CAPITOLO 27

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Jason's POV

Appena siamo arrivati ho fatto una doccia e sono andato a riposarmi, avrò dormito all'incirca due ore quando sento le mie sorelle urlare come delle pazze.

«Sophie, esci dal bagno porca puttana» ovviamente Jenny e la finezza sono due rette parallele «Jenny, porca troia aspetta un attimo» a quanto pare anche con Sophie ma a differenza della sorella è più tranquilla e raramente si altera.

«Ragazze, io stavo dormendo. Che cazzo avete da urlare?» non sono il tipo da parolacce ma quando mi arrabbio o qualcuno mi sveglia è la fine «Scusaci fratellone»
«Che ore sono?» «Le sette»
«Alle otto dovremmo essere dai Moore, non fate tardi».

Mi chiudo in bagno e faccio una doccia fredda, prendo una camicia e un paio di pantaloni neri, adoro in nero. Profumo, orologio, la catenina e vado a recuperare le mie sorelle che è da quindici minuti che le sento urlare perché le scarpe non si abbinano.

«Ragazze siete pronte?7 «Eccoci» sono bellissime, certo, per me lo sono anche in pigiama però sono davvero stupende.

«Siete bellissime» «Grazie fratellone, anche tu ti sei messo in ghingheri».

In macchina parliamo tranquillamente, mi fanno qualche domanda su come vanno le cose tra a me e Elizabeth e appena confesso che mi piace molto, vanno molto d'accordo e non posso chiedere cosa migliore.

Ad aprirci è Alexandra, ci fa accomodare e chiama i ragazzi avvertendo anche che sarebbero andati a prendere i miei genitori.
Sento un rumore di tacchi e perdo un battito appena la vedo, ha un vestito color oro fino alle ginocchia e lo spacco mostra tutta la gamba e la caviglia tatuata.
Mi perdo a guardarla, non l'ho neanche salutata, sono completamente incantato. Sento le mie sorelle andare di sopra, la prendo e la bacio, pensa che non mi piaccia il vestito ma è l'esatto contrario, mi distrae molto.

Alla festa sono innervosito dai giornalisti ma Beth tra baci e carezze riesce a tranquillizzarmi, la sala ha occhi solo per lei e questo mi manda il tilt, mi rilasso solo se penso che tutti possono guardarla ma baciarla posso farlo solo io.
Andiamo verso la squadra e da lontano vedo Luke fare un bel sorriso, abbiamo parlato molto di Elizabeth, non la conosce ma pensa che sia perfetta per me ed è molto bella.

«Ciao Jason, madame» le fa tipo bacia mano e questo la fa ridere «Jason, tutta la sala sta guardando la tua donna, o meglio, la tua donna e il succhiotto sul collo» a quella parole io ridacchio e mi arriva una gomitata sullo stomaco.

«Piccola non fare così, ti sta benissimo» meglio che sto zitto perché mi sta fulminando con lo sguardo, in tutto ciò, Luke si piega dalle risate, stronzo.

In sala risuona una canzone pop ma subito dopo parte un lento. Prendo Elizabeth che alza gli occhi al cielo e ridacchio perché lei odia il lento.

«Rapunzel, non mettere il broncio» «Non metto il broncio»

Certo piccola, allora perché ti nascondi nel mio collo?

Mi abbasso e le poso un bacio sulla testa, si appoggia di più e le stringo i fianchi, la sala ci sta guardando da quando è iniziato il ballo ma cerco di non pensarci e concentrarmi su questa bellissima ragazza.
A fine canzone aspetta che le persone tornino a fare ciò che facevano prima e mi porta via dalla sala.

«Beth, dove stiamo andando?» «Seguimi» mi sta portando al piano superiore e non capisco il motivo «Prima con le tue sorelle cercavamo un bagno, siamo finite su questo piano ma è completamente vuoto. Ogni stanza porta il nome di uno di voi»

«Sì, il proprietario è un amico d'infanzia del Coach e così ci ha riservato questi due piani del suo Hotel».

La situazione non mi dispiace affatto. Siamo in un piano totalmente vuoto, non ne ho mai avuto necessità. Dopo Kristen raramente incontravo delle ragazze occasionali, forse sono state tre in un anno. Non mi interessavano le donne, mi ero promesso di pensarci quattro o cinque volte prima di legarmi ad una di loro ma poi è arrivata Beth, spesso ripenso al nostro primo incontro e alla sua faccia incazzata solo perché ero appoggiato alla sua BMW serie 8 cabriolet, come dalle torto

Una delle cose che ho imparato di lei è che detesta i finestrini, li abbassa sempre nonostante i suoi lunghi capelli le svolazzano sopra il viso.

Mentre penso a tutto ciò mi bacia con trasporto, chiede l'accesso ma ci metto qualche secondo a concederglielo perché sono leggermente sorpreso.
«Ferma Beth, ferma» «Che c'è?» dice infastidita dalla mancanza di contatto 

«Niente ma sono sorpreso»

«Volevo stare da sola con te, c'è troppa gente sotto ma se vuoi scendiamo»
va verso la porta ma la prendo e la bacio di nuovo «Tu non vai da nessuna parte».

Baciarla è una cosa meravigliosa, vedere le sue esili braccia cingermi il collo e attirarmi a se quando ne vuole ancora è troppo bello.

Piano piano sto imparando il linguaggio del suo corpo, ad esempio, se è in imbarazzo arrossisce, tira gomitate o abbassa lo sguardo, se è arrabbiata alza gli occhi al cielo oppure ti fulmina con lo sguardo, quando si sente osservata diventa nervosa e si irrigidisce.
Adesso mi è completamente addosso, sento il suo cuore battere insieme al mio e penso che potrei morire da un momento all'altro.
Se continua a baciarmi con passione, mettermi le mani nei capelli non so quando riuscirò a resistere, sono pur sempre un uomo e questo vestito non è di sicuro un aiuto.

All'improvviso mi squilla il telefono e Beth non vuole proprio lasciarmi andare, lo lascio squillare ma quando noto che non smette devo staccarmi per forza.

«Che palle, chi è adesso?» cerco il telefono nella tasca mentre mi bacia il collo e passa una mano sul petto.

«Pronto?» è mio padre, dice che tra dieci minuti fanno il solito brindisi per la vittoria e il termine della festa.
«Piccola, dobbiamo scendere. Fanno il brindisi poi possiamo andare a casa» 

«No Jason non voglio andare a casa». 

Scendiamo di sotto e noto che nessuno ha fatto caso alla nostra assenza. Un cameriere ci porge due calici e il Coach dopo aver richiamato l'attenzione di tutti fa il solito discorso, si sente il tintinnio dei bicchieri e dopo un'ora la sala inizia a svuotarsi. All'uscita dell'Hotel i giornalisti sono ancora lì nonostante siano le due del mattino, cercano risposte alle domande che porgono ma nessuno gli dà corda.

«Vieni a dormire con me nella casa sulla scogliera?» voglio dormire con lei, sentire il calore del suo corpo, la sua presenza.

«Chiedo a mia madre, torno subito» prego in tutte le lingue che per Alexandra non ci siano problemi e lo capisco quando mi rivolge un sorriso. Si fida di me, mi ha raccontato che con gli ex di Beth ha sempre avuto molto da ridire e che non si fidava di loro. Sa che non le farei mai del male.

«Mia madre ha detto di sì, ha detto di non preoccuparsi per mio padre perché ha detto che va bene "purché tenga le mani apposto"» anche Mike si fida di me, me l'ha confessato mio padre quando un giorno stavano parlando della nostra relazione.
La accompagno a casa per lasciarle prendere le sue cose e nel frattempo porto le mie sorelle a casa.

Ritorno a casa Moore e trovo Elizabeth con un paio di leggings neri e una maglia a maniche corte verde acqua aderente ma che lascia scoperta la pancia.

«Sono pronta».

Appena stavo uscendo mio padre ha detto che se fossi stato d'accordo, ogni volta che uscirò con Elizabeth, manderà tre guardie per la nostra sicurezza. Sono stato assolutamente favorevole, non voglio che Elizabeth sia infastidita dai giornalisti perché invadono la sua privacy e io non voglio che facciano la stessa cosa con la mia.

Appena arrivati la porto in camera, va in bagno a mettersi il pigiama e io prendo un paio di pantaloncini da basket.
Esce con un pigiama bianco a canottiera e pantaloncino ricoperto da dei piccoli cuori azzurri, si sdraia e sembra che non sappia cosa fare, mi metto di fronte a lei e le do un bacio sul naso, sul collo e sulle labbra per metterla a suo agio, infatti, poco dopo mette la testa sul mio petto.

I raggi del sole entrano dalla finestra e mi fanno aprire gli occhi, l'altra parte del letto è vuota e penso che se ne sia andata ma la sua borsa è ancora sopra la scrivania. Appoggio l'orecchio sulla porta del bagno in camera ma non c'è nessuno, scendo di sotto e la trovo in cucina con il mio grembiule che cerca di preparare delle crepes, è talmente concentrata che non si è accorta che mi sono seduto sulla penisola.
Appena si gira fa un salto per lo spavento e a me viene da sorridere perché sul viso ha un po' di impasto.

La mattinata l'abbiamo trascorsa a fare le pulizie, non ci venivo da molto e in effetti aveva bisogno di una ripulita. Verso le tre del pomeriggio la riporto a casa ma quando entro in casa trovo quelle due pazze di Sophie e Jenny con due facce da chi ha pronto un interrogatorio.

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora