CAPITOLO 51

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Lunedì 15 luglio, Los Angeles

ELIZABETH'S POV

Sento troppo caldo, eppure ero convinta di aver acceso l'aria condizionata. Apro gli occhi e vedo Blake che ha la testa sulla mia pancia, le gambe sparse nel letto e le braccia sopra la sua testa. <<Blake>> <<Mhhh>> <<Blake>> <<Mhhhhh>> <<Blake!>> <<Che cazzo. Che vuoi Betty?>>
<<Sto morendo di caldo e mi stai schiacciando>> <<Oh scusami, non l'ho fatto apposta>> <<Non importa, ora andiamo a prepararci, tra cinque ore abbiamo l'aereo>>.

Ieri pomeriggio mi ha portata al centro commerciale, ha detto che mi ha preparato una sorpresa e che avrei dovuto portare almeno cinque costumi dietro, abbastanza strano essendo che a Milano il mare non c'è. Ne ho comprati dieci, due giorni fa sono iniziati i saldi estivi e così ne ho approfittato. A cena è rimasto da noi insieme ai suoi genitori, i ragazzi erano molto contenti di vederlo e devo dire di aver passato una bella serata infatti per facilitare la partenza gli ho proposto di passare la notte qui e dopo esser tornato a casa a prendere le valigie mi ha raggiunta.
I nostri genitori erano in un pub mentre James ed Andrew da Sophie e Jenny, vedevo che camminavano piano verso l'ingresso, quasi in punta di piedi e ho finto un colpo di tosse e un sopracciglio alzato. Non sapevano cosa dire e così gli ho facilitato il compito dicendo al posto loro dove stessero andando e pensavano mi potessi arrabbiare. Solo perché io e Jason ci siamo lasciati non significa che il rapporto con le sue sorelle tronchi definitivamente.

<<Beth!>> Blake mi riscuote dai pensieri e siamo solo noi in casa, i miei genitori sono a lavoro mentre i miei fratelli in spiaggia con amici. Non vedrò nessuno prima della partenza ganci siamo già salutati stamattinae ieri sera. <<Dimmi>> <<Puoi aiutarmi un attimo con questa valigia?>> <<Arrivo>> spengo il caffè prima di mandare a fuoco la cucina e a passi svelti lo raggiungo, scoppio a ridere a vedere la scena: Blake Evans che tira insulti alla valigia dopo aver messo altri cinque o sei indumenti e si lamenta che pesa 22kg <<Ehm, Blake?>> <<Dimmi>> <<Togli la valigia dalla bilancia prima che me la rompi. Mettila sul letto, ci penso io>> ora capisco perché non si chiudeva, i suoi vestiti sono completamente messi a caso e stropicciati. <<Facciamo così, vai a preparare la colazione. Qui ci penso io>> per fortuna che la mia valigia l'ho ricontrollata tre volte ieri sera e altre due ieri mattina così è definitivamente chiusa e posso occuparmi di quella di Blake senza rischiare di perdere il volo.

<<Piccola la colazione è pronta>> <<Scendo subito>> ho quasi finito di sistemare il bagaglio, ora è tutto piegato e ordinato e per curiosità l'ho rimessa sulla bilancia, 20kg. Al contrario di Blake, la cerniera si è chiusa in un lampo.
Scendo di sotto e spalanco gli occhi <<Sai vero che siamo solo io e te a colazione?>> <<Certo, ma io sto morendo di fame>> pancake, succo, marmellata con biscottate, burro, caffè e altre cose sono riposte sulla penisola della cucina, se prima avevo fame a sentire questo buon profumo mi mangerei tutto.

<<Sto scoppiando, ho mangiato troppo>> <<Forza vai a prepararti, io sistemo qui. Tra un'ora e un quarto dobbiamo uscire di casa>> <<Non ci metterò molto>>. Sono stata flash perché in quindici minuti ho fatto la doccia, in dieci mi sono vestita e in altri dieci mi sono truccata e sistemata i capelli <<Blake, sono pronta!>>
<<Era ora! Ci hai messo trentacinque minuti!>> <<Wow, ho fatto in fretta>> si sbatte una mano in fronte e ridacchio, lo aiuto a scendere le valigie e mi rendo conto che la mia è la più piccola, di solito non è il contrario?

12.30 p.m.

Un autista di mio padre ci porta all'aeroporto e io non sto nella pelle.
<<L'aereo 4589 diretto a Milano, è in partenza. L'aereo 4589>> <<È il nostro Blake!>> <<Calma piccola, andiamo>> mi prende per mano e mi trascina verso i controlli si sicurezza e in poco tempo mi ritrovo affacciata al finestrino che non vedo l'ora di partire.
<<Questi posti sono stupendi!>> <<Prima classe, baby>> <<Ti avevo detto che andava bene anche un posto normale>> <<Assolutamente no, questo è il nostro primo viaggio insieme, ho un sacco di sorprese per te>> <<E quando me le dirai?>> <<Tempo a tempo, piccola>> dopo che la hostess ha pregato di mettersi le cinture controllando personalmente che tutti le abbiamo effettivamente indossate, appena vede Blake a momenti si scioglie e per vedere se "l'ha allacciata nel modo corretto" a momenti si spezza per come è piegata <<Senta, se non vuole beccarsi un richiamo le conviene fare il suo lavoro e mettersi dritta>> forse solo ora si è accorta della mia presenza ma rimane ancora più stupita quando a pronunciare la frase è proprio Blake. Scoppio a ridere appena si allontana e devo parlare con Blake della sua vita sentimentale, qualcosa non mi convince. Blake è un bel ragazzo, alto, moro con i ricci, occhi blu come il mare e tanti tatuaggi sparsi per tutto il corpo. Abbiamo otto ore e quarantacinque minuti di volo e io già mi annoio, per fortuna Blake mi tiene compagnia e oltre a fare qualche gioco, chiacchieriamo per far passare il tempo.

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora