CAPITOLO 8

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JASON'S POV

Ascolto Elizabeth parlare e potrei farlo per ore, peccato che il caffè mi va di traverso quando sento la sua età 

«Non c'è molto da dire ma mi chiamo Elizabeth, ho ventitré anni e...» 

Le avrei dato massimo vent'anni anni ma non ventitré. 

«Dicevo, ho ventitré anni, faccio la tatuatrice da quando avevo diciassette anni, la mia passione più grande è il disegno ma anche la musica Pop, oltre a fare tatuaggi faccio piercing e sono allergica al cioccolato» 

Mi strozzo di nuovo, chi cavolo è allergico al cioccolato? 

È il mio spuntino preferito prima di un'allenamento. 

«Relazioni passate?» appena mi rendo conto di cosa le ho chiesto cerco di rimediare ma Beth sembra non farci caso e risponde alla mia domanda.

«Ho avuto due relazioni, una a diciannove anni, si chiamava Michael ed era un motociclista, aveva ventidue anni ma preferiva fumare erba al posto di stare con me. L'ultima invece, è durata cinque mesi, avevo ventuno anni, era un tatuatore anche lui ma mi ha lasciata quando ha scoperto che avevo aperto uno studio tutto mio perché la considerava concorrenza, ecco tutto»

Sono completamente scioccato, davvero preferiva una canna a questa bellissima donna? 

E l'altro davvero l'ha lasciata per concorrenza? 

Elizabeth non sembra minimamente turbata da tutto ciò infatti continuiamo a parlare tranquillamente.

«Parlami di te adesso» appena mi pone questa domanda continuo a pensare a come sia possibile essere allergici al cioccolato. 

«Sono Jason Miller, ho ventisette anni, gioco a basket come mio padre prima che andasse in pensione, mia madre è una make-up artist e ho due sorelle di ventitré e ventidue anni»

«Sei fidanzato?» dice diventando come un pomodoro.

Arrossisci? Io ti trovo adorabile, inutile che abbassi gli occhi. 

«No, non sono fidanzato. Ho avuto tre relazioni, la prima è durata tre mesi ma mi ha tradito, la seconda non era proprio una relazione e la terza a ventiquattro anni, mi ha lasciato quando si è trasferita a Chicago».

Pago i due caffè, mentre siamo fuori nel parcheggio, le chiedo se gentilmente può portarmi fino alle tre vie dopo che un autista mi viene a prendere.

Uso poco gli autisti ma ho la macchina dal meccanico anche se si offre di accompagnarmi a casa.

«Abito sulla ventitreesima strada». 

Dopo circa quindici minuti a parlare e cantare le canzoni preferite di Beth, arriviamo a casa mia e vedo una delle mie sorelle che prende il sole in terrazza con un cappello di paglia in testa grande il doppio di lei. 

«Grazie Beth, davvero» non ha tempo di niente che mia sorella tira un urletto, avrà visto di sicuro una mosca. 

«Ciao Beth che ci fai qui?»

«Ciao Sophie tutto bene?»

Si conoscono? 

«Scusate, voi due come vi conoscete?» 

«Ho fatto un piercing da lei stamattina, è molto brava e molto simpatica» 

Bene, mia sorella conosce Elizabeth e quando scoprirà che quel soprannome è attribuito a lei, impazzirà. 

«Vieni, entra. Quell'idiota di mio fratello voleva farti andare via senza offrirti niente. La macchina puoi lasciarla lì nessuno le darà fastidio» vedo Beth in difficoltà così intervengo.

«Sophie magari deve andare»

«Ehm, tranquillo. Accetto un bicchiere d'acqua, grazie».

Sophie e Beth iniziano a chiacchierare come se si conoscessero da una vita e devo dire che mi piace molto guardarle parlare. 

Dov'è Jenny? 

«Scusa Sophie, Jennifer dov'è?» 

«Dovrebbe rientrare tra poco, era in giro con Steeven»

«Non mi piace quel tipo» 

«Su fratellone non fare così, sai che sono solo amici»

«E come fai ad esserne così sicura?» 

«Steeven è gay, Jason>> 

Ah. 

Ammetto di averlo scoperto solo adesso ma almeno sono più tranquillo. 

«Allora a me va bene» e a sentire la mia risposta Beth scoppia a ridere.

Cosa ridi tu?

Dopo dieci minuti, vado in bagno e nel frattempo sento la porta sbattere tipico di Jennyfer, infatti, tira un urletto per non so cosa e decido di scendere.

«Ciao, sono Jennyfer, la sorella di Sophie e Jason» 

«Ciao io sono Elizabeth» 

«Sophie, Jason è a casa? Abbiamo ospiti» 

«Tranquilla Jenny, è stato Jason a portarla qui. È in bagno, credo» sentendo questa frase mi precipito dalle scale prima che la riempia e infatti, appena scendo la trovo con una faccia abbastanza sorpresa. 

Sì, è da tre anni che non porto più nessuna ragazza in casa. Quando Kristen mi ha lasciato sono stato molto male e le storie dopo di lei erano insignificanti.

«Dimmi Elizabeth, come conosci il mio fratellone?» 

«Gli sto facendo un tatuaggio, ho un negozio in centro» mia sorella fa un sorriso che non ho mai visto prima e poi si gira verso di me, so cosa sta pensando, ho un debole per le tatuate.

«Jenny, il piercing l'ho fatto da lei» 

«Posso prendere un appuntamento anche io? Vorrei fare il septum» 

«Certo, tieni, questo è il numero del negozio, puoi chiamare quando vuoi ma dalle nove alle sei del pomeriggio»

«Va bene allora domani ti chiamerò di sicuro» 

«Bene, ora è meglio che vada, a mio fratello serve la macchina. Ciao ragazze e grazie» 

«Vieni ti accompagno fuori» 

Voglio stare solo due minuti con lei anche se quelle due pesti ci spieranno dalla terrazza.

«Grazie per il passaggio Rapunzel e spero che quelle due non ti abbiano dato fastidio»

«Assolutamente no, sono simpaticissime»

«Va bene allora riferirò» 

«Ora è meglio che vada, ciao Jason» è indecisa se fare qualcosa o meno, lo vedo dai suoi occhi.

Mi avvicino, la prendo per i fianchi e le do un lungo bacio sulla guancia mentre vedo che si accoccola di più a me.

«Ciao, piccola»

«Hai già cambiato soprannome?» 

«Mi piace variare, però "Rapunzel" rimane il migliore»

È bellissimo averla tra le mie braccia, sembra così piccola e indifesa rispetto al mio metro e ottanta, mi arriva a mala pena alle spalle. 

«Ciao Jason» 

«Ciao Rapunzel».

Dopo che la osservo andare via, vedo affacciate le mie sorelle che fanno finta di battere le mani con un sorriso da ebete in faccia, mi aspetta un lungo interrogatorio.

HAAVEILLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora