«Jeon Jeongguk?» un ragazzo dai capelli rosso fuoco e un completo nero, con pagliette del medesimo colore lungo la chiusura della giacca, fece accostare la sua Lamborghini nera e lucente in piena strada, accompagnato dal suo autista personale e da una donzella ben poco vestita al di dietro che osservava dal finestrino, iniziando a camminare verso quella figura che magari conosceva, destando così anche l'attenzione dell'altro che si sentì preso in causa.
«Eh, hyung?» Jeongguk, con il cappotto poggiato sulle spalle e un sorriso al pensiero del suo Taehyung e della promessa che gli aveva fatto, venne completamente scombussolato dalla visione del fratellastro, il quale camminava trionfante verso di lui, con un sorriso più chiaro della lucidità delle sue stesse scarpe e del suo orologio che illuminava tutto alla luce del sole una volta che lo ebbe riconosciuto, dato l'innumerevole tempo passato dall'ultima volta.
«Cosa fai quì, Ggukie?» un po' ammiccante, i due si salutarono con una pacca, fermandosi dinanzi l'ingresso secondario dell'edificio, il quale dava sul parcheggio diviso in più piani, data la grande quantità di residenti in quel "semplice" grattacielo.
«Sono andato da Taehyung, già lo sai.» con un nuovo accenno di sorriso e lo sguardo basso, un po' imbarazzato dalla situazione e felice che si fosse creato un tale legame con il corvino, Hoseok ben capì e sorrise, dandogli un'altra pacca sulla spalla, come per congratularsi con lui di aver finalmente fatto di nuovo sesso dopo così tanto tempo dalla sua ultima cotta.
«Quanto durerà questo? Due giorni? Una settimana? Ti vedo preso, dai. Credo un mese.» il rosso ironizzò e l'altro si spazientì subito, credendo che il fratello avesse capito, quando in realtà non aveva capito proprio nulla, odiando il come parlava di Taehyung, come se fosse una semplice puttanella, mentre adesso era diventato l'altra sua metà e mai nessuno l'avrebbe tolto da lì, perché l'avrebbero spezzato e da spezzato nulla fai se non soffrire.
«Tutta la vita, Seok. Abituati all'idea o vattene.» con uno sguardo gelido e nervoso di chi si sentiva più che ferito in petto, Jeongguk si diresse verso la sua macchina, incontrando persone che non avrebbe proprio dovuto incontrare, se avesse saputo come sarebbe andata a finire.
«Ggukie?» una piccola capigliatura adesso più bionda che mai si pose dinanzi a Jeongguk, un po' sorpreso, accompagnato dal suo Yoongi, dato che i due minori avrebbero avuto uno shooting nel pomeriggio successivo e si sarebbero dovuti organizzare nel migliore dei modi.
«Yoongi?» da dietro, Hoseok fece cadere al suolo gli occhiali da sole tolti per parlare con l'altro, osservando invece il corvino appena tinto che non l'aveva minimamente notato, vestito con una maglia a maniche lunghe nera che mostrava la sua nuova corporatura, dei pantaloni larghi e una mascherina bianca -sua costante da già da ragazzo, accompagnato dal suo inspiegabile berretto nero- con il braccio di Jimin ancorato al suo.
«Seok?» il corvino si sentì finalmente chiamato, e una folata di vento gli fece cadere il berretto messo male per la fretta una volta sceso dall'auto, intanto che abbassava la mascherina e osservava l'altro immobile, dinanzi agli occhi curiosi dei due.
«Jimin, andiamo via.» Yoongi tirò per il braccio il biondo, che di camminare non ne aveva proprio voglia, in cerca di spiegazioni, e che si piantò come di sasso dinanzi a Jeongguk, osservando quello sconosciuto, di cui proprio non ne capiva nulla, ma che sicuramente era importante per l'altro.
«Hyung, perché fai così? Dammi delle spiegazioni!» il biondo insisteva nel mentre che gli tirava la maglia, come un bambino che vuole ogni cosa nel momento stesso in cui la chiede, e l'altro tentava soltanto di non osservare mai più l'uomo che l'aveva devastato, l'aveva fatto sentire meno di zero, e che adesso lo riportava al suo oscuro passato.
«Se non vieni con me, ti lascio.» Yoongi, più nervoso che mai, tentava di scappare da quella situazione instabile, e allora Jimin lasciò la presa, sconvolto dalle sue parole, dato che neanche nei litigi più furiosi le aveva pronunciate, osservando l'altro con gli occhi pieni di lacrime, per poi mugolare un «E allora vai via.»
E l'altro non se lo fece ripetere due volte, camminò via velocemente, lasciando i tre in confusione, con Hoseok pieno di lacrime che vedeva come lo evitava, e tanti ricordi passati ritornarono alla sua mente, e quel braccio prima lo stringeva lui, anche quando facevano l'amore, e adesso era occupato da un altro, e probabilmente proprio per quell'altro l'aveva lasciato.
«Ggukie, chi é tuo fratello in realtà?» Jimin, in preda ad una crisi, si sentì consolato da Jeongguk, il quale gli pose un braccio intorno alle spalle e che gli sussurrava di calmarsi, mentre l'altro si avvicinava, lasciando due risposte secche e crude.
«L'ex del tuo ragazzo, il suo "unico" prima di te. Jeongguk, ti aspetto in azienda.» Hoseok, sdegnato, sottolineò quella parole e riprese i suoi occhiali da terra, andando verso la macchina, intanto che Jimin non credeva più a nulla, e il corvino anche.«Chiamo Taehyung, ok?» il corvino propose dopo cinque minuti e il biondo fece un piccolo accenno di capo, con il berretto lasciato da Yoongi tra le mani, impregno del suo profumo e che ormai custodiva soltanto lacrime, mentre si poggiava sulla loro auto ad aspettare e proprio in quell'auto si erano dichiarati amore.
«Ggukie, dovresti essere in azienda, perché poltrisci?» Con tono ironico rispose Taehyung, fermato subito dall'altro con un «Scendi giù, entrata secondaria, sul parcheggio, piano terra. C'é Jimin che piange.»E poco dopo un Taehyung in tuta, i capelli spettinati e l'ansia in petto, ancora in ciabatte, prese a correre verso il suo migliore amico, che si buttò a capofitto tra le sue braccia dopo averlo visto per abbracciarlo e sfogarsi completamente.
«Che é successo, Minie?» il corvino gli prese il volto tra le mani, asciugando con le dita le sue calde lacrime, mentre lanciava occhiate di veloci spiegazioni a Jeongguk, anch'egli sconvolto, che non sapeva come rispondere ai quesiti del suo ragazzo e all'atteggiamento dovuto dalla ex coppia.
«Ma Yoongi?» Taehyung si guardò intorno e Jimin sprofondò con la testa nell'incavo del collo un po' violaceo dell'altro, bagnandolo di nuovo, affermando un: «Non so più nulla, Taehyungie. Più nulla. Yoongi è andato via, non ritorna più.»•
Il prossimo capitolo sarà seguito da un flashback in cui tratterò della Yoonseok, il quale spero vi faccia piacere e che vi aiuti meglio a comprendere la situazione.
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❛TALKING BODY❜
Fanfiction[𝙠𝙤𝙤𝙠𝙫] ❝Il tuo corpo mi parla, Taehyung.❞ ❝E il tuo cazzo mi sta rispondendo, Jeongguk.❞