- "CHAPTER 32"

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Canzone consigliata:
"Turning page" by Sleeping At Last

I've waited a hundred years
But I'd wait a million more for you.

Il tempo passò inesorabilmente e prosciugò ogni traccia di pianto sul viso di Taehyung, le prime luci del mattino toccarono anche il vetro umido delle sue finestre dopo quella lieve pioggerella notturna, che aveva impresso nell'aria l'odore di malinconia e disdegno.
Perché anche la malinconia aveva un medesimo e precisissimo odore, aveva sempre assuefatto le narici del corvino che si nutriva delle ultime tracce di profumo sulla pelle del suo ormai non più compagno.
E le labbra stesse sapevano di mare, di un abbandono insostenibile e di perpetuo rimorso, misto al ricordo.
Così era stato lasciato sulla soglia della porta Taehyung, a pensare a ciò che sarebbe stato o sarebbe potuto essere.
I suoi occhi si riaprirono nel medesimo istante in cui sentì la porta della sua camera essere aperta, e così allungò il petto verso l'alto pensando che fosse tutto un suo stupido incubo, e invece ritrovò Jihoon a portargli un vassoio con il pranzo, costituito da una ciotola di bibimbap e un succo d'arancia appena spremuto.
"Hyung, finalmente sei sveglio. È ormai ora di pranzo." professò con un accenno di preoccupazione l'assistente del modello, notando il pallore e le profonde curvature violacee sotto gli occhi del suo prediletto.
Si avvicinò con la stessa cautela di chi ha paura che quella momentanea tranquillità fosse soltanto l'inizio di un nuovo crollo, e poggiò tutto sul comodino mentre si adagiava sulla parte inferiore del letto.
"So cos'hai passato stanotte, ti ho sentito per tutto il tempo. Piangi, hyung. Nulla c'è di male nello sfogarsi di un grande tormento. Anche il cielo piange quando vuol raggiungere il mare."
Queste parole parvero come un sussurro per la mente di Taehyung all'interno della quale rimbombavano fin troppi pensieri, tant'è che sembrava lui stesso volerli strappare con ferocia utilizzando le sue stesse mani, mentre stritolava ogni tessuto di pelle della sua fronte con i polpastrelli.
D'improvviso il campanello suonò e due figure care si presentarono per rincuorare il corvino, che nel mentre si era rigettato con la testa sotto le coperte, perché non voleva vedere un singolo istante del suo tempo senza il suo Jeongguk.
Fu in quel momento che entrò una delle poche persone che avrebbe potuto consolarlo, accompagnato dal suo ragazzo che trasportava gran parte delle schifezze che il minore amava mangiare quando era giù di morale.
"Taehyungie, vieni dal tuo Jin hyung." pronunciò Seokjin aprendo le braccia dentro le quali Taehyung si tuffò completamente e iniziò fortemente a singhiozzare, lasciando quest'unico suono esser prodotto nella stanza per migliaia di secondi.
Il maggiore non chiese nulla, gli accarezzò semplicemente i capelli com'era solito fare nei momenti di difficoltà da quando aveva conosciuto ormai sia lui che Jimin, due ragazzetti che gli avevano migliorato la vita e le giornate. Sapeva quanto il corvino avesse bisogno di quel supporto, e fu così che durò per mezz'ora, quando poi neanche più un verso iniziò a fuoriuscire dalla sua bocca.
"Adesso, ti senti di dirmi che è successo? Voglio sentirlo da te e nessun altro." disse Seokjin mentre si sistemava sul letto sul quale avrebbero iniziato quel discorso atteso, intanto che Namjoon si sistemava all'esterno della camera per lasciare i due in confidenza.
"Ho ricevuto un messaggio da lui, voleva parlarmi di una questione importante. Ha detto che la sua ex è incinta e che si assumerà ogni responsabilità di questo bambino." come delle lame al cuore arrivarono le parole a Seokjin, che decise di fermare quel discorso, sapendo quanto l'altro ancora non avesse metabolizzato il tutto.
Eppure, Taehyung continuò a parlare nel pianto con una voce più flebile di una piuma, e ogni parola andava via accompagnata da un minimo di quel macigno di sofferenza che stava sorreggendo il suo petto.
"Io gli credo e ho imparato a capire com'è fatto. So quanto faccia male anche a lui, e anche con il cuore spezzato a causa sua vorrei proteggerlo da tutto questo. Io lo amo, non riesco a rinunciare a lui dopo tutto quello che c'è stato. I miei occhi andranno sempre da lui e il mio cuore vivrà soltanto con lui. Sento il suo profumo sui miei vestiti, e lo sto odiando e continuando ad amare allo stesso tempo." disse Taehyung come realizzazione dei suoi stessi pensieri, l'incertezza regnò sovrana, e Seokjin allora comprese che l'unica soluzione per Taehyung fosse quella di distaccarsi da lui completamente.
"So che questa ti sembrerà la più grande sciocchezza detta nella mia vita, e di cazzate ne ho dette tante, ma devi dimenticarlo. Il tempo non dissolverà nulla di quello che avete trascorso insieme, ma dovrai costringerti ad andare oltre. Devi vivere per te, Taehyung. Il tuo cuore deve battere per te, non per un uomo che non potrai più avere. Se odiarlo ti servirà a salvarti, fallo. Odia con tutto il cuore ciò che te l'ha fatto battere durante tutto questo tempo. Odio e amore sono sentimenti vicini e lontani anni luce allo stesso momento, ma passa all'odio e successivamente all'indifferenza. Dimentica Jeon Jeongguk e ciò che è stato per te, ma ricorda sempre ciò che ti ha portato ad essere, ovvero la persona che sei adesso.
Ogni esperienza ci può far gioire o ci può scalfire. Non puoi distruggere un castello di carte soltanto perché sai che la sua caduta poi ti farà soffrire, ma lo devi proteggere e accettare così com'è il suo destino. Accetta questo ricordo, gettalo dentro di te e poi dimentica." le parole di Jin furono crude, a tratti insensate nelle orecchie di Taehyung, eppure quel discorso così serio stoppò in qualche modo le sue lacrime, facendolo cadere in uno stato di trance di riflessione.
Iniziò a riflettere su tutto, riaddormentandosi dopo essere stato accolto nuovamente dalle braccia di Jin, che lo lasciò nel letto per fare una telefonata.
"Adesso vieni a Parigi che ti aspettiamo. Tutti e due, sì, siamo nell'appartamento di Taehyungie."

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