CAPITOLO 47

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ELIZABETH'S POV

Mi sveglio sperando di stare con Jason quando la suoneria dell'Iphone mi avvisa dell'arrivo di un messaggio "Possiamo vederci alle undici al MacArthur Park? È importante"
mi preoccupo, non so Jason di cosa voglia parlarmi ma il mio sesto senso mi avverte che non sarà nulla di buono.
Scendo a fare colazione anche se bevo solo un the freddo, mi si è chiuso lo stomaco e per fortuna la casa è vuota e nessuno si accorge del mio pasto saltato.

Ho fatto una doccia gelata sperando di interrompere il flusso di pensieri che continuavano a farsi largo nella mia testa, ho messo una tuta grigia, scarpe bianche e un top dello stesso colore, ho raccolto i capelli in una coda alta e ho messo solo del burrocacao.
Appena chiudo lo sportello della mia BMW sospiro, spero di arrivare il prima possibile e sapere cosa vuole dirmi così mi sarò tolta un peso al petto.
Per fortuna c'era poco traffico e sono arrivata al parco con cinque minuti di anticipo e mi sono seduta sulla panchina dove spesso andavamo insieme.

<<Jason, sediamoci qui. C'è una vista splendida>> <<Va bene, d'accordo>> <<Qual'era la tua materia preferita al liceo?>> <<Arte ed educazione fisica, le tue?>> <<Ti piaceva arte? La mia preferita era geografia>> <<Come mai? Si ho sempre amato l'arte, mi piace vedere come gli artisti riuscissero ad esprimere le proprie emozioni dipingendo o creando sculture>>
<<Mi è sempre piaciuta geografia, studiare il mondo, i mari, la natura ma anche le diverse culture dei paesi per rendermi conto di quanto siamo diversi uno con l'altro. Pittore preferito?>> <<Più di uno. Jackson Pollock, Vincent van Gogh, Salvador Dalí e Leonardo da Vinci>> <<Come mai proprio questi? Leonardo da Vinci non era italiano?>>
<<Assolutamente si, Da Vinci era italiano. La mia opera preferita è la Gioconda, un grande classico ma mi affascina sempre, è una donna che non esprime in modo chiaro e preciso le sue emozioni, sembra che abbia un piccolo sorriso sul volto ma potrebbe essere il contrario, è molto ambigua. Di Van Gogh invece, la mia opera preferita è Notte Stellata, anche questa è un grande classico ma è stupenda. Di Dalí è senza alcun dubbio La persistenza della memoria ma anche Ultima Cena. Infine di Pollock è Figura stenografica>> <<Wow, non sapevo ne fossi così appassionato>> <<Andavo a molte mostre importanti con i miei genitori anche se con il tempo quest'abitudine non è rimasta tale, da quando ho iniziato a giocare a basket nei Lakers mi sono concertato esclusivamente su di loro e tutto il resto è passato in secondo piano>>.

Un frammento di conversazione avuto con Jason su questa panchina mi ritorna in mente quando sento qualcuno mettersi vicino a me <<Salve signorina, cosa fa tutta sola e quest'ora della giornata?>> una signora anziana si siede affianco a me e mi chiede se sto bene anche se le rivolgo un'occhiata confusa <<Sta piangendo ma allo stesso tempo sorride>> mi porto istintivamente le mani sulle guance e mi rendo conto che la signora ha ragione, piango ma non so neanche io il perché <<Ha problemi con il suo ragazzo?>> <<Ma come...>> <<Come ho fatto a capirlo? Ho una nipote che avrà più o meno la tua età, me ne intendo>>
<<Domani parte, andrà via per sette mesi e mi ha chiesto di parlare, ultimamente è distante e ho un brutto presentimento>> <<Non essere negativa cara, tutto andrà per il verso giusto. Ora devo andare, mio marito mi starà aspettando>> <<Grazie>> <<Ci rivedremo tesoro>>.

Jason mi manda un messaggio chiedendo dove sono e se fossi già arrivata, gli scrivo che sono sulla panchina e dopo pochi minuti si mette accanto a me <<Ciao>> <<Ciao>> <<Tutto bene?>> <<Si, tu?>> <<Potrebbe andare meglio>> <<Ti fa male da qualche parte?>> <<No no, sto bene fisicamente>> <<Ehm, ok>> <<Beth ascolta... Io ci ho pensato parecchio non è una decisione che ho preso in una notte. Penso che la soluzione migliore sia lasciarci, io starò via sette mesi se non di più e io non posso reggere una relazione a distanza. Tu hai bisogno di un uomo che ti stia accanto perciò promettimi che andrai avanti, promettimi di non aspettarmi e di cogliere le opportunità che ti si presentano davanti. Non me lo perdonerei mai se avessi sprecato delle chance per aspettarmi>>.

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora