- "CHAPTER 16"

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«Signor Kim, mi scusi» Jihoon sentì le lacrime agli occhi mentre poggiava il contenitore con i biscotti sulla postazione da trucco e abbassava completamente la testa, dispiaciuto di aver "offeso" quel che era il suo idolo da tempo.
«Ma cosa dici, Hoonie. Alza la testa e sorridi, non aver paura di quello.» Taehyung, che in realtà aveva più ansia lui che il mondo intero, tentava di rassicurare il giovane apprendista, abbracciandolo e ringraziandolo per avergli portato dei biscotti al cioccolato e cocco, facendo come se nulla fosse successo, quando in realtà era successo proprio tutto date le sue labbra più che rosse e lucide.

«Adesso vado a casa, Hoon, ok? Ci rivedremo la prossima volta, non preoccuparti.» Taehyung continuò a rassicurare il ragazzo mentre si rivestiva del suo completo grigio perla, lasciando questa volta la camicia sbottonata al collo, senza quella che era una delle sue cravatte preferite.
«Io continuo a chiedermi cos'abbia mai fatto di male nella mia vita per meritare un Jeongguk, figlio del mio maledetto capo, fra i piedi.» Taehyung borbottava tra sè e sè mentre giocherellava con le chiavi della sua Chevrolet di un nero lucido, regalo di Jimin al suo ventesimo compleanno, e pensava al corvino, così bello in quelle vesti e così letale con quelle parole che gli sussurrava e che lo mandavano in estasi.

E fu pochi istanti dopo che Taehyung medesimo ricevette un messaggio, appena seduto nell'auto, il quale gli fece colorare completamente le guance dello stesso rosso scarlatto dei papaveri in pieno Aprile.

«Eri splendido oggi, Taehyungie. Ritorna presto, che ormai senza toccarti non riesco più a starci.»

Il corvino rigettò il cellulare sul sediolino, frustrato e con il cuore a mille, che in realtà anch'egli senza la presenza di Jeongguk non riusciva più a starci e ben sapeva quanto non lo considerasse un amico, ma senza rispondere a quel messaggio particolare, decise di partire verso casa sua, nella quale un Jimin annoiato, senza il suo Yoongi, lo stava aspettando impaziente per un responso.

«Amore mio bellissimo» Jimin corse verso Taehyung indossando soltanto i pantaloni blu del pigiama del ragazzo, saltandogli addosso come se il tutto ormai fosse normale, dato che Yoongi era ritornato a lavoro e Jimin si sentiva tremendamente solo nello stare in quell'appartamento.
«Ti prego, Jimin, smettila di saltarmi addosso mezzo nudo in assenza del tuo ragazzouna volta finito l'abbraccio, il corvino, stanco, si tolse immediatamente la giacca, rigettandosi sul divano che caldamente lo attendeva in ogni suo momento di puro sconforto e ansia.
«Guarda che io ti salto addosso anche con Yoongi davanti, ingrato.» Jimin porse il broncio, avvolgendosi di nuovo nella coperta beige del salotto, pronto ad ascoltare, stranamente, ogni cosa che il suo amichetto avesse da dire, senza proferir parola fino alla fine del suo discorso.

«L'ho incontrato, mi ha baciato, stava per scoparmi in un camerino quando poi é arrivato uno stylist. L'ha rimproverato come non so cosa, mi ha mandato un cazzo di occhiolino, e mi ha scritto un messaggio nel quale dice che non può fare a meno di toccarmi. Tutto ciò ti sembra normale?» Taehyung sbottò tutto in una botta e Jimin, conosciuto per la sua abilità di parlare frettolosamente, non riuscì a seguire tutto quel che il corvino stesse dicendo, rimanendo più che stupido della rapidità di tutti quegli eventi, avvenuti con più velocità di una macchina da corsa.

«Woah woah, quindi questo non solo ti ha baciato, ma ti voleva anche toccare? Ma cerca la morte imminente? Mi dispiacerà uccidere un Dio greco vivente, ma sta sfidando me, Park Jimin-»non riuscendo neanche a finire il suo discorso palesemente non intimidatorio, Taehyung gli gettò un cuscino in faccia, in modo da farlo smettere, per poi riprendere a parlare, dato che il suo blaterare in quel momento non era proprio accetto.
«A me piace, Jimin-ah. Ero propenso anch'io a fare ciò che lui voleva. Ha quelle mani che riescono a tirarmi da dentro ogni voglia. Ha la capacità di farmi sentire al sicuro in mezzo al pericolo, ed il primo pericolo é proprio lui.» Taehyung si ricordò di quello che era da qualche ora successo, perdendosi in quegli avvenimenti belli e, in parte, desiderati, mentre Jimin restava sbalordito, fingendo poi una lacrima per poter sdrammatizzare quel che era il discorso passionale del suo "amichetto preferito".
«Sei proprio diventato il mio ometto. Papà Jimin t'insegnerà l'arte della seduzione, la stessa arte che ha usato per avere il cazzo di Yoongi-»Taehyung gli gettò il cuscino che stringeva tra le braccia, in mancanza di un altro, sapendo come diventava Jimin quando iniziava a parlare del suo amato Yoongi, per poi prendere il telefono, su quale vi era un altro messaggio.

𝙼𝚎𝚜𝚜𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘 𝚍𝚊 𝙺𝚘𝚘𝚔𝚒𝚎~:
"Esco molto bene nelle foto, non credi? Ti mando tanto affetto, quindi accettalo~
+ Tesoro, non credi sia l'ora
di darmi il numero?"

𝙼𝚎𝚜𝚜𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘 𝚍𝚊 𝙺𝚘𝚘𝚔𝚒𝚎~:"Esco molto bene nelle foto, non credi? Ti mando tanto affetto, quindi accettalo~+ Tesoro, non credi sia l'ora di darmi il numero?"

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E non appena visualizzata la foto, il cellulare di Taehyung si spense, e Jeon Jeongguk non ricevette risposta, per la quale, a suo modesto parere, sembrava un'eternità.

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