CAPITOLO 18

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Due settimane dopo

Jason's POV

Oggi c'è la partita, io e la squadra siamo negli spogliatoi a cambiarci e a sentire le raccomandazioni del Coach Brown.

«Allora ragazzi, dobbiamo vincere, questa è la partita decisiva per arrivare alle finali. Siete pronti?» dopo l'incoraggiamento entriamo in campo e la platea si alza in un grido di incoraggiamento.

Sono passati i primi trentasei minuti e siamo in vantaggio, ultimamente il Coach ci ha fatto allenare tutti i giorni, siamo pronti ma anche stanchi.
I Los Angeles Clippers sono molto bravi, ci stanno dando del filo da torcere ma dobbiamo portare la vittoria a casa.

Ho rubato la palla da un avversario, sto correndo fino ad arrivare al canestro e boom, ho fatto centro. La platea si alza in un grido ed esulta contenta della vittoria, una vittoria che ci porterà alle finali e io non vedo l'ora di tornare in campo.

La partita è terminata, siamo tutti stanchi ma il Coach propone un festeggiamento come tutte le volte che vinciamo una partita, non si è mai troppo stanchi per festeggiare una vittoria simile.

Appena esco dall'arena i giornalisti a momenti si prendono a sberle per intervistarci, a me frega poco, devo cercare la mia famiglia e i Moore.
Sono venuti tutti insieme, mentre noi ci allenavamo oggi pomeriggio, Sophie mi ha mandato una foto di lei, Jenny e Beth vestite uguali con i colori del Lakers. 

Beth era la più bella, ovviamente.

Quando individuo la limousine che i miei genitori hanno affittato per portare noi e i Moore nella casa sulla spiaggia per festeggiare tutti insieme, una giornalista mi si para davanti e a momenti le cado addosso.

Da dove è sbucata?

«Signor Miller, a chi ha dedicato l'ultimo canestro? Ha mandato un bacio in un punto indefinito alla platea»

Sì, ho mandato un bacio in onore alla mia famiglia ma anche ad Elizabeth, se questa ragazza mi lasciasse passare potrei darglielo di persona, magari.

«Figliolo congratulazioni, sono così fiero di te»

«Grazie papà, sono davvero contento» 

«Vieni, sono tutti dentro la limousine, spero tu sia felice, hai un posto leggermente appartato per stare con Beth» «E il signor Moore?» 

«Tranquillo figliolo, non ci crederai mai ma è stata un'idea di Alexandra e di tua madre, quelle due fanno comunella per farvi mettere insieme» grazie mamma, grazie signora Moore.

Appena entro nell'auto un'applauso riempie l'abitacolo, saluto uno per uno lasciando Elizabeth per ultima, apposta. Appena saluto la signora Moore mi fa un occhiolino facendo attenzione che nessuno la veda, e capisco cosa intende, la mia Beth è impaziente che la saluti, la vedo da come guarda quando saluto tutti gli altri perché da perfetto stronzo, ogni volta che saluto qualcuno la guardo negli occhi. 

Il signor Moore mi fa i complimenti, le mie sorelle mi si appiccicano addosso e poi vado da Beth.
Mi siedo vicino a lei le do un bacio sulla guancia rimanendo più del dovuto e vedo che sorride, è bellissima con i colori della mia squadra.

Stanno tutti parlando tra loro e quando noto che nessuno ci guarda le rubo un bacio a stampo

«Sei stato bravissimo, Jason»

«Grazie, piccola»

«Hai mandato un bacio in un punto indefinito della platea, perché?» 

«Ho dedicato l'ultimo canestro alla mia famiglia. E soprattutto, era dedicato a te» mi fa un bellissimo sorriso e mi bacia, Signore lasciami qui per sempre ti prego.

La limousine si ferma davanti alla nostra casa sulla spiaggia, in realtà, ho appena scoperto che i miei genitori e i Moore hanno in comune questa casa, è a due piani e ognuno ha il proprio, noi abbiamo il piano di sotto mentre i Moore il secondo, ora capisco perché non potevamo mai salire le scale. 

Non ci siamo mai visti, andiamo a turni in quella casa ma solo perché non c'è mai stata occasione di andarci insieme. La usavamo soprattutto per andare a festeggiare le vittorie di mio padre e a quanto pare, ci festeggeremo anche le mie.

Dentro casa è tutto pronto come se dovesse esserci una festa, Champagne, cibo e molto altro. 

«Sapevamo avreste vinto, tesoro»

«Grazie Alexandra, sono davvero contento di avervi con noi»

«Sei molto più contento che ci sia Elizabeth ma ti capisco caro, solo, non farla soffrire, Beth è una brava persona e non lo dico solo perché è mia figlia, ma so che anche tu sei un bravo ragazzo»

«Grazie mille, davvero. Le prometto che non verserà neanche una lacrima per me»

«Sono contenta di sentirlo dire. Mio marito ha fatto arti marziali quando era più giovane, non ti converrebbe farla soffrire»

Sono leggermente spaventato e Alexandra deve averlo notato.

«Tranquillo caro, ti stavo prendendo in giro. So che non le faresti del male. Ora vai da lei, tengo io impegnato mio marito» «Grazie» amo la mia futura suocera, mi appoggia e mi approva come futuro genero, grazie Alexandra.

Elizabeth's POV

Siamo nella casa sulla spiaggia, sapevo che non fosse solo dei miei genitori ma non pensavo appartenesse anche ai Miller. Jason ha fatto una partita straordinaria, sono andati bene sin dall'inizio, i Clippers sono molto bravi ma sono riusciti a batterli e a guadagnarsi i playoff che inizieranno tra qualche settimana.

Io e le ragazze siamo vestite praticamente uguali, abbiamo i capelli legati in una coda alta, un paio di pantaloncini di stoffa gialli e una maglia a maniche corte viola con un modo sopra la pancia, insomma, i colori della squadra.
Stiamo facendo il tifo e a momenti rimango senza voce, non sono mai stata presa da una partita di basket come lo sono adesso.

Mancano due minuti al termine della partita e ci serve almeno un canestro. Jason prende la palla e inizia a correre verso il canestro mentre i suoi compagni cercano di non far avanzare gli avversari e sento un urlo fortissimo dalla platea. Jason ha fatto il canestro decisivo, da un bacio in un punto indefinito alla platea e abbraccia i suoi compagni.

Sulla limousine ho capito il suo gioco, ha salutato tutti lasciandomi per ultima sapendo che non vedevo l'ora di salutarlo, stronzo.

Quando finalmente si avvicina mi da un bacio sulla guancia ma quando vede che nessuno ci presta attenzione mi da un bacio a stampo.

Siamo in terrazza al piano di sotto, stiamo per brindare alla vittoria dei Lakers quando Mark Miller interrompe il tutto.

«Solo un secondo, per favore. Prima di fare un brindisi, volevo fare le congratulazioni a mio figlio»

«Grazie papà, è tutto merito tuo, mi hai trasmesso la passione per la pallacanestro» detto ciò facciamo un brindisi.

Mentre i nostri genitori stanno parlando di affari, Jason ricorda che alle nove c'è la festa con la squadra, il Coach e i giornalisti. Ogni tanto vedevo le feste in televisione, c'erano tantissime persone e gente importante.

«Scusate, volevo chiedere ai Moore se i ragazzi potevano venire con me alla festa, ovviamente porto anche le mie sorelle»

«Certo figliolo, non devi nemmeno chiedercelo»

«Grazie Mike».

Io e le ragazze ci scambiamo un'occhiata, stiamo per andare nel locale dei Lakers per festeggiare e noi siamo in pantaloncini.

«Jason non possiamo di certo venire così»

«Tesoro prendete l'auto in garage. Andate a casa, cambiatevi e andare a divertirvi, noi questa sera rimarremo qui. Voi se volete potete fermarvi a casa»

«Certo mamma, grazie» e dopo che anche i ragazzi ringraziano, andiamo verso il garage.

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora