- "CHAPTER 31"

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And I get the feeling that you'll never need me again.

Le lancette del grande orologio nel salotto sembravano troppo lente per Taehyung, il quale aspettava con poca pazienza l'arrivo di Jeongguk che sarebbe stato a breve, così prese a fissare ripetutamente i secondi scorrere sul suo orologio da polso marrone.
Erano le 4 del mattino quando Jeongguk finalmente arrivò da lui, gli mandò un messaggio per farsi aprire la porta e Taehyung corse in pigiama, quasi cadendo per la gioia di vedere di nuovo il suo ragazzo ma con la grande paura che fosse successo qualcosa di grave.
Non appena il codice fu digitato e la porta si aprì, al corvino cadde completamente il mondo addosso nel vedere l'altro con gli occhi lucidi e una ragazza al suo fianco che lo guardava con un accenno di sorriso in volto.
"Prego, entrate" solo queste due parole fuoriuscirono dalle labbra di Taehyung dopo buoni venti secondi durante i quali li osservava interdetto, in particolar modo mentre l'altro entrava nella sua suite con la sua ex fidanzata, la quale seguiva lui come se fossero una coppia in procinto di sposarsi.
Neanche un suono venne emesso dalla bocca dei tre fin quando il maggiore non pose dinanzi loro due bicchieri d'acqua e si sedette sulla poltrona in pelle nella quale avrebbe preferito sprofondare, mentre i due sul divano a tre posti affianco.
"Jeongguk, ti ascolto. Perché hai l'aria da cane bastonato?" Taehyung strinse la tazza di tè che si era appena preparato e i suoi occhi dubbiosi s'incontrano con quelli del minore.
Jeongguk pose ben dritta la schiena, si passò una mano tra i capelli, gli occhi che non sapevano dove guardare ma che non potevano incrociare quelli di Taehyung per il dolore, le mani che tremavano dal nervoso mentre dalle labbra uscirono poche parole: "È incinta, il figlio è il mio."
E per poco la tazza di tè non cadde dalle mani di Taehyung, la sua bocca di spalancò e negli occhi iniziarono a minacciare di uscire grandi lacrime con prepotenza. Il maggiore abbassò di colpo lo sguardo, iniziò a stringersi le cosce con le dita, quasi a perforare lo stesso tessuto del pigiama con le unghie, i capelli gli coprirono il volto e quella per lui fu una grande salvezza, mentre cercava di trattenere dei singhiozzi dal pianto.
Jeongguk non fece nulla dopo aver perso quel briciolo di coraggio acquisito durante il volo per dare una notizia del genere all'altro, ma si strinse le mani tremanti fino a scarnarsi, cercò di non correre ad abbracciare l'uomo al quale aveva appena distrutto il cuore, di non implorare perdono perché sapeva che non sarebbe servito a nulla, che ora aveva ben altre responsabilità e che non si sarebbero mai più potuti incrociare.
E con una minima forza, Taehyung guardò quella ragazza così minuta accarezzarsi il grembo con una mano, incinta di quattro mesi, e con l'altra stringere quelle di Jeongguk.
"Perché non ne hai parlato prima?" il corvino si rivolse alla giovane, di cui sapeva semplicemente il nome, Ji-woo, mentre nella sua mente continuava a pensare a Jeongguk che avrebbe avuto ben presto un figlio con una donna e che lo avrebbe perso per sempre.
"L'ho scoperto da un mese, avevo pensato di crescerla da sola dopo la nostra rottura, ma ho pensato che fosse importante per mia figlia avere un padre presente." Ji-woo spiegò con calma, sembrava quasi compiaciuta della cosa mentre Taehyung la osservava, ma giunse alla conclusione che fosse soltanto frutto della sua mente a farla apparire come la causa di ogni suo male, perché alla fine lei gli aveva sottratto l'unico amore della sua vita.
"Jeongguk, parlami" la voce spezzata, le mani che tremavano e lui che cercava in tutti i modi di mantenere la calma.
"Tae, devo stare con loro. Non posso fare a lei ciò che hanno fatto con me." il minore guardò la giovane con la quale era stato poco prima di conoscere Taehyung, e poi riguardò il suo ragazzo con gli occhi più tristi al mondo.
"Va bene. Come diceva quel detto? Tutte le cose belle prima o poi finiscono sempre" Taehyung sorrise mentre moriva dentro, strinse le mani mentre le nocche diventavano quasi bianche e Jeongguk osservò l'anello che gli aveva lui stesso posto al dito. L'altro notò dove cadde il suo sguardo, osservò di nuovo gli occhi del suo ormai ex ragazzo e si sfilò l'anello, ponendolo sul tavolino dinanzi.
"Prendi questo, la tua nuova famiglia e lasciate gentilmente la mia stanza." il corvino professò, si alzò dalla poltrona diretto verso la porta, e la ragazza uscì per prima, dirigendosi verso l'ascensore.
Una volta uscita l'altra, Jeongguk chiuse la porta di scatto, iniziò a piangere a singhiozzi e lasciò un ultimo bacio sulle labbra di Taehyung, intriso di lacrime e disperazione che avrebbe voluto rigettare, susseguito da uno schiaffo di quest'ultimo che in quel momento lo odiava con tutto il suo cuore, lui che gli aveva dato la sua parola, che lo aveva amato alla follia, lo aveva considerato la sua anima gemella o anima stessa, perché Jeongguk era l'unico per cui Taehyung piangeva quando sentiva la sua mancanza, l'unico da cui cercava supporto, l'unico per il quale sorrideva mentre parlavano per tutta la notte dei progetti di una vita intera, che gli lasciava il profumo per casa e non poteva far altro che amarla perché portava sempre Jeongguk con sé. Lui era l'unico per cui indossava i guanti, perché gli erano stati dati da lui in una notte stupenda al freddo, sulla spiaggia, mentre lui lo abbracciava da dietro e a Taehyung saliva l'imbarazzo fino alla punta delle orecchie. Ma lui non gli aveva chiesto scusa, non l'avrebbe messo al primo posto, e lo odiava ancor di più perché lo capiva, non avrebbe mai potuto dire che stava facendo qualcosa di sbagliato perché gli aveva distrutto il cuore facendo la cosa più giusta.
"Ti amerò sempre, Taehyung" strinse la mano dell'altro e solo allora notò che sanguinava. Lo guardò, i suoi occhi che crollavano, supplicavano di non voler vedere una visione del genere e per questo si offuscarono, intanto che Jeongguk sussurrò un "Addio" e richiuse la porta, dietro la quale Taehyung crollò, sapendo che nulla di lui si sarebbe mai stato più sanata.

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