CAPITOLO 7

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ELIZABETH'S POV

Sto per addormentarmi quando mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto.

"Grazie per la serata" 

Jason

Non ho tempo di rispondergli che cado in un sonno profondo.

È lunedì e la mia voglia di alzarmi dal letto è pari a zero come tutti gli altri giorni della settimana. Mi alzo, faccio una doccia, metto un paio di pantaloncini grigi un po' aderenti e un top bordeaux con le scarpe dello stesso colore, eyeliner, mascara e rossetto della stessa tinta delle scarpe.

Appena scendo di sotto trovo solo mio padre che mi saluta con un bacio sulla guancia, mi chiede della festa e se i genitori di Jason fossero presenti anche se io non ho la più pallida idea di chi siano. 

Faccio colazione ed esco di casa, sono le nove e venti, sono in grande ritardo ma il tecnico per il telefono arriverà alle dieci quindi sono in tempo.

Un'ora dopo ha riparato il telefono nonostante avesse più guardato me che i fili telefonici.

Faccio uno spuntino mentre aspetto una ragazza che deve farsi un piercing e dopo un quarto d'ora il campanellino dello studio suona. 

«Ciao sono Sophie ho un'appuntamento»

«Ciao io sono Elizabeth, da questa parte, vieni»

«Stenditi pure, dove desideri il piercing?»

«Mi piace molto quello dietro al collo» 

«Va bene. Siediti e girati pure di spalle».

Devo ammettere che questa ragazza è molto simpatica, ha diciotto anni ma ne dimostra di più ed è davvero bellissima. Mi ha raccontato che ha un fratello più grande e un'altra sorella e che ha due genitori davvero fantastici. Prima di andare via, prenota un altro appuntamento per un piccolo tatuaggio sulla caviglia sinistra.

Alle quattordici arriva Jason, mi saluta con un lungo bacio sulla guancia come alla festa e il mio viso prende le sembianze del colore del mio top, eppure io non arrossisco mai, ci saranno troppi gradi qui dentro.

Mi segue nella stanza e mentre lo tatuo iniziamo a parlare della sera precedente e del come si sia divertito quando ha visto i miei fratelli litigare.

Jason era l'ultimo appuntamento della giornata quindi usciamo insieme da negozio ma insiste per chiudere lui la saracinesca.

«Non ti abbassare, sono troppo corti» imbarazzata lo ringrazio e mi chiede se voglio andare a prendere un caffè in un bar vicino, accetto e con la mia macchina andiamo verso il bar.

«Allora, raccontami un po' di te» 

«Non c'è molto da dire ma mi chiamo Elizabeth, ho ventitré anni e...» non ho tempo di finire la frase che a Jason va di traverso il caffè.

«Hai ventitré anni!? Te ne avrei dati molti di meno» e mentre dice questa frase mi squadra, per quanto gli sia possibile visto che siamo seduti ad un tavolino. 

«Scusa, continua»

«Dicevo, ho ventitré anni, faccio la tatuatrice da quando ne avevo diciotto, la mia passione più grande è il disegno ma anche la musica Pop, oltre a fare tatuaggi faccio piercing e sono allergica al cioccolato»

Si strozza per la seconda volta quando sente che sono allergica al cioccolato ma si riprende in fretta.

«Sei fidanzata?» «No»

Sollievo, ecco cosa leggo nei suoi occhi.

«La tua famiglia invece? Conosco bene tuo padre e i tuoi fratelli come sai» 

«Mio padre è il direttore della UCLA e mia madre ha un negozio di abiti da sposa in centro città»

«Relazioni passate?» 

Sembra un'interrogatorio ma quando vedo che è molto interessato a quello che dico rispondo alla sua domanda.

«Ho avuto due relazioni serie. Una a diciannove anni, si chiamava Michael ed era un motociclista, aveva ventidue anni ma preferiva fumare erba al posto di stare con me. L'ultima è durata cinque mesi, avevo ventuno anni, era un tatuatore anche lui ma mi ha lasciata quando ha scoperto che avevo aperto uno studio tutto mio perché la considerava concorrenza, ecco tutto» 

La sua faccia in questo momento è da Oscar infatti mi scappa una risata a cui si unisce anche lui.

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora