin, il quale si recava all'Accademia di danza classica, che vide lo stesso ragazzo che aveva picchiato il fidanzato di uno dei suoi migliori amici, e allora si apprestò a camminare verso di lui, incuriosito, quando poi vide l'altro gettarsi la mano nei capelli e sbattere l'altra sul volante, totalmente nel pieno dei suoi pensieri.
«Scusi?» il biondo sussurrò al finestrino, battendo delicatamente su questo, e Yoongi scorse la sua figura accanto l'auto e, non ricordandosi minimamente di lui, aprì il finestrino per sapere cosa volesse, dopo aver visto la sua borsa da palestra, il che lo riconduceva sempre al suo Seok.
«Hm? Lei chi è?» Yoongi scorse gli occhi curiosi di quel ragazzo, che adesso si mordicchiava le labbra e giocherellava con il bordo della sua felpa rosa per parlarvi, non sapendo perché si fosse avvicinato e perché fosse così tanto incuriosito da quella strana persona.
«Io sono Park Jimin, uno studente dell'Accademia quì dinanzi. Le volevo chiedere avevate picchiato il fidanzato del mio amico, Seokjin, quella sera nella discoteca a Yeonje. E inoltre, perché ha una faccia così triste, posso aiutarla?» e Jimin colpì dritto in pieno, e Yoongi stesso non sapeva come rispondergli, se non per dire che il suo ragazzo l'avesse tradito e che quel tipo fosse il migliore amico del suo ex.
E quando pronunciò queste parole, dagli occhi di Yoongi iniziarono a scendere piccole lacrime inconsapevolmente, che sembravano quasi cristalline, lui che tentava di non piangere mai e che adesso lo faceva dinanzi ad uno sconosciuto qualsiasi, e fu proprio quando tentò di pulirsi via per andarsene, accelerare e andare via dai suoi problemi e ricordi, che Jimin portò il suo pollice ad asciugargli ambe le guance, e quelle sue dita erano così calde in suo contrasto che Yoongi non capì nulla, lo osservava e vide il piccolo sorrisino dell'altro, completamente imbarazzato, che tentava di confortarlo come nessuno aveva fatto.«Gi-Ah! Questo si chiama mentire!» Jimin e Yoongi dopo mesi si ritrovarono ad essere migliori amici, e lo stesso corvino non aveva mai condiviso così tanto con un'altra persona che non fosse Hoseok, e Jimin aveva la stessa luminosità di Venere, era la prima luce della notte e per Yoongi così era davvero stato dopo essere caduto nel buio.
Ad una partita a poker, Jimin lanciò le carte in aria e prese a sedersi sull'altro per picchiarlo con un cuscino, intanto che rideva e rideva e rideva.
Yoongi rideva felice grazie a lui ed era proprio per lui che rideva.
«Minie, sei tu che sei scarso, come osi di dirmi che sono un bugiardo?» Yoongi infastidiva l'altro quando poi il biondo tentò di afferrare le sue guance per farglielo ripetere meglio, e fu proprio quando le afferrò, che vide il volto dell'altro, che gli sembrava la prima volta, aveva farfalle allo stomaco e Yoongi le nutriva ogni giorno. C'era seta ovunque che avvolgeva il cuore di Jimin e Yoongi ne era l'unico e il suo primo artefice.
E fu quando pressò le sue labbra con velocità su quelle screpolate e piccole del maggiore, che Jimin si sentì in Paradiso, e quando Yoongi lo strinse su di sé per non perderlo, capirono di esser fatti l'uno per l'altra, che Jimin era quello giusto per Yoongi ed è per questo che mai si sarebbero persi.
«Yoon, vorresti essere soltanto mio?» Jimin professò con le guance completamente rosse, le labbra più gonfie del solito e gli occhi pieni di speranza, con le mani al petto, come se avesse commesso un errore nell'essersi mostrato e che adesso non sapeva più cosa fare.
E quando l'altro gli chiese «E tu lo saresti il mio Minie?» che entrambi si baciarono sorridenti, diventarono l'uno la metà dell'altro, così per più di quattro anni.
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❛TALKING BODY❜
Fanfiction[𝙠𝙤𝙤𝙠𝙫] ❝Il tuo corpo mi parla, Taehyung.❞ ❝E il tuo cazzo mi sta rispondendo, Jeongguk.❞