Una volta finito di parlare con il migliore amico del ragazzo del quale era forse fin troppo interessato, Jeongguk continuò a sorridere alla visione delle foto mandate dal suo hyung e tentò di darsi risposta su come potesse esistere una persona così dolce, mentre inseriva in un album del cellulare ogni foto con serenità.
E intanto che osservava per l'ultima volta il sorriso di Taehyungie prima di andare via, prossimo ad una stancante sessione lavorativa, una chiamata lo interruppe, cambiando totalmente i piani della giornata.«Jeon Jeongguk del cazzo, quante volte ti devo chiamare affinché tu mi risponda? É da una settimana che ti chiamo, il mio cuore potrebbe sentirsi ferito. So che mi stai ignorando, puttana.» la voce del suo fratellastro maggiore, Hoseok, risuonò al suo orecchio sinistro mentre Jeongguk tentava di osservare, accanto la finestra, l'immenso centro di Seoul nel quale viveva, tentando di far passare il tempo durante quella chiamata troppo indesiderata.
"Perdonami, hyung, ho avuto da fare. Comunque cosa vuoi? Sai che il mercoledì lavoro e non mi piace essere disturbato." Jeongguk sbottò al vivavoce poi messo, mentre indossava una giacca in pelle sul suo completo nero, composto da una classica t-shirt e dei skinny jeans, i quali mettevano ben in evidenza i muscoli delle sue gambe allenate con costanza.«Sai che di questo tuo lavoretto illegale* non m'importa, e comunque nostro padre vuole che tu vada in azienda oggi, per questo ti sto chiamando da una settimana. Ha bisogno d'aiuto e sai che sono in America, quindi non riuscirei mai a tornare per la giusta ora. Inoltre, oggi potresti trovarti finalmente un bel ragazzo, non ti sento parlare da molto della tua vita sessuale e sapere che il mio Jeonggukie stia diventando asessuato, mi rende così triste. Il mondo é ancor più bello quando hai un bel durello, Jeongguk, ricorda.» Hoseok rise al cellulare per la sua stessa battuta in rima, richiedendo poi successivamente in inglese una Sprite ad una cameriera, iniziando ad ammiccare parole che il minore neanche capiva e che non avrebbe mai voluto capire.
«Per prima cosa, sai che i ragazzi non mi sono mai mancati, quindi non dire cazzate, hyung. Inoltre hai appena rovinato un momento bellissimo per me, quindi attaccati al culo di qualcuno e riporta a nostro padre che non posso andare.» Jeongguk indossò le sue Timberland nere ed uscì di casa, ancora al cellulare con Hoseok, mentre il maggiore lo supplicava in ogni modo possibile.
«Ah! Caro e ancora mio caro Jeonggukie, ti sei dimenticato del favorino che il tuo bellissimo hyung ti ha fatto?
Non vorrai mica che io dica a nostro padre di quando tu gli hai distrutto la sua auto preferita, la quale ti aveva prestato per una festa, e che io ho dovuto spendere won su won per ricomprarla, vero?» Hoseok ridacchiò dall'altra parte del cellulare e Jeongguk si sentì morire mentre scendeva nell'ascensore, sapendo quanto il padre fosse rigido su determinate cose, e sapendo ancor di più quanto questo non tollerasse il guidare in stato di ebrezza.«Va bene, stronzo. Spero che anche a te venga un durello, ma che non ci sia nessuno a mettertelo in culo.» ** Jeongguk attaccò la chiamata e, stremato e spazientito per la prossima noiosa giornata lavorativa, si aggiustò un minimo i capelli in auto e partì, non proprio felice di dover andare verso quella particolare meta.
«Ah, Taehyungie, se solo ci fossi tu a parlarmi mentre sono lì, questa giornata del cazzo finirebbe molto più velocemente.»
-
*In Corea non è molto legale farsi dei tatuaggi e, di solito, se si viene visti con dei tatuaggi grandi e ben in evidenza, si viene presi per una persona non proprio ottimale.**Sia Hoseok che Jeongguk sono bisessuali, se non si fosse capito.
STAI LEGGENDO
❛TALKING BODY❜
Fiksi Penggemar[𝙠𝙤𝙤𝙠𝙫] ❝Il tuo corpo mi parla, Taehyung.❞ ❝E il tuo cazzo mi sta rispondendo, Jeongguk.❞