CAPITOLO 4

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JASON'S POV

Insieme alla squadra sono nel privé dedicato ai Lakers, tutto stasera mette noi al centro dell'attenzione ma oramai sono abituato. Quando ho scelto di intraprendere questo mestiere sapevo molto bene a cosa andavo incontro, ho vissuto tutto questo con mio padre.

Lui è stato molto bravo a tenere me, le mie sorelle e mia madre lontani dai media e dal gossip ma non perché avessimo qualcosa da nascondere ma per lui la sua famiglia doveva rimanere una cosa privata e che non andava mischiata con il lavoro.

Nel frattempo che sorseggio il secondo calice di Champagne penso proprio ai Moore e ancora non capisco come io non abbia mai conosciuto la loro primogenita. 

La prima cosa che mi ha colpito di lei è stata la bellezza, una donna sexy con l'aria corrucciata, non appena sono entrato nel suo campo visivo ricordo molto bene come con quegli occhi grigi mi abbia mandato un'occhiataccia.

Ricordo molto bene ogni singolo suo movimento o espressione, so che può sembrare strano ma quella ragazza mi intriga parecchio. Per non parlare del fatto che sia l'unica su questo pianeta a non conoscermi.

Per una volta, però, ero semplicemente Jason e non Jason Miller.

Jacob era stato molto attento ad Elizabeth, destando particolare attenzione al suo fondoschiena mentre lei era impegnata a discutere con me. Lui stesso quando si rese conto della situazione fu divertito e a momenti si piegava in due dalle risate anche se è bastata un'occhiata da parte di lei per farlo tornare serio. 

Da tempo avevo il pensiero di un altro tatuaggio e siccome volevo studiarla mi venne di getto chiederle un appuntamento. Ho il mio tatuatore di fiducia ma conosco anche molto bene la fama del negozio di Elizabeth e l'ho fatto esclusivamente perché sapevo che in quello studio è sempre pieno di persone che escono soddisfatte. 

Non appena varcai la porta mi aspettai di tutto tranne he trovarmi uno studio di tatuaggi completamente bianco dove gli unici tocchi di colore erano i vari disegni sulle pareti. Poi però una scritta a caratteri cubitali sulla parete della reception cattura la mia attenzione.

Haaveilla. 

Non ho avuto tempo però né di capire la lingua né cercare sul traduttore che mi si palesò davanti lei con una divisa che di certo non nascose tutti i disegni neri sul suo corpo magro infatti la seguì volentieri quando mi chiese di andare con lei, non senza aver lanciato un'occhiata al suo fondoschiena.

Mentre penso a come non si sia potuta accorgere di chi sono, sentivo che aveva cominciato a disegnare e per cercare di smorzare il silenzio le chiesi come si chiamasse

«Elizabeth» «Io sono Jason» e dopo di che restò in silenzio facendomi capire che deve concentrarsi perché, da perfetto stronzo, ho scelto il tatuaggio più difficile da fare ed è impossibile farlo in una volta ma in almeno tre sedute e io ho tutto il tempo per studiarla.

A risvegliarmi dai miei pensieri è il mio compagno Isaac che mi indica James dall'altra parte della sala ma è da solo

Dov'è Elizabeth?
Avrà deciso di non venire? 

Tutte queste domande vengono zittite da un fischio da parte di Anthony mentre ha lo sguardo indirizzato verso il centro della sala.

Eccola lì.

«Certo che è proprio sexy» solo adesso mi rendo conto che i miei compagni di squadra stanno parlando di Elizabeth commentano tutto quello che lascia scoperto il vestito e istintivamente stringo i pugni.

«Lasciatela stare. È la figlia dei Moore»

«Che c'è Jason? È solo una ragazza e il fatto che sia o meno la figlia di Mike non cambia il fatto che sia sexy». 

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora